Domenica sera scorsa Claudio cantava a Faenza, una bella cittadina della provincia di Ravenna.
Avendo già il biglietto per Verona non mi sembrava il caso di fare questa data, allestita all’interno della storica Piazza del Popolo.
Ma alla fine ha prevalso la voglia di fare un giretto di sentire gli echi dello spettacolo da una posizione decisamente “alternativa”, cioè seduto in un tavolino di un caffè poco lontano dalla piazza.
Arrivava ben poco dello show (giusto qualche nota confusa per capire su che brano si stesse cimentando Claudio), ma era troppo divertente vedere l’impatto del nostro campione sui passanti, sul pubblico neutrale e generalista che non era così interessato a sborsare i 50 e passa euro che necessitavano per essere introdotti oltre le transenne della piazza.
Prima di tutto sottolineo l’atmosfera da “evento”: le scalinate della chiesa poco lontane dalla piazza (da cui l’acustica era buona) sono state costantemente piene di gente (oltre 200 persone, ogni spigolo possibile) che non si è mai spostata per tutto lo show, fino all’eucarestia del salto sulla vita (a mezzanotte passata).
I locali intorno alla piazza hanno lavorato a pieno regime. Mi ha sorpreso la chiusura per turno di “Spaghetti Notte” a 30 metri dalla piazza, locale storico per giovani molto frequentato anche da Laura Pausini.
Ovunque c’era un clima eccitato e divertito, come se l’evento fosse “della città” e non solo di chi lo stava guardando. Il vento caldo di luglio portava la voce di Claudio a spasso per le vie del centro, fulminando le coppie di coniugi uscite per il gelato e sorprese in una tenerezza nel ricordo di note mitiche della loro gioventù. Cantavano le sedicenni abbracciate fra loro, che passeggiavano allegre nell’estate delle loro prime notti da seduttrici, su brani che persino i loro genitori avevano “mancato” per motivi anagrafici.
Le ovazioni della piazza scavalcavano le transenne e davano il segnale di uno spettacolo vivo e pulsante, pieno di luci che riverberavano nella notte di Faenza fino ad incendiarla completamente.
Ho percepito una voce allenata e “coraggiosa” che ancora una volta (la millesima, la milionesima) ha onorato con onestà le fatiche di questa professione impervia, con 3 ore di esposizione intensa.
Riscontri festosi, come sempre, da parte del pubblico, e benevolenza di tutti i faentini, che hanno fatto tardi con le sue note e con lui stesso, ormai un totem, giunto oggi a livelli di consenso “carducciani”, quasi di cantore nazionale riconosciuto e stimato anche da chi non ne apprezza il genere o lo stile.
Dalla magica notte di Faenza un saluto alla bella persona che l’ha condivisa con me e un grande incoraggiamento a quanti ancora si apprestano a viverne di simili. Anche dietro le transenne può essere divertente…