Giù il cappello per i Capitani !!!

 

Baglioni e Morandi conquistano il Foro Italico, da intramontabili maestri di emozioni.

 

Toglietevi il cappello. Toglietevelo tutti. Anche voi che non apprezzate le loro canzoni.

Anche voi che… Baglioni? Morandi?…ancora… ma basta… sono due mummie… sono rifatti… sono gay…

Per cominciare sfiliamo dal mazzo la musica, posto che non vi piaccia. Rimangono due settantenni in allucinante condizione psico-fisica. Uno spot vivente per la cura del corpo e dello spirito, perché per fare 12 spettacoli di questo tipo in 15 giorni bisogna star bene di muscoli, di mente, di cuore e di sangue. Bisogna amare profondamente il lavoro che si fa, l’età che si ha, il mondo in cui si vive. Amare queste cose anche quando ci sarebbero molti motivi per non farlo, per non rischiare, per ritirarsi a godersi soldi e gloria.

Continuiamo ancora a non considerare la musica. Su quel palco ci sono due brave persone, due uomini di pace. Ogni sera, per tre ore e mezza, è una lezione di benessere, altruismo, civiltà, amicizia, rispetto, progresso, attenzione per il prossimo, ricerca della bellezza e delle emozioni. I due rinunciano a dire le loro opinioni (che pure sarebbero profonde ed ascoltate). Rinunciano a dare al loro spettacolo caratterizzazioni diverse da quelle di uno show popolare. E’ una specie di preghiera laica, evangelica, compatibile con ogni religione.

Ancora non abbiamo acceso la musica. E c’è Roma a settembre, la magia del Foro Italico pieno in ogni seggiolino, la temperatura giusta e quella virgola di ponentino ad asciugare l’umidità. I famosi pini che si vedono dagli ordini di posto più alti, quelli dei loggionisti che esibiscono provenienze geografiche da tutta Italia, da ogni Italia, dalla miglior Italia, con uno sforzo di ferie, di denaro, di vita, che alla fine nessuno rimpiangerà. Totalmente Rim-Baglioniti. Perdutamente Inna-Morandi…

Luci, scenografie, audio sono pronti (e saranno un condimento essenziale per la riuscita dello spettacolo). Ora accendiamo la musica. Un’orchestra di 21 elementi, di ventun fenomeni, di ventun eccellenze italiane, di ventuno storie artistiche che meriterebbero di essere affrontate una per una, e che per queste sere si limitano a fare da squadra di supporto per i due centravanti, per coloro che, alle doti musicali, hanno unito la capacità esplosiva di entrare con forza e fare gol in pezzi di storia di milioni di persone.

E infine arrivano le loro canzoni. Portate sempre grata riconoscenza a chi vi ha fatto cantare nella vita. Anche l’orchestrina alla festa del paese. Anche la nipote al saggio musicale della scuola. Ed estendete questa riconoscenza a chi vi ha fatto ridere con una barzelletta o una storiella, a chi vi ha commosso o coinvolto a teatro, a chi vi ha fatto alzare in piedi e urlare “gol” in un abbraccio. A chi vi ha migliorato e arricchito con l’arte popolare.

Raddoppiate la riconoscenza se lo ha fatto negli anni della vostra gioventù. Triplicatelo o moltiplicatelo a piacere se continua ancora a farlo quando i capelli, se ci sono, sono bianchi e non sarebbe più tempo biologico per cantare, saltare o commuoversi.

Due grandissimi italiani. Due carriere cinquantennali. Ripetizione infinita del miracolo povero della canzone. Quello che quando uno dice “Fatti mandare dalla mamma…?” impone all’altro di rispondere “a prendere il latte!”. Forse ce l’avrete fatta una volta anche voi ad imporre un tormentone. A scuola, con la compagnia del bar, nello spogliatoio del calcetto… Loro ci riescono da decenni. Le frasi che hanno pensato e cantato sono state la compagnia di mille nostri momenti.

Toglietevi il cappello e rinunciate, per una notte, ai vostri snobismi. Domani riprenderete a parlare di lifting e di mummie. Ma la storia in musica rappresentata al Foro Italico parla comunque anche di voi. Cerchiamo uno straccio di unità nazionale intorno al talento e alla tenacia di questi due fenomenali artisti pop.

Toglietevi il cappello di fronte all’espressione, magica e povera al tempo stesso, della canzone italiana.

Per questo piccolo applauso non sarà necessario che il soggetto sul palco accompagni la vostra vita con la forza e la presenza di un fratello acquisito, come accade per chi vi scrive. Quella è la piccola fortuna di un regalo in più, distribuito ancora una volta, con generosità da instancabile e coraggiosissimo capitano.

 

 

 

 

 

 

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