Arrivederci dushi Aruba !

  • Scritto da Marco
  • 23.11.2010  16:37.27

Dushi è la parola in papimento (la strana lingua neolatina di quaggiù che insieme all’olandese, all’inglese e allo spagnolo è perfettamente parlata da tutti, anche dai bambini) che significa “bello”. I ragazzi di Bula Shop (il negozio di articoli per surf dove lavora il campione locale Cado) l’hanno usata anche per una linea di magliette. Un po’ come succede a Lampedusa per “O’Scià”…. Alcune considerazioni finali

Ieri sera ultimo atto degli Internazionali di Beach Tennis ad Aruba, con la cerimonia di premiazione organizzata da Yochem e Sjoerd (esausti ma felici) nel privee del Casino Marriot, sponsor dell’evento. I giocatori hanno ricevuto pacchi di fiches di valore equivalente alla loro vincita (10000 $ il montepremi complessivo), con l’obbligo di giocarle all’interno del casino (formula divertente, ma probabilmente alla lunga da rivedere). I più “forniti” di chips, i vincitori Alex e Teo, non hanno incontrato una buona serata al tavolo verde e si sono visti limare la loro dotazione (intanto mentre scrivo un’iguana – come quella fotografata qui a lato da Max Hamm, forse un po’ più scura – mi è strisciata fra i piedi). Più fortunato l’anonimo eliminato ai quarti di finale del torneo advanced che pur partendo da una dotazione bassa di chips-montepremi (ovvero zero) ha sbancato alla roulette, al black jack e al poker. Chissà chi è… (foto a lato di Max Hamm il gruppo di premiati al casino)

I tornei di singolare (non vi è stato risalto particolare per queste competizioni) si sono chiusi con vittoria al long tie-break di Joana sulla sorella Paula (ottima attaccante a dispetto dei pochi centimetri di altezza in dotazione) e con la divisione della posta fra Vinicius e Mrnavy (impedito a giocare dall’orario del volo di ritorno).

Le delegazioni stanno ora ricomponendo i bagagli e i ricordi prima di tornare alle rispettive abitazioni. Un’esperienza ad Aruba lascia sempre un sapore particolare di benessere e serenità (qui a lato una veduta aerea della classica festa di fine torneo sul Centrale) .

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Indimenticabile l’esclamazione ironica di uno dei nostri campioni, polleggiato sulla sabbia bianca, di fronte al tramonto caraibico, cannuccia del cocktail in bocca, fiches della vincita che sbordavano dalle tasche, gli amici nuovi e quelli di sempre intorno: “che stress, ‘sta vita…”

Un saluto a tutti e (ormai posso dirlo) a presto!!!!

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