Viareggio – Anche il beach tennis ha il suo Italia-Germania 4 a 3

  • Scritto da Marco
  • 18.07.2011  12:28.59
Ci vogliono alcuni ingredienti essenziali per rendere “mitica” una partita: occorre un grande prestigio e credibilità e motivazioni degli atleti che la giocano; una cornice di pubblico adeguata; un andamento equilibrato del punteggio e qualcuno che la racconti e la passi alla memoria collettiva.
Per quest’ultimo punto dovrete… accontentarvi di me; per gli altri la gara di Viareggio ha offerto il top.
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Cominciamo dal titolo, con una breve premessa per i non pochi (fra i quali io) che nel giugno 1970 non erano ancora in grado di apprezzare lo sport.
 
Allo stadio Azteca di Città del Messico si giocava la semifinale dei mondiali di calcio fra Italia e Germania (non certo un’avversaria qualsiasi, a soli 25 anni dalla fine della guerra). Era la prima volta che il calcio veniva trasmesso in diretta notturna, causa il fuso orario (per i precedenti mondiali oltreoceano, in Cile, nel 1962, la gara veniva trasmessa in differita di due giorni).
L’Italia andò in vantaggio e difese quel gol fino all’ultimo minuto dei tempi regolamentari, quando un difensore tedesco che giocava in Italia, tale Karl Schnellinger, avanzò verso la nostra porta. (confessò solo dopo che si stava preparando ad uscire dal campo verso gli spogliatoi che erano proprio dietro quella porta). Si trovò quindi smarcato in mezzo all’area di rigore e segnò l’unico gol della sua carriera, regalando ai telespettatori di tutto il mondo (naturalmente soprattutto agli italiani) il prolungamento alla vicenda sportiva più emozionante che si fosse mai vista nella giovane storia della TV di allora. Durante i tempi supplementari le squadre segnarono altre 2 volte ciascuna. A 30 secondi dalla fine Gianni Rivera fissò, di piatto destro, il risultato che divenne oggetto di film, documentari, romanzi, e racconti di gente qualunque, che per la prima volta nella vita aveva fatto notte con il calcio. Lo Stadio Azteca conserva all’entrata una targa-ricordo di quell’incontro (peraltro l’Italia perse poi nettamente la finale con il Brasile…)
 
Torniamo ora al beach tennis, e alla sua giovane storia.
A Viareggio giocano Alex Mingozzi e Matteo Marighella, i mitici “M&M”, conosciuti nel mondo quali più autorevoli e prestigiosi ambasciatori del gioco con i racchettoni. In sei anni hanno sbaragliato avversari di ogni genere, vincendo un numero impareggiabile di tornei. Quest’anno hanno trovato un ostacolo durissimo nella nuova coppia composta da Luca Meliconi ed Alessandro Calbucci, che hanno sfilato loro le vittorie nelle competizioni più importanti (Mondiali, Italiani e le prime 3 tappe del Golden Tour). Alex e Teo sono ancora le teste di serie N.1 del torneo e il loro valore è comunque fuori discussione.
L’abbinamento nei quarti di finale è con due concittadini, anche loro già nella storia di questo gioco. Si tratta di Nicola Gambi ed Alan Maldini. Nel 2007 scelsero di sposare il progetto federale del beach tennis, mentre Alex e Teo rimasero a fare attività extrafederale. Ciascuna coppia era leader riconosciuta dei rispettivi movimenti, ma la grande sfida fra i due binomi non si giocò mai, privando gli appassionati di un momento di confronto fin troppo atteso (e la rabbia per quel mancato confronto fu la spia che così non poteva continuare, cosa che fece nascere la missione di Alessandro Calbucci verso la, finalmente raggiunta, terra promessa dell’unificazione).
Alex e Teo dominarono a lungo l’attività extrafederale e solo nel 2010 confluirono nella Federtennis. Maldini vinse a lungo in FIT, ma non con Nicola Gambi, messo fuori gioco da una lunga squalifica federale che fece leva su un suo brutto comportamento.
Quella mitica gara ci è stata restituita a Viareggio con 4 anni di ritardo. Anche se non è la “stessa” gara. Nicola ed Alan hanno ricostituito quest’anno il binomio, ma non hanno vinto molto, talvolta hanno preso dure lezioni e sono scivolati nel ranking. Alex e Teo (che hanno qualche anno in meno e che, forse per primi, hanno portato il beach tennis ad un livello professionistico, anche nella gestione del calendario di gare e degli allenamenti), figurano sulla carta nettamente favoriti.
Il nostro “Stadio Azteca” è un bel campo con tribuna costruito nello stabilimento Andrea Doria di Torre del Lago, a pochi passi da Viareggio. Ci sono 300 spettatori, nonostante il clima torrido e l’ora di pranzo.
E’ subito chiaro che la partita è “predestinata”. I ragazzi hanno un’impostazione di gioco che sembra erede di un beach tennis che viene da lontano, giocato su campi più grandi (la misura originaria era 9×9) e con posizione più distante da rete. Si scambia quasi sempre a lungo e con intensità: palleggi favolosi, tocchi, variazioni di schema, incroci, difese, acrobazie di ogni tipo. Nicola Gambi è il “diavolo” che conoscevamo: la sua bandana argentina vola a raccogliere le palle più impossibili, con un gusto tutto personale della giocata estrema. Degli altri sappiamo bene cosa siano capaci di fare.
Dicevamo dell’ultimo ingrediente, quello dell’equilibrio di punteggio. Ebbene le due coppie si sorpassano un’infinità di volte in entrambi i set. Nel primo Alan Maldini (il più forte battitore del circuito) si vede strappato un turno di battuta in cui conduceva 40 a 0. Il primo set va agli M&M per 7 a 5 e dura un’ora.
Il secondo è ancora più intenso. Il pubblico di Viareggio salta il pranzo per non staccarsi dall’arena. La palla più morbida con cui si gioca quest’anno svantaggia la dinamite maldiniana al servizio, ma agevola Alan nel suo punto debole, la ribattuta. “Sono poco abituato a rispondere a chi serve così forte – commenta– ci ho messo un po’ a carburare e sono cresciuto poco alla volta durante la partita”.
Il secondo set si chiude al tie-break che Alan e Nicola vincono a suon di giocate memorabili.
Terzo set. L’orologio non lo guarda più nessuno. Alla fine questa “partita delle partite” durerà oltre 2 ore e mezza. Punto a punto sempre, da amici-rivali che non possono fare a meno gli uni degli altri per completare questo capolavoro. Gli angeli del beach tennis muovono la palla per il campo e pettinano il punteggio, arricciandolo nei pareggi, nei vantaggi minimi, nei sorpassi momentanei.
Quando hanno già comunque “vinto” tutti, si deve per forza decidere di far “vincere” qualcuno. E’ un giro di roulette che sceglie Alan e Nicola. Il pubblico crea la sigla finale del supermatch con un interminabile applauso.
Annotazione importante: in un match lunghissimo, con tensioni di questo tipo, si è giocato senza arbitro e senza la benché minima traccia di contestazione: anche nel fair play i quattro protagonisti sono stati sontuosi.
Nicola rilascia dichiarazioni sagge e umili: “Il mio è il ruggito di un guerriero che sa di poter ancora interpretare questo gioco come pochi, ma di non poter ambire ad un ritorno al numero 1, perché passano gli anni e perché dopo una partita come questa bisognerebbe essere subito in grado di giocarne altre dello stesso tipo e questo non sono in grado di farlo. Ma siamo contenti di aver dato questo tipo di spettacolo”. E infatti la semifinale contro Tazzari/Garavini segnerà la brusca fine del torneo versiliese dei due, ma del resto anche l’Italia70, dopo aver battuto la Germania, perse la finale con il Brasile….
Alex rimane in mezzo al campo di gioco, ormai vuoto, a fissare gli angoli di sabbia dove si sono giocati i punti cruciali: “Quella palla lì… quel 40 pari…Quest’anno non ce ne va bene una, mentre lo scorso anno ogni segnale sembrava essere favorevole“. Lo sa bene, il “Miele” del beach tennis, che una sconfitta così amara è “girata” su non più di due/tre palline; che sarebbe bastato mettere una “caramella” qua e una là per non dover rimuginare su un’uscita anticipata dal torneo che per loro è una anomalia (i due hanno perso 14 partite in sei anni…).
Proprio Alex, prima del torneo, diceva beffardo: “noi la domenica pomeriggio di un torneo abbiamo sempre da fare…”, sottintendendo l’enorme continuità di risultato del grande binomio ravennate nei confronti di altre coppie dai periodici exploit alternati ad uscite molto premature. Teoricamente l’uscita di scena di Viareggio è mattutina, vista l’ora di inizio; ma l’ora di fine-gara non può che confermare la dichiarazione di Mingozzi: effettivamente, anche stavolta, gli M&M hanno passato la domenica pomeriggio con il racchettone in mano!
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Mi sento di far coraggio ai leoni feriti: stavolta (e forse solo stavolta) vincere era addirittura meno importante di esserci stati. All’Azteca fu bello essere Rivera, ma non male nemmeno essere Schnellinger. E questa partita ce la racconteremo per un po’, come il piccolo romanzo di un giovane sport.
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REFERTO
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Maldini/Gambi b. Mingozzi/Marighella  5/7 7/6 7/5
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Andamento set (il primo valore si intende riferito a Maldini/Gambi)
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1 set – sequenza servizio: GAM/MAR/MAL/MIN punti giocati 68
0-1 0-2 1-2 1-3 2-3 2-4 3-4 4-4 4-5 5-5 5-6 5-7
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2 set – sequenza servizio GAM/MAR/MAL/MIN punti giocati 70
1-0 1-1 2-1 2-2 3-2 4-2 4-3 4-4 4-5 5-5 5-6 6-6
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tie break – sequenza servizio GAM/MAR/MAL/MIN punti giocati 12
1-0 1-1 1-2 2-2 3-2 3-3 3-4 3-5 4-5 5-5 6-5 7-5
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3 set – sequenza servizio MAR/GAM/MIN/MAL punti giocati 61
0-1 1-1 1-2 1-3 2-3 3-3 3-4 4-4 4-5 5-5 6-5 7-5
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Totale punti giocati 211
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Situazioni 40pari:
2 nel primo set (vinte da MIN/MAR 2)
4 nel secondo set (vinte da MAL/GAM 4)
0 nel terzo set
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Giochi a zero:
2 nel primo set (vinti da MIN/MAR 2)
1 nel secondo set (vinto da MAL/GAM)
4 nel terzo set (vinti da MIN/MAR 2 e MAL/GAM 2)

 

Commenti a Viareggio – Anche il beach tennis ha il suo Italia-Germania 4 a 3

  1. Il 21/07/2011 16:56:27 Danny Cirella ha detto:
    Bellissimo Orto…….. peccato il mio lavoro che mi impedisce di poter girare molto…… in trepidante attesa del DELFINO!!!!!!!
  2. Il 21/07/2011 00:52:04 Galdo ha detto:
    Bravo Orto! Grande pezzo…te l’ho detto che servono le tue cronache sulla rivista!!! 😉
  3. Il 19/07/2011 16:02:00 IL DUCA ha detto:
    Grande Orto, grande articolo. E grazie ancora per il commento-voce.
  4. Il 19/07/2011 15:40:17 Stefano Tuccinardi ha detto:
    Bellissimo articolo! Io ero a bordo campo a guardare l’incontro tra gli M2 e Gambi-Maldini e volevo aggiungere, da appassionato di calcio, che il 4-3 dell’Azteca e’ figlio di una buona dose di errori mentre il match di Torre del Lago ha mostrato una sequenza di colpi vincenti e spettacolari talmente lunga che difficilmente si rivedra’ su un campo da beach tennis. Un vero spot per questo bellissimo sport. Maestro Gambi…chapeau
  5. Il 19/07/2011 13:07:51 stefano cappelletti ha detto:
    bellissimo questo articolo una partita speciale che ricordero’ con grande piacere…

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