Buon Anno dal CLAuditorium di Roma

Buon Anno dal CLAuditorium di Roma

  • Scritto da Marco
  • 01.01.2012  12:42.22

L’articolo che ho scritto per la mailing list “Reginella” sul concerto di Capodanno del maestro Claudio Baglioni, intitolato “Dieci Dita”

Cari amici, per il secondo anno consecutivo ho il piacere di augurarvi Buon Anno Nuovo dalla città eterna, dove un artista eternamente rinnovato ha dato il milionesimo saggio di una classe e di un talento che sembrano sgorgare da unserbatoio di incantesimi inesauribile.
Ho letto i bei commenti di chi mi ha preceduto e mi pare che il gradimento raggiunto da questo spettacolo sia stato unanime.
Claudio ha praticamente spalancato il salotto di casa sua (trasportandolo per ovvie necessità in un ambiente più grande ed attrezzato) mettendo in scena una (anzi, dieci) di quelle serate che suppongo dedichi ai suoi numerosi e fortunati amici che lo vanno a trovare.
Molti i segreti di questo successo: primo fra tutti una condizione psico-fisico-canora ancora mostruosa, anzi, rinnovata nella sua mostruosità, frutto di una natura benigna e generosa – anche a sessant’anni – nei suoi confronti, di una meticolosa cura sportiva del corpo, dell’infinito amore per il proprio mestiere e della gratitudine provata per i tanti incontri umani che gli ha permesso.
Claudio ha cantato divinamente lungo 3 ore e mezzo, con una scaletta che, specialmente nella prima metà, sembrava scelta direttamente da… me.
La formula “One Man Show”, come ho scritto altre volte, non è la mia preferita. Trovo che dia valore aggiunto adinterpretazioni pazzesche come Amori in Corso, Pace, Tamburi Lontani (il punto più alto estraziante dello show, anche perché presentata con belle parole), ma
indebolisca i momenti corali su alcuni dei quali, fossi stato in lui, mi sarei fatto aiutare dalle basi o dai cori, per liberarlo dalla schiavitù di tenere le sue Dieci Dita (il Signore le conservi) sempre attaccate ad uno strumento.
Invece l’unica base usata è stata il canto augurale Happy Days, che ha usato, alla mezzanotte, per due cronometrati minuti – durante i quali si è tuffato negli auguri del pubblico privilegiato del palco – prima di tornare ed eseguire, ANCHE QUELLA, al pianoforte.
Se devo trovare una nota negativa la riservo alle parti parlate. Sarà che mi ha abituato bene, molto bene, moltissimo benissimo… ma ho trovato un tentativo un po’ forzato di essere comico. Troppe battute alla Martufello, commenti pecorecci sulle signore, doppi sensi da avanspettacolo sull’uso delle dita, un po’ di qualunquismo sulla situazione politico-economica, persino un accenno di imitazione di Berlusconi… A volte sembrava effettivamente il cugino di quel fiorettista dell’umorismo e della gag che ho avuto la fortuna di incontrare tante volte nella mia vita.
C’è stato anche un tentativo (che a dir la verità non ho ben capito) di associare le canzonialle dita della mano, come se ogni dito avesse una connotazione. Di questa classificazione mi sento di salvare la battuta (e qui ho ritrovato il mio maestro e fratello) con cui, per passare a descrivere l’anulare, ha dovuto fare un… raccordo…
Buona anche l’idea che ho messo nell’oggetto della mia mail di farsi re-intitolare la struttura in cui ha insegnato arte, civiltà, passione e speranza per questi giorni di fine/inizio anno.
Prendo altre sue parole di una precedente performance per augurarvi il meglio per il prossimo anno…“perché non possiamo sperare in un mondo migliore se ciascuno di noi non migliora se stesso, ogni giorno di più”
Grazie agli amici vecchi (Isabella, Isabella, la fortunata Simona, la sfuggente Missis) e nuovi (Uwe-Olivia) che hoincontrato e che rendono come sempre un appuntamento con Claudio degno di essere rispettato.
A presto, sulle vie dei colori
El V.

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