Campovolo2 – Uno show memorabile

Campovolo 2 – Uno show memorabile

  • Scritto da Marco
  • 23.09.2012  12:17.35

Gli artisti hanno preparato con grande cura l’evento, incontrandosi tutti in precedenza per una riunione organizzativa, finalizzata a studiare la scaletta (sicuro il contributo di Claudio, vista l’impostazione molto simile a quella di Lampedusa) e a scegliere con precisione la destinazione delle ingenti somme raccolte (pensate 160mila biglietti a 25 euro e il merchandising ufficiale andato a ruba).

Nella foto si ha l’impressione che Liga stia aspettando un autografo da Claudio. Mi posso immaginare il tono dell’ipotetica richiesta del Liga: “Glaudio, vammi guesto cazzo d’autografo, perché una tippa mi ha dètto che se glielo borto boi lei scende vestita solo del bicchiere…”

.

 

La logistica dell’evento è stata ottimale nel “prima”, discreta nel “durante” e (forse inevitabilmente) pessima nel “dopo”

Il nostro arrivo a Campovolo è stato accompagnato da abbondanti indicazioni stradali, da steward simpatici, gentili e volenterosi, da una biglietteria con pochissima fila e ben strutturata, da un accesso al campo facile e festoso, grazie anche alla bellissima giornata di sole.

Durante l’attesa era difficile muoversi (per andare al wc, a comprare il merchandising, a bere e mangiare) . Tante ore così possono essere stressanti. Va dato atto che il popolo di Campovolo ha mantenuto un’invidiabile compostezza, almeno per quanto ho visto io. Era però il caso di creare percorsi protetti all’interno del campo e di mettere raccolte di immondizie (il letamaio lasciato dal pubblico è una delle pochissime note negative della serata).

Dopo è stato il delirio. Dò solo gli orari: fine concerto a mezzanotte e mezza. Uscita dal parcheggio alle 3. Ingresso al casello di Reggio Emilia alle 5,45. Arrivo a casa alle 7,15. La piccola Reggio non ce l’ha fatta a smaltire in modo decoroso la marea umana che l’ha festosamente invasa. Forse non si poteva davvero fare diversamente. Nonostante la faticaccia sono certo che ne sia valsa la pena.

.

.

Nella lunga attesa delle ore 20 (a proposito: perché non mandare sullo schermo gigante qualche filmato, qualche intervista, un po’ di backstage, un cartone animato, un’esibizione di giovani del luogo???) impazzava il “toto-inizio”: io davo per favorito un video di saluto di Laurina oppure Ligabue, da “padrone di casa”. Invece Ligabue manda sul palco il proprio manager, Claudio Maioli, a leggere (leggere! suvvia…) due parole piuttosto banali di saluto. Si poteva iniziare con qualche effetto speciale più efficace.

Somarissimo Jovanotti, che (lo saprò dopo) aveva twittato la scaletta qualche minuto prima, come un cronistello di provincia ansioso di fare bella figura

La prima star a imbracciare la chitarra è Zucchero. E’ un emiliano, è amato da tutti. La scelta ci può stare. Apre con “Un soffio caldo”, mentre cominciamo a capire la dinamica della scaletta, con gli inserimenti “a sorpresa” degli altri big. Su Zucchero intervengono Beck, Elisa e Fiorella Mannoia (mi sembra con il microfono spento)  

 

 

 Ancora spazio all’Emilia. Arrivano i Nomadi con il loro nuovo cantante

Nel “termometro” dei fan club (guardando sciarpine, magliette e altri simboli di appartenenza) mi sembra che il primo posto sia di Ligabue, mentre per il secondo la lotta è equilibrata, con i Nomadi che si piazzano bene, insieme al maestro Claudio e alla pur assente Laurina.

Proprio Claudio irrompe per duettare su “Io Vagabondo”. E’ un’entrata da karaoke. Davvero niente di che sul piano artistico. Serve solo per mettere i Nomadi (ancora fra i pochi che mancavano) nell’archivio dei duetti. Però l’ingresso è sempre … “un colpo all’anima”, come direbbe il padrone di casa Liga.

.

I Nomadi annunciano Giorgia, illustrata nella foto qui a fianco in tenuta sportiva. Lo sviluppo della sua femminilità negli ultimi anni è stato spettacolare e il vestitino argentato (accidenti, non ho ancora trovato la foto) gliene rende merito.

Che fosse brava era e rimane fuori discussione.“Di Sole e D’Azzurro” (di cui è autore Zucchero) è una delle più belle canzoni della nostra musica leggera e la magica notte di Campovolo non può che ricordarlo a tutti.

Il duetto con Jovanotti su “Tu mi porti su” scatena la festa dei 150mila. Lorenzo nel finale improvvisa anche una breve versione di “Volare”.

.

.

.

.

 Tiziano Ferro non è uno dei miei autori preferiti. Ma nella “notte magica” tutti meritano rispetto. Così mi predispongo all’ascolto. E capisco che c’è qualcosa che non va nella distribuzione del suono. Anche qui è probabilmente impossibile far sentire bene musica di qualità in un… aeroporto. Però mi sembra che la musica sia sempre sovrastante rispetto alle voci. Per non parlare di alcuni microfoni che sembrano poco potenti (mai quello di Claudione, che sembra sempre ben amplificato sia dall’elettricità che dalla natura).

Tiziano Ferro spende anche belle parole “parlate” sottolineando la fusione dei fans club. (non tutti avranno la stessa qualità e attenzione alle parti parlate. Ad esempio Giorgia se la caverà con un banale“voi oggi avete fatto la differenza!” Ma lei però aveva il vestitino…Perdonata, per stavolta)

.

Fiorella Mannoia non indossa vestitini, ma lascerà un segno intenso sulla serata. Due dei duetti più riusciti la vedono protagonista. Qui accanto, con Giuliano Sangiorgi, rende omaggio a Lucio Dalla con “Anna e Marco”. (“Lucio, la senti Campovolo?” è la straziante invocazione di Sangiorgi).

Poi, con Jovanotti, è il delirio su “Clandestino” in versione ricca di doppi sensi e allusioni.

Tutta sola incanta con “Quello che le donne non dicono” (“… che e ze porsèe!” fu la memorabile chiosa di Nonno Bruno da Padova che guardava con me il Festival di Sanremo in Tv)

Poi concede qualcosa alla modernità, prendendo con la sua fotocamera digitale un’immagine della marea umana di Campovolo a uso twitter. L’immagine è quella qui sotto, non nitidissima, ma “col cuore”.

  

 

 

 

 

 

 

.

.

.

Finora tutto ok. Ma la sensazione è, sempre citando il padrone di casa, che “il bello deve ancora venire”.

E infatti. Arriva Renato Zero.

Come prevedevo ricorda i tempi dei suoi inizi, in cui l’Emilia gli dette occasioni per esprimere il suo talento e tolleranza per la sua stravagante “diversità”.

“Fai ben suonare il busone! è poi bravo…” è il commento che ho sempre immaginato fatto da un impresario bolognese alla vista del giovane Renato e dei suoi travestimenti ambigui…

Canta una canzone che non conosco “Resisti !” , mentre forse con “La Favola Mia” avrebbe spaccato . Ma è ancora in tempo, perché con “I Migliori Anni” non può sbagliare. E non sbaglia. “Strabilianti anni, dolce Emilia! È la sua chiusura. Ma non ancora il suo saluto finale. Lo rivedremo dopo.

.

.

.

.

 

I Negramaro sono, fra gli artisti presenti, quelli che conosco meno. Porto rispetto, ma ne approfitto per rifiatare. Alla fine Sangiorgi e C. lanciano il testimone ad Elisa.

.

 

Elisa non mi sembra tipo da grandissime arene. Fa una musica raffinata e vellutata, che a Campovolo sembra troppo “piccola” rispetto al contenitore. Tra l’altro canta un pezzo in inglese, in una serata tutta “Made in Italy”. Avrebbe potuto evitare. Intenerisce con il suo emozionato accendo del nordest (“Vedervi così in tanti è come fare un sogno dopo aver mangiato un panino con mille salsicce…”). Poi si “rompe la metropolitana” (copyright battuta Missis 2003) e sul palco arrivano coristi e orchestrali di ogni genere.

E quando l’ultimo pezzo è “Gli Ostacoli del Cuore”, capiamo che è imminente il primo sbarco sul palco dell’uomo più atteso della serata. Non sbagliamo. Ligabue arriva a duettare con la friulana e a fare il primo pieno di ovazioni.

.

 

 

Elisa saluta con un “Ciao!” Laura Pausini(tutto qui l’omaggio a quella che doveva essere una delle star indiscusse??? E nessuno che si sia ricordato di mandare un bacio a Luciano Pavarotti???) e presenta Claudio. Ormai il maestro lo conosco e ho pochi dubbi sulla scaletta che avrà scelto. Strada Facendo e La vita è Adesso sono due brani “istituzionali” che non può mancare. Ho dubbi per il terzo brano, ma, trattandosi di un duetto (e nemmeno so con chi!), la scelta è troppo ampia, anche per me. Sogno che faccia “Fianco a Fianco”, il brano più adatto ad una serata come questa, ma, ahimé, forse il meno conosciuto della sua produzione…

Io ed i suoi occhi scuri ci incontriamo così anche a Campovolo. Ed è il 52mo incontro di una piccola storia che continua ancora. Il “Salta sulla vita” con 150mila persone (e 300mila braccia) è il top dei top dei top dei troppo top.

Ottima la scelta del terzo brano, “Via” (avrei dovuto pensarci!). Arriva un impercettibile Sangiorgi ad accennare un duetto che non “decolla” e lascia la sensazione di una normale performance “a solo” del maestro e fratello Claudio, che ingentilisce l’esibizione con parlati rivestiti dell’abituale eleganza (“Grazie per l’Italia che avete portato qui”), non escluso quello che lancia i ritrovati Litfiba (molti altri colleghi, offuscati dall’adrenalina, avevano trascurato l’onere di presentazione del collega a seguire; non Claudio, con la solita formidabile dimostrazione di controllo del palco e dei particolari).

.

 

.

Piero Pelù fa il … Piero Pelù più classico e tipico. Io sono svuotato dalla performance di Claudio e mi prendo un altro time-out. Una giornalista riporta ironicamente il suo saluto alla folla: “Ciao Cmpvlooo!!!”Ben riprodotto!

Viene proposta la ballata antimilitarista “Il Mio Nome E’ Mai Più” con la logica partecipazione di Jovanotti e Ligabue (che incisero con lui il pezzo), ma anche di Mannoia e Baglioni (che arriva a realizzare tecnicamente l’obiettivo di duettare anche con Ligabue, in un album di figurine che ormai, fra i viventi, manca solo di Vasco Rossi).

.

 

Tocca ad Antonacci, che, per fortuna, canta e non parla (specialità nella quale sa raggiungere risultati imbarazzanti). Anzi no. Parla. Ma non delle sue canzoni. Fa una bella cosa: introduce una 17enne di Mirandola che dice poche e dolci parole sulle difficoltà della sua gente. Antonacci le sta vicino, le fa coraggio e spesso la pomicia “alla brutalona”, con molto affetto, ma lei rimane composta, con coraggio e personalità da leonessa, davanti al mare di gente che canta per il futuro della sua terra. Si chiama Elisa. Brava!!!!

.

.

.


.

Tocca a Jovi, che comunque abbiamo già più volte visto in varie incursioni. Il pezzo che spacca ce l’ha in canna. “Il più grande spettacolo dopo il big bang” non potete che essere “voi”, mare umano di Campovolo, che rispondete con ovazioni da brividi.

.

.

Con Renato Zero duetto reggae su “Amico”, che induce Renatone ad una bella battuta: “N’amico puoi farlo reggae, puoi farlo lesso co’ du patate, sempre n’amico rimane”.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

Arriva Luciano Ligabue, che in passato altre due volte, qui all’aeroporto, aveva fatto la magia di raccogliere un popolo di questa grandezza.

Ha la faccia felice di chi è riuscito in un’impresa difficilissima. Si immerge nella gratitudine di Campovolo senza corrompere la sua bulleggiante durezza.

E’ sempre lui. Anche Marlon Brando è sempre lui. E il “wow wow wow” finale deve partire piano, “come quando ci si limano le unghie“. Ma poi cresce ed esplode. “Wowowowowow” è l’urlo che la migliore Italia lancia da Reggio. Ma Liga non ha voglia di “infierire” sulle emozioni. Solo un duetto con Zucchero su “Non è tempo per noi” e una trionfale “Il meglio deve ancora venire” tutta dedicata alla sua Emilia che risorge. Il tempo della sua esibizione vola via in un attimo. Poteva farci fare mattina, sul prato di Campovolo, e nessuno se ne sarebbe lamentato

.

.

.

Non è ancora finita. Buio di qualche secondo da cui riemerge il maestro e fratello Claudio, per accarezzare il ricordo dell’emiliano Pierangelo Bertoli. Chiuderanno tutti assieme cantando “A Muso Duro” , con un passaggio testuale che dice tutto sul disgusto per i tempi che viviamo Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani/e quelli che rubavano un salario/i falsi che si fanno una carriera/con certe prestazioni fuori orario”

A Muso Duro, ce ne “campo-voliamo”via da una notte magica, da chiudere con gli occhi e non smarrire mai.

.

.

.

.

E ancora adesso io campovoooolooooo….

(da “Gagarin”)

 

 

 

Clicca sulle stelline e vota questo articolo!

Voto: 7,75 su 8 voti

 

Commenti a Campovolo 2 – Uno show memorabile

  1. Il 04/10/2012 22:52:47 ari ha detto:
    :heart::heart::heart:
  2. Il 24/09/2012 23:02:33 Graziano ha detto:
    Grandissimo Marco!!! :)
    Effettivamente Claudio avrebbe potuto osare di più riguardo alla scaletta….avrei inserito un brano più melodico e meno scontato. FIANCO A FIANCO l’avrei apprezzato, ma credo che l’1% dei presenti l’avrebbe riconosciuta……io avrei inserito un grande brano d’amore non banale, ma molto conosciuto come AMORI IN CORSO.
    Non sono d’accordo su IO VAGABONDO da karaoke….per me lì è stato straordinario!!!!!!
    :approve:
  3. Il 24/09/2012 18:50:31 Isab973 ha detto:
    Grazie Marco, per questo tuo intenso racconto! Davvero sembrava di essere lì! Sei meglio di Sky! ;0)) E comunque l’imitazione del Liga è troppo carina!!! A presto!
  4. Il 24/09/2012 10:20:47 Orietta ha detto:
    Ti ho letto su Regi ;-).
    Io ero davanti alla tv sintonizzata su sky e sulle dirette radio, devo dire che arrivano emozioni a mille! La “distesa” di gente, di braccia era impressionante.
    Ovviamente un occhio di riguardo al “mio”Claudio che quando ha fatto i suoi primi passetti sul palco mi si è fermato il cuore per l’emozione… eppure l’ho visto in non so quante occasioni live!
    E poi si il Liga è carismatico da morire!
    Eravate veramente bellissimi!
    Grazie di questo racconto che ha rinnovato il rimpianto di non essere partita.
    Orietta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *