Proviamo a fare qualcosa?

  • Scritto da Marco
  • 08.07.2009  17:22.39
E ORA CHE SI FA? CERCHIAMO QUALCHE SOLUZIONE…
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Ci sono un sacco di problemi. La situazione sembra inestricabile. Sembra impossibile intervenire su di essa senza suscitare drammatiche conseguenze.
Faccio appello a tutte le mie risorse di pacificatore e di voce libera per proporre un “protocollo di emergenza” da adottare con effetto immediato per dare almeno qualche segno di buona volontà, in attesa di un taumaturgico futuro che ci restituisca il beach tennis libero e legale che tutti (credo, ma comincio a non esserne più tanto sicuro) diciamo di desiderare.
 
MATERIALI: Bisogna eliminare da subito i divieti di utilizzo dei marchi che non esistono in nessuno sport che si proclami “serio” (e, direi, nemmeno in quelli… non seri). I tornei devono essere disputati con qualsiasi tipo di racchetta, anche a tutela di quei dilettanti che si possono permettere l’acquisto di una racchetta sola (che costa fino ai non trascurabili 160 eurini).
Uno sport che abbia una limitazione di questo tipo è destinato a non progredire più in là del proprio giardinetto. Si è mai visto il calcio che vieta certe scarpe? Non ha senso. Scriviamolo cento volte alla lavagna: “non ha senso”. E’ una regola che innervosisce, limita, impoverisce, penalizza, riduce, indebolisce, confonde… tutte parole che fanno male allo sport.
Però… ci sono organizzazioni che devono a certi marchi la loro ragione d’essere e che da essi traggono sostentamento. Allora ho pensato ad una soluzione: iscrizione al torneo scontata per chi usa equipaggiamento omologato (o “approved” come qualcuno usa dire) e maggiorata per chi liberamente ritiene di non usare quell’equipaggiamento “approved”. In questo modo l’organizzatore “approved” avrà possibilità di realizzare denaro supplementare con le maxi iscrizioni e di disporre di un facile “spot” per evidenziare i benefici (iscrizione ridotta) di giocare i propri tornei con quel marchio.
In caso di competizioni internazionali, però, questa norma va sospesa. Il giocare con materiale “approved” potrebbe dar luogo a benefit legati all’ospitalità o al mantenimento degli atleti che usano tale materiale
 
SQUALIFICHE. Basta, basta, basta con le squalifiche ai giocatori perché… giocano! Nessuna federazione di nessuno sport può avere interesse a penalizzare uno sportivo perché esercita la sua passione e il suo divertimento in modo corretto e rispettoso delle regole (delle regole di gioco, non di quelle cavillose di tesseramento)
La FIT (che deve mantenere l’investitura per accentrare, in un futuro quanto più rapido possibile, l’intera attività) dovrebbe però fare un passo indietro, ma suggerisco loro un metodo semplicissimo per mantenere le apparenze senza devastare l’attività: modificare il meccanismo sanzionatorio.
Primo warning scritto alla prima “infrazione” (chiamiamola così anche se è assurdo); secondo “warning” scritto alla seconda ; 50 euro e una settimana alla terza, 100 euro e due settimane alla quarta e così via, con inasprimenti soft della pena (per AGEVOLARE la partecipazione dei propri tesserati ad altri momenti di sport e non per penalizzarli!). E penalizzazione dimezzata se sarà il giocatore stesso (che a questo punto ne avrà interesse) ad autodenunciare la propria “irregolarità” (…e richiamiamola pure così).
Ci sarebbero un sacco di vantaggi: la Federazione (che tutela e promuove il gioco per statuto) concederebbe ai propri iscritti ulteriori possibilità di gioco su tutto il territorio nazionale e si aprirebbe finalmente un canale di dialogo e di scambio fra mondi che al momento non sembrano volersi parlare (con danno evidente per lo sport)
 
MONDIALI. Allo stato delle cose concederei alla IFBT la titolarità della competizione denominata “Campionato del Mondo” e alla FIT la competizione denominata “Campionati Italiani”.
I mondiali ritengo siano da attribuire alla IFBT in quanto tale sigla vanta la più antica tradizione e perché ha il più consolidato (per quanto caotico e di dubbia regolarità formale) schema di relazioni internazionali.
La competizione italiana è invece più consona alla Federazione Tennis, meglio radicata in tutte le regioni ed in tutte le province (con la struttura a comitati) e più facilmente in grado di vederle rappresentate tutte, senza essere eccessivamente “EmiliaRomagna-centriche” grazie alla presenza di tennisti sparsi in tutta la Nazione.
Le attuali denominazioni “Campionati Mondiali” usati da FIT e “Consorzio” sono da modificare. Non vedo perché il torneo FIT che si disputa a Roma non debba chiamarsi “Internazionali d’Italia” , come l’analogo prestigiosissimo torneo di tennis che si svolge adiacente ad esso: un nome molto più consono alla tradizione tennistica e di sicuro “impatto” mediatico.
Il “Consorzio” invece, che sta costruendo un’ottima rete di relazioni estere, avrà l’imbarazzo della scelta nel trovare un nome che evidenzi il respiro internazionale del loro evento: da Champions League, a Golden Gala, a World Games, a World Cup…
 
Va da sé che le date e gli orari di svolgimento delle competizioni andranno studiate in modo da favorire la partecipazione di tutti gli atleti a ciascuna di tali manifestazioni (e non di boicottare e ostacolare in un modo che ricorda la storia di quel tizio che se li tagliava per far dispetto alla moglie…)
 
L’ASSOCIAZIONE GIOCATORI deve rapidamente costituirsi in un “Parlamentino” di una dozzina di elementi (condizione di base: che siano presenti giocatori di ogni sigla) che sorvegli da vicino la leale applicazione dei principi sopra esposti, segnalando imperfezioni e evidenziando i progressi, con decisioni prese a maggioranza e con voto palese. Mi piacerebbe farne parte anche se a giocare sono un cane irrimediabile. E già che ci sono non esito a ipotizzarne la composizione: CALBUCCI, BIANCHEDI, CHIRICO, BACCHETTA, SCHEDA, STEFANELLI, LUDOVICI (o altro FIT), BERARDI, ALBONETTI, SILIPRANDI, DEL DUCA, ANDREA “BILLO” POGGI.
Componenti esterni senza diritto di voto: MALDINI, MINGOZZI, MARIGHELLA, MATTEI, BONADONNA, LUCARONI, M.BENINI.
Sarebbe bello se questi personaggi dessero la loro disponibilità immediata (con ratifica formale complessiva per acclamazione dell’assemblea), dando il tempo, per il prossimo anno, di preparare regolari elezioni.
L’associazione giocatori sarà anche referente degli organizzatori nella compilazione dei tabelloni e nella determinazione delle teste di serie, per tornei di sigla che vedano partecipare atleti di altre associazioni.
 
ESTERO. Gli amici che tanto impegno mettono per far nascere e sviluppare il beach tennis nelle loro località debbono avere una pista preferenziale e non possono essere limitati dai boicottaggi e dai capricci degli italiani. Anzi: le sigle possono fornire il loro appoggio logistico od economico ricevendo eventuali vantaggi secondo le norme sopra specificate (sconti su iscrizione, alloggi, rimborsi-spese, ecc). I tornei all’esterno non possono essere preclusi ad alcun giocatore italiano per motivi di utilizzo marchi o di diversa appartenenza di sigla.
 
EVENTO FINALE
Come evento che suggelli il nuovo “status” propongo la disputa di un torneo di fine stagione, la “Friendship Cup” con formula “King Of The Beach”, modello beach volley, con 16 partecipanti a invito e rotazione delle coppie in gara e ricco montepremi.
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Questo non è esattamente il beach tennis che vorrei (che è ben di là da venire) ma è UN beach tennis plausibile, per crescere ancora, per tutelare gli interessi di chi ci ha investito su, il divertimento di chi chiede solo di giocare, le esigenze di chi vuol vendere il prodotto a tv e media, la gloria dei campioni che vogliono primeggiare in tutte le manifestazioni più importanti, l’orgoglio di chi vuole giocare a fianco a tutti loro, il divertimento di chi come me sa che questo gioco può dare momenti bellissimi a chi lo segue

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