A Milano trionfa un Claudio canterino e… parlerino!!!

Agli “Arcimboldi di Milano” un nuovo trionfo per Claudio Baglioni, impegnato in “Dieci Dita”, un coraggioso spettacolo “a solo”, dove ha riproposto il suo immenso repertorio, ma ha anche incantato il pubblico con aneddoti e racconti della sua infanzia e dell’Italia di allora.

 Questo il racconto che ho preparato per la mailing list “Reginella” e che ho firmato con il solito pseudonimo di “El Viajero…”

In coda gli appassionati interventi di tre amiche spettatrici (due a Roma e una a Milano), di questo magnifico show…

  .

 

Ciao a tutti
si sta concludendo la seconda esperienza di Claudio con il suo “DieciDita”.
Lo spettacolo è ben riuscito (a parte la malattia e i forfait delle date romane) ed è facile intuirlo dagli applausi, dall’attenzione del pubblico che si percepisce senza cali per tre ore (non poche per un one-man-show privo di qualsiasi accessorio scenografico), dai commenti che ho letto ovunque nei giorni scorsi e dalle belle facce della gente che defluiva dal teatro, fra le quali non ho percepito nessun cenno di stanchezza o delusione, ma solo la monumentale ammirazione che si prova per un artista capace di proporre (e di esserne all’altezza) uno spettacolo così coraggioso e difficile.

Nella data milanese che ho visto io (sabato 12 gennaio) Claudio ha suonato e cantato magistralmente, senza infortuni di esecuzione di alcun tipo. Non so quale “cura” abbia fatto per non sbagliare mai una parola o una nota.

Ci può stare che ci fossero dei “gobbi” abilmente nascosti fra i monitor o nella tastiera, ma, ugualmente, è un’impresa ardua fare “percorso netto” su tre ore di ostacoli di ogni tipo, quali lui stesso si è creato, componendo canzoni e testi molto difficili.

Formidabile anche l’attenzione che ha messo alle parti parlate. Claudio non ha “chiacchierato” (come ricordavo nella data romana dello scorso anno), ma ha lettaralmente “recitato” un opera in prosa. Senza parti di improvvisazione, senza ricorrere al dialetto (a Roma lo fece spesso), ma con un testo strettamente seguito, senza pause, senza improvvisazioni, nonostante si avesse l’idea di grande leggerezza e confidenza. Solo gli attori che studiano un copione per molti mesi possono arrivare a padroneggiarlo con questo livello di efficacia di interpretazione.

Le cose che ha raccontato sono state molto interessanti. Solo una mia perplessità nel finale, quando ha tratteggiato un quadro tutto rosa dell’Italia degli Anni Cinquanta, forse derivante dall’infinito affetto familiare di cui è stato circondato (affetto che è stato il vero “protagonista” dello spettacolo).

Invece erano anni di violenze e di intolleranze. Verso le donne, verso gli omosessuali, verso i meridionali, verso i bambini… persino per i disabili sono stati anni di disagi non solo fisici, ma di discriminazioni e sofferenze morali molto maggiori di quelle che si provano adesso.

Però una cosa è evidente: erano anni in cui bastavano meno cose per essere felici. E questo, ai nostri giorni, sembriamo incapaci di capirlo.

Dal punto di vista musicale direi che i “gol” più belli sono stati “Amori in Corso” e “Tamburi Lontani”. Purtroppo la decisione “talebana” di non usare musicisti o basi lo ha costretto a flagellare la scaletta dei pezzi corali ed orchestrali, che sono quelli che mi piacciono di più. Mi sono mancati molto. (“Quelli LI DEVE FARE !” citando una sua battuta dello show). E non è roba che si possa fare alla chitarra, con l’andatura del posteggiatore, come ha accennato a fare in un medley-manopolone, fortunatamente breve, mentre le fans allungavano le mani (a proposito: come mai quando un uomo allunga le mani su una donna è un porco schifoso, che molesta, che fa danni morali irreversibili, che dovrebbero tagliargli quello e strappargli quell’altro… mentre se le mani le allunga una donna su un uomo finisce tutto a ridere???)

Ci sono state alcune “invasioni di campo” (credo che il triste fenomeno si sia ripetuto anche in altre date). Del resto la tentazione è forte e le “invadenti” sono convinte di partire con il massimo della buona fede, cercano un modo per sdebitarsi di quell’infinita ammirazione che hanno accumulato in tanti anni di onorata venerazione. Danno un po’ fastidio, ma Claudio sa come fare a gestire la situazione. Del resto se non sapesse come fare non avrebbe messo costosissimi posti a sedere sul palco, creando “aspettative ad orologeria” che covano per mesi il loro tentativo di avvicinare il feticcio.

E, pur apparendo scocciatissimo (l’episodio della signora che ha mandato in avanscoperta l’ignara bambina è proprio da telefono azzurro) sono convinto che quando non ci sarà più nessuno a tentare l’invasione e a cercare di toccargli il popò… beh, quel giorno ci rimarrà molto male…

in questo link il filmato dove invece Claudio, in un’altra data dello show, maltratta una “Iena” giunta sul palco a proporre la sua stupidissima e insulsa gag. Spero che i bodyguard abbiano menato a dovere ‘sto cretino…

http://www.youtube.com/watch?v=ZAEHvstXa3E
Vorrei salutare tutti coloro che ho incontrato, ieri come le tante volte precedenti. Dalle belle persone che mi hanno accompagnato, ai gruppi organizzati della Romagna e del Veneto. Tanta bella gente. Il nostro popolo sulle vie dei colori di Claudio. Non perdiamoci di vista!(…”altrimenti me la piglio con voi”, come credo che qualcuno abbia già detto in passato).

El Viajero

  • Scritto da Marco
  • 10.01.2013  19:33.27

.

Qui scrive la fiorentina “Loccina”…

Finalmente sabato ho potuto vedere queste 10 dita a lavoro. Sapevo che avrei assistito a un grande spettacolo visto che al centro del palco c’era Claudio (un nome una garanzia)
lo spettacolo e’ stato veramente UNO SPETTACOLO!!!!
Alle sue doti di buon parlatore non ci si abitua mai, mi sono sentita come se fossimo stati soli io e lui a cena, chiudendo gli occhi era come se potessi vedermi la scena: gli avrei preparato crostini di fegato alla toscana, salsiccia e stracchino per antipasto, una bella ribollita con cavolo nero (mia mamma avrebbe dovuto aiutarmi per questa) la classicissima bistecca alla fiorentina, sicuramente mi avrebbe chiesto di cuocergliela un po’ di piu’ per lui (in Toscana
la mangiamo quasi cruda) e io con un po’ di stizza gliela avrei cotta un po’ di piu’ anche se so benissimo che cosi’ diventa dura! Patate fritte e insalata mista, una bella fetta di schiacciata alla fiorentina per dolce, davanti a un buon
Chianti.

Abbiamo iniziato a parlare dei bei tempi andati, di quando lui era piccolo di sua madre e di suo padre, mi racconterebbe di quella volta che ha mandato a fuoco il suo triciclo e la mamma gliene dette tante che ancora se le
ricorda, parleremmo di come e’ cominciata la sua passione per la musica, grazie a una vecchia radio comprata con fatica dalla famiglia.

Io gli racconterei che con la manopola della mia radio cercavo sempre le stazioni che trasmettevano le sue delle canzoni.

“Io ho un fratello piu’ piccolo Claudio, ma ti assicuro che a volte avrei preferito essere figlia unica come te!”
Questa e’ stata la sensazione che ho avuto sabato, di avere i miei occhi da sempre e per sempre nei suoi occhi, io conosco lui e sembrava che lui conoscesse me, abbiamo chiaccherato da veri amici , e’ riuscito a raccontarmi cose di lui che ancora non sapevo, con lui, anche se non canta e’ un vero piacere stare li’ a sentirlo parlare, estremamente educato e intelligente, mai banale, mai noioso, sempre simpatico e c’e’ di bello che ha sempre una parola giusta per me al momento giusto (ormai da 22 anni)

Abbiamo parlato anche un po’ di politica, dopo un buon caffe’ ci siamo accorti che era gia’ passata la mezzanotte e ci
siamo dovuti salutare con la promessa che la prossima volta mia figlia di otto anni gli insegnera’ a andare in bicicletta!!!

Non so quando ci sara’ la prossima volta ma spero di trovarlo così brillante e così in forma come sabato sera.
Naturalmente un grande abbraccio a te , a tua madre e un pensiero grande a tuo padre,

ciao grande mago, la tua magia mi ha avvolto anche in questa occasione

la loccina

.

Valentina scrive dopo aver assistito allo spettacolo romano caratterizzato dalla laringite del protagonista, che ha cercato di “trascinarsi” in qualche modo fino al termine dell’esibizione, scortato dall’affetto del suo pubblico… Non condivido l’approccio eccessivamente nostalgico (ritengo Baglioni un artista tuttora in crescita e artisticamente “giovane”), mentre ovviamente solidarizzo con la gratitudine e l’affetto, che io stesso avrei cercato di esprimere se fossi stato là…

Ieri ho assistito alla seconda serata di 10dita….beh, diciamo 6 dita,visto che la performance di Claudio è stata molto sottomessa,

lui che ci aveva abituato alle 3 ore e mezza di concerto, lui che aveva sempre deliziato con acuti e salti di ottave …. beh, lui ieri non ce la faceva proprio.

Si era capito sin dall’inizio, dalla prima nota, quasi steccata: “Ho fatto la barba pochi minuti fa, e mi è rimasto qualcosa in gola… “.
Beh, però ci ha provato lo stesso.
Non fosse stato lui, il “mio” Claudio, forse me ne sarei andata.
Ma lui era lui, lui era il mio sogno da adolescente, lui erano le canzoni che mi hanno fatto sognare, risvegliare e poi di nuovo sognare.

Lui erano i pianti per quel ragazzo che non mi voleva. Lui erano le risa davanti ai cancelli ai tempi delle code interminabili alle transenne.
Lui era la nottata passata all’addiaccio al Teatro dell’Opera per un posto il più vicino possibile.
Lui era la mia compagnia nelle lunghe serate di studio. Lui era l’attesa del suo nuovo disco.
Lui era il motivo di conoscenza con tanti di voi, alcuni un po’ persi per mancanza di tempo, altri legati ancora fortemente alla mia esistenza.

Ora non è più il sogno ad occhi aperti, non è più la passione incondizionata e un po’ folle, ma rimane un gancio in mezzo al cielo a cui potersi aggrappare per ricordarsi chi ero.

Per lui si rimane, anche se non ha voce, anche se la tosse accompagna ogni canzone, anche se lo vedi affaticato.
Anzi si rimane PROPRIO per quello. Perchè forse coprire con gli applausi ogni suo colpo di tosse è stato il nostro
modo di ringraziarlo per tutte le volte che lui con le sue note e la sua musica ci ha curato le ferite.

Guarisci presto Clà 🙂

 

 

Questo invece l’intervento di Cecilia, al termine di uno spettacolo “regolare”…

…non lo so …forse sono malata ed ho bisogno davvero del dottore accanto 😉

…in queste sere ho “brividito” tra le onde avvolgenti di note di voce
…ho sentito dentro, lucidato di bello gli occhi e cuore, “concavo e convesso” di energia magnetica che mi stringeva tutto dentro sino all’esplosione di un urlo o al traboccare degli occhi .

sono contenta ancora una volta della mia malattia ….sono contenta di crederci e di non abituarmi mai .. …malattie così poi curano tante ferite rimarginando le emozioni e insegnano che vivere tutto al cuspide del sentire è il regalo più bello
che si possa fare a se stessi

…spero che nessun “dottore accanto” mi curi mai da questa malattia 🙂

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *