Quattro Giorni di Te e di Noi 2025
CHECOS’E’?
“Quattro Giorni di Te e di Noi” è una rassegna dedicata all’arte, alla musica, alla letteratura prodotta da Claudio Baglioni.
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DA QUANTO TEMPO SI SVOLGE?
Quella di quest’anno si svolgerà sabato 1 febbraio 2025 e sarà la terza edizione
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Le prime due edizioni sono state caratterizzate da un evento principale e da altri eventi minori distribuiti in quattro giorni. Quest’anno l’evento sarà unico, ma nei giorni precedenti sono in programma i due concerti di Claudio Baglioni al Teatro Alighieri. Originariamente dovevano essere tre (uno è stato annullato) e così si decise di mantenere la denominazione originale
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DOVE SI SVOLGE?
Come negli anni precedenti l’evento principale si svolgerà al Mercato Coperto di Ravenna, luogo moderno e multifunzionale, capace di essere contemporaneamente teatro, ristorante e sala conferenze. Il Mercato Coperto si trova nel pieno centro di Ravenna, in zona pedonale, a poche centinaia di metri da alcuni degli otto monumenti cittadini riconosciuti patrimonio dell’Unesco e dalla tomba di Dante Alighieri. E’ possibile trovare parcheggio gratuito per l’auto a circa 300 metri di distanza.
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IL PROGRAMMA
La manifestazione è divisa in due parti. La prima avrà inizio alle ore 18 e sarà imperniata su un’intervista fotografica a Serena Bagozzi, con intermezzi dedicati a quiz, video ed esecuzioni musicali dal vivo.
Alle 20 sarà servita la cena con menu alla carta.
Alle 21.30 avrà inizio lo spettacolo musicale con performance di Gianluca Amore, seguita dal concerto di Serena Bagozzi
Alle 23.45 gran finale.
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SERENA BAGOZZI
Cantante romana da molti anni vocalist insostituibile nella band di Claudio Baglioni. Capace di proporre il repertorio noto e meno noto di Baglioni in una chiave rock intensa e personale.
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PER PARTECIPARE
L’evento è completamente gratuito. L’accesso alla parte pomeridiana è libero. La fruizione dello spettacolo serale è riservata ai clienti del Mercato Coperto. E’ possibile prenotare la cena telefonando, dall’8 gennaio in poi, al numero 0544244611. Non ci saranno sovrapprezzi sui costi del ristorante.
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INFO
Sulla pagina facebook “Quattro Giorni di Te e di Noi” è possibile recuperare immagini delle edizioni precedenti (caratterizzate da presentazioni di libri, spettacoli di cover band, giochi a quiz, momenti conviviali e la straordinaria performance di Walter Savelli, compositore e pianista di Baglioni).
La pagina, inoltre, consentirà di partecipare ai giochi a premi che saranno proposti durante la serata.
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1) Cominciamo dalla bellissima SIGLA, che è opera del giovane grafico, chitarrista, cantante, pianista, intellettuale idealista, grande conoscitore dell’opera di Claudio e, soprattutto, mio amico, Federico Laudizi, che poi ha curato anche la regia della serata.
Ci sono le immagini delle prime due edizioni della nostra rassegna. In sottofondo un pezzo strumentale composto da Claudio per il progetto “Da Me A Te”.

Nell’ultima immagine ho “rubato” una frase che Claudio dedicò, tanti anni fa, ad un’iniziativa simile che facemmo in Toscana.
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2) Presentazione
Salgo sul palco e spiego la mia idea, giunta al terzo anno di vita.
Claudio è un grande cantante, musicista, poeta, uomo di televisione, un “politico” nel senso più alto e nobile del termine, un gestore di uomini, un architetto di ambienti, un ideatore di progetti arditi.
E’ un grande italiano. E come tale merita di essere seguito, studiato e approfondito.
Chiedo se il pubblico è d’accordo (se qualcuno non fosse stato d’accordo gli avrei
espresso la mia solidarietà, perché stava partendo un programma che sarebbe durato 6 ore…)

Sono stato orgoglioso di poter dire in apertura una cosa in cui credo molto: ovvero che in occasione degli spettacoli di Claudio al Teatro Alighieri, l’inventore della nostra lingua – il Sommo Poeta, che trascorre il suo eterno riposo a 50 metri da quel teatro – ha avuto l’opportunità di “ascoltare” colui che, quella lingua, l’ha saputa usare meglio di chiunque altro.
Mi ero portato un foglio con altre cose da dire, ma poi nell’emozione mi sono dimenticato tutto. Meglio per voi.
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3) gag di Martina
Martina vive a Treviso e suona il violoncello nell’ensemble “Cento Cellos” creato dal maestro Giovanni Sollima con cui ha avuto importanti esperienze, anche internazionali.
Sapevo il contributo musicale che poteva dare, ma mi “serviva” anche come controcanto, come elemento estraneo e un po’ antagonista all’ammirazione per Claudio condivisa da tutti gli altri presenti. Con Martina la trasmissione della passione per la musica di Claudio non mi è riuscita un granché bene, quindi ha accettato ben volentieri di apparire quella che “ne sa poco”. Nella gag iniziale (che però mi sa che non facesse molto ridere…) finge di aver capito di essere lei l’attrazione della serata e di essere incredula che tutti i presenti siano lì per celebrare quel cantante. Quando apprende che per esibirsi dovrà suonare un brano di Claudio, finge di prendersi qualche minuto per andare a impararne uno al volo. “Tanto… sono tutti uguali…”

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4) Talk Show con Serena
Noi, in maggioranza, li conosciamo solo come “la band” o “lo staff”. Ma sono mondi musicali (e anche di altre arti e mestieri) di assoluta eccellenza, scelti con cura da Claudio, che accettano di partecipare ai suoi grandi progetti, rinunciando ad un po’ (ad un bel po’) della visibilità individuale che meriterebbero.
Ho contattato Serena Bagozzi che, già dalle brevi telefonate per metterci d’accordo, mi ha travolto con la passione schiumante che anima la sua arte e il suo modo di vivere. Ero sicuro che ci avrebbe deliziato con la performance musicale, ma anche con il modo di raccontare le fantastiche esperienze che ha saputo conquistarsi grazie alle sue capacità.

Non mi sono sbagliato. Conversare con lei su quel palco è stato un incanto. Percepivo il brivido ancora intatto che provava ogni volta che sullo schermo compariva un’immagine-domanda che la riportava a qualche momento importante: la devozione per Claudio, lo strazio nel ripensare alla felicità condivisa con Filippo e con Claudia Arvati, i luoghi del cuore, gli eventi memorabili, la sua Roma magica, gli infiniti incontri, la vita da tournèe…
Io avrei fatto mattina a parlare con lei di queste cose. Ma a combattere il tempo come si fa?
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5) I quiz
Alcuni temi per la conversazione con Serena sono stati proposti con foto, altri con quiz.
Ho scelto di far completare versi di canzoni che fornissero argomenti per l’intervista. Alcune facili, alcune difficili, alcune per super esperti.
Sono una quindicina i “giocatori” che per ciascun quiz, anche per i più difficili, forniscono una risposta esatta: bravi.
Il più veloce è Filippo. Il premio è la sciarpa del tour e una copia dei due romanzi scritti da Ivan Fedele e ambientati nel mondo dei fans (ma Filippo li aveva già e allora li lascia ad altri giocatori) e un po’ di materiale “di magazzino” regalatomi da Max DeVil
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6) Duetto Vincenzo-Martina
Vincenzo Riccio è un ottimo pianista e compositore. Insieme a Max Ragazzo è l’anima del gruppo musicale padovano “Contrabband”. Lo conobbi a Lampedusa nel 2005, mentre entrambi cercavamo di raggiungere la spiaggia della Guitgia e uno dei celebri “O’Scià”. Ci unì subito il comune tifo per il maestro Claudio e ne nacque una fraterna amicizia.

A lui ho chiesto di essere “direttore artistico” dei due momenti musicali che avevo pensato a supporto dello show di Serena.
“Come potremmo utilizzare il violoncello di Martina?”
Risposta secca e indicazione unica: “in duetto con un pianoforte su Avrai”. E un’aggiunta importante: “il violoncello dovrà interpretare per un tratto il canto e per un altro tratto il controcanto, come fa spesso Claudio duettando con il pubblico su questo brano”.
Ricevute le partiture, a Martina non servono troppe prove. Per far contento lo zio si applica con la consueta attenzione su un autore che non ha mai considerato.
Sul palco Vincenzo e Martina non deludono. E io mi godo il “risultato” seduto accanto a Serena, ex violinista, che ascolta con affettuosa partecipazione.
Martina ottiene un grande successo personale e l’affetto del popolo di Claudio la travolge. Salutandomi a fine serata (affascinata anche dalla performance di Serena) se ne va con una mezza ammissione: “Ma sai che, in fondo, ‘sto Baglioni…”.
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7) Vincenzo e Gianluca
Finita la prima parte ci vogliono pochi minuti per trasformare una sala conferenze in un ristorante per 200 posti. E’ veramente un plus del Mercato Coperto di Ravenna, non so quante altre città siano dotate di uno spazio così funzionale.
Accanto alla star volevo dei giovani. Avevo quasi combinato gli interventi di bambine e di un gruppo di ragazzini di colore, per dare un’interpretazione originale e inaspettata al repertorio di Claudio, ma per dettagli non sono riuscito a chiudere.
Non mi sfugge, invece, Gianluca Amore, quello che non è certo un ragazzino, ma un artista già affermato, con una grande varietà espressiva resa possibile da una voce soul, rock, pop e… quant’altro si possa fare con una voce.
La grande devozione per l’opera di Claudio, la sua capacità di proporlo “alla Freddie Mercury” (artista che rappresenta con un’apprezzata cover band) mi rende orgoglioso di averlo potuto associare al nostro programma.
Arriva sul palco e, col fido Vincenzo al pianoforte (che è stato il suo primo maestro, quando era bambino), offre un altro modo di “fare Claudio” a cui il pubblico risponde con generosi applausi.
Grande Gianluca!!!
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8 ) Super Concerto di Serena
Ed eccoci alla parte della serata più attesa da tutti, quella su cui avevo più aspettative e meno dubbi. Una volta messo in mano un microfono funzionante a quella tigre bionda ero sicuro che sarebbe stata automaticamente magia. E così è stato. Serena, come sua abitudine, ha passato un lungo tempo da sola, in camerino, a concentrarsi sullo spettacolo che stava per proporre. Non ha nemmeno cenato. E quando è stata la sua ora ha restituito tutta la forza della sua passione e del suo talento, senza risparmiarsi nulla, come se il nostro ristorante di provincia fosse una Caracalla, un’Arena, un palasport di Berlino gremito da 15mila persone come quelle che ha incantato nello show che ha preceduto le finali europee di basket (lei non vuole, ma voi non datele retta e andate a cercare sul web quella fantastica interpretazione).
Accanto a lei il fido Daniele Lulli, capace di manovrare un gioiello di Fender Stratocaster e creare un suono ampio e completo, su cui Serena ha potuto esprimersi al massimo.
Quando esegue, con evidente commozione, la superba “Come Ti Dirò” mi tocca rivedere la mia idea che quel brano sia adatto solo ad un tenore (ho sempre sognato Bocelli). Evidentemente ne può uscire alla grande anche in versione-tigre.
Alla fine firma lo striscione con la scritta in dialetto che due giorni prima avevamo sbandierato davanti a Claudio, costringendolo (non so quanto volentieri) a fermarsi per lasciare la sua traccia frettolosa. Serena e Daniele, invece, di fretta non ne hanno, si immergono nell’abbraccio della “cellula romagnola” e degli amici, loro fans, che ci hanno raggiunto da Napoli, dalla Sicilia, dalla Lombardia, da Bologna, dal Veneto, dalle Marche…
E dopo mille saluti, a notte fonda, a ristorante ormai chiuso, le napoletane, con le loro mozzarelle, risolvono anche il problema della cena di Serena, che non avevo pensato (potevi dirmelo, però!) di metterle da parte. Non si ripeta più che qualcuno viene in Romagna e se ne va senza trovare da mangiare!
Cara Serena, come ti dirò (non lo so come) che qua già ci manchi e che ti aspettiamo al più presto? 











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9) Tutti Qui
Serena chiude alla grande la sua performance. Filippo le consegna un mazzo di fiori a nome della “Cellula Romagnola” e ritira il suo premio per il quiz.

Poi sta di nuovo a me. Dovrei ricordarmi di ringraziare il personale del Mercato Coperto (ma mi dimentico), dovrei chiamare tutti sul palco (ma mi dimentico Martina), dovrei chiedere a Gianluca di fare un assaggio di un suo acuto alla Freddie Mercury (ma mi dimentico), dovrei complimentarmi con Serena per i 10 anni del suo progetto Bags (ma mi dimentico), dovrei fare gli auguri ai Contrabband per il loro show del 22 febbraio a Padova (ma mi dimentico), dovrei mandare un saluto diretto anche al grande mago Claudio che ci ha permesso avventure, conoscenze, esperienze che ci hanno fatto più grandi e meno soli per il mondo (ma mi dimentico).

Mi ricordo, per fortuna, di salutare e ringraziare tutti per la affettuosa partecipazione, soprattutto quelli che sono venuti da lontano. E di chieder loro l’ultima promessa: se ci perdessimo , se anche fossimo lontani, sapremmo tornare, almeno col pensiero, almeno per un momento, al mondo a forma di noi che siamo riusciti a costruire per qualche ora, nella nostra Ravenna. Tutti in questo abbraccio. Tutti qui.
Grazie. E’ stato tutto indimenticabile