Poggio Cavallo II – La Rivincita

Poggio Cavallo II – La Rivincita

  • Scritto da Marco
  • 10.05.2008  11:28.17

Si è celebrato (ed è stato divertentissimo come al solito) il raduno di Poggio Cavallo (GR), quest’anno intitolato “Fino Al Tetto del Cielo”.

Tante conferme e alcune sorprese clamorose.

Fra le conferme la formidabile ospitalità di Francesca, l’estro geniale di Raffaele, ManlioPaola nell’ideazione e conduzione degli intrattenimenti pomeridiani e la confermata bravura di Vincenzo e Max nel programma musicale serale, celebrato nello scenografico ed esaltante teatro naturale ricavato fra i cipressi della tenuta, nell’eleganza del parco con piscina.

Le sorprese hanno visto la presenza Gianandrea Pecorelli, il produttore del film “Questo Piccolo Grande Amore” che prossimamente inizierà le riprese. Il produttore (reduce dal successo di Notte Prima degli Esami) ci ha spiegato le dinamiche del film, alcuni segreti dell’ideazione e ha premiato l’esterefatto Massimo Titti – simpatico “reginello” romano vincitore dei giochi a quiz del pomeriggio – con un diploma che vale anche da “convocazione” per un ruolo (fisso) da comparsa nelle riprese del film.

Presentato anche un nuovo libro curato da Manlio Fierro, Melisanda Massei Autunnali e Raffaele Pirretto che riepilogherà tutta la vita professionale ed artistica di Claudio Baglioni. Dopo una prefazione redatta dallo stesso Claudio il volume è diviso nelle sezioni “Discografia Italiana”, “Discografia Estera”, “Partecipazioni”, “Antologie”, “Cover”, “Clab”, “Video” e “Libri”. Avendo verificato (e conoscendo di fama) la professionale applicazione dei redattori, che si protrae da oltre un anno, ritengo che si tratterà del volume più completo e dettagliato mai uscito finora. Sarà in libreria ai primi di luglio.

Nel corso dell’incontro di Poggio Cavallo (durato tre giorni) sono state anche svolte alcune “relazioni” da parte di soggetti che abbiano in qualche modo realizzato operazioni collegate all’attività artistica di Claudio Baglioni (eventi teatrali, tesi di laurea, manifestazioni di collezionismo, eccetera).

A questa “sezione” ho collaborato anch’io con l’esposizione della quale riporto di seguito il testo.

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“GLI SHOW DEL VIAJERO”

Buongiorno a tutti, ringrazio l’amico Raffaele per l’onore che mi ha fatto chiamandomi a questo microfono per quanto io mi senta privo di particolari “medaglie” da esibire.
Sono di Ravenna e mi chiamo Marco. Se però sono qui a parlarvi oggi lo devo non tanto al mio nome, ma a quell’alter ego al quale detti vita, più o meno 10 anni fa, per partecipare alle discussioni che si aprivano su una mailing list dedicata a Claudio Baglioni, che si chiamava, si chiama e mi auguro si chiamerà sempre Reginella.
La procedura di iscrizione prevedeva che venissero rilasciati alcuni dati personali e, da ultimo, lo pseudonimo che si intendeva adoperare (forse era una delle prime volte che prendevo contatto con il termine inglese “nick name”).
Stavo per inserire un normale e rassicurante “Marco” quando pensai che essere un po’ più originali mi avrebbe aiutato ad ottenere quell’attenzione su cui chiunque, quando si associa ad un progetto del genere, spera di poter contare.
Pensai a vari termini legati a Claudio, pensai al suo ultimo lavoro che si intitolava “Viaggiatore sulla coda del tempo” e in particolare al brano “Un mondo a forma di te” dove ad un certo punto si dice “me ne vado da te… e firmai viaggiatore…”.
Viaggiatore in italiano mi ricordava i commessi viaggiatori; in inglese “traveller” mi ricordava gli assegni; mentre nella lingua che ritengo insieme all’italiano la più musicale e affascinante del mondo, lo spagnolo, sembrava perfetto: El Viajero.  Non avevo comunque nessuna percezione che le persone alle quali mi rivolgevo sarebbero poi state incontrate in realtà. Era un’opportunità offerta dal mondo virtuale che non prendevo nemmeno in considerazione.

Ottenni un po’ di attenzione per quello che scrivevo ed ebbi la convinzione di ciò quando una ragazza, mentre aspettavamo che cominciasse un concerto, mi disse: “tu che sei di Ravenna conoscerai senz’altro El Viajero…” o quando un certo Antonio Pascale, dello staff di Claudio, dimostrò di ricordarsi di me (chiamandomi però El Vaquero). Mia sorella, invece, un giorno fece confusione ed entrando in casa e vedendomi al PC mi disse “saluto El Viados”…

La serata in cui ho completato quell’iscrizione segna un po’ uno spartiacque nella mia vita di fan di Claudio. Prima ero un semplice ascoltatore ed estimatore della sua musica e ritenevo probabilmente di essere uno dei suoi fans più accaniti e preparati sull’argomento… tze, figuriamoci… il contatto con Reginella mi ha piacevolmente “disilluso”, facendomi scoprire un mondo di persone ultra competenti in materia.
Un mondo di persone sensibili e spesso piene di talento, di attenzione, di disponibilità, di comunicatività. Molte delle persone che ho incontrato in queste occasioni sanno cantare, molte sanno suonare, qualcuna balla, qualcuna scrive, qualcuno crea per internet, qualcuno organizza spettacoli, raccoglie materiale, organizza viaggi per seguire la musica di Claudio…e anche chi non possiede uno specifico talento di quelli che ho elencato sinora, coltiva quantomeno la famosa “arte dell’incontro”, sa parlare ed ascoltare, sa apprezzare, ammirare, aspettare, sorprendersi, entusiasmarsi. Un mondo di persone speciali, divenute nel loro complesso una presenza costante ed insostituibile. E in alcuni singoli casi soggetti fondamentali per il mio cammino di vita.
Un mondo a forma di me, proprio come diceva quella canzone che ispirò l’iscrizione a Reginella del Viajero. Un mondo che si distribuisce per l’Italia (e per il mondo) e che si raccoglie in poche, fortunate occasioni come quella che stiamo vivendo, grazie soprattutto all’iniziativa di Francesca.

Occasioni che, per quanto mi riguarda, ho sentito l’esigenza di dover contribuire a creare, per far sì che quel mondo a forma di me si radunasse più spesso.

I primi passi sono stati mossi con l’amico Daniele Neri, che con suo (e anche mio) grande dispiacere è frenato alla partecipazione a questi incontri da due piccoli motivi che si chiamano Sofia (o Sofìa, mi confondo sempre) e Giovanni (casualmente…). Daniele suona la chitarra e canta molto bene, ha anche inciso qualche disco.
Così abbiamo cominciato ad organizzare nella nostra zona serate in pizzeria che si chiudevano con lunghe cantate di gruppo e spesso con la nascita di preziose amicizie che tuttora conservo e conserviamo. Insieme poi si progettava di andare ai raduni Clab (la “cellula” romagnola non ne ha mai mancato uno, a partire da quello del Foro Italico del 1997), ai concerti, si dividevano le macchine e si organizzavano i pullman
Alle cene siamo arrivati ad essere anche più di 50.
Fra i tanti aneddoti ne cito uno solo che riguarda una serata a Rimini, in cui Daniele dedicò “Ragazze dell’Est” ad una cameriera polacca arrivando al punto di farla commuovere.

 
Ma, come insegna qualcuno, crescendo si esce dalle camerette, cercando qualcuno che ci somigli, prima si scende nelle cantine e poi si sale fino alle terrazze per cercare di arrivare fino al tetto del cielo.
Non avrei potuto raggiungere il mio personale “tetto” del cielo, senza un incontro importante di cui mi sembra giusto parlare.
Era una sera della fine dell’estate 2005 e mi trovavo al molo di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Di lì a pochi minuti sarebbe partita la nave passeggeri che mi avrebbe portato a Lampedusa. Ad un certo punto, dal buio della notte, comparve una specie di profugo che si unì al nostro gruppo in partenza, raccontandoci una storia clamorosa e inattendibile, tipo che aveva viaggiato lungo tutta l’Italia e che stava per imbarcarsi da solo per Lampedusa dove avrebbe dormito in spiaggia e altre amenità assolutamente non credibili.
Rifocillammo il profugo con degli arancini di riso, gli trovammo un posto sulla nave e un tetto a Lampedusa. (presentare Vincenzo)
Durante la lunga e laboriosissima traversata del Mediterraneo l’intesa fra me e questo personaggio si cementò con il regalo di una delle magliette che avevo prodotto per l’occasione.  
Le ore di traversata, le belle giornate di Lampedusa e la frequentazione successiva furono utili per confrontare i miei progetti e i miei sogni con quelli di Vincenzo. Tra noi due non fu difficile dividerci i compiti, perché la cosa che ci lega è che ciascuno dei due sa fare benissimo le cose in cui l’altro è scarso.
Intendiamoci: non è che voglia dividere a metà la paternità degli spettacoli che abbiamo creato: lui ne è stato l’ideatore, il front man, il protagonista. Io mi sono ritagliato un ruolo che abbiamo definito di Direttore Artistico, termine che vuol dire tutto, ma più probabilmente… niente.
 
Tutto e Niente”, infatti, è il titolo del primo spettacolo che Vincenzo mise in cantiere, chiedendomi la collaborazione per gli aspetti legati alla comunicazione (sui quali avevo buona dimestichezza grazie alla mia attività di giornalista sportivo), alla regia teatrale, alla collaborazione nelle decisioni relative alla scaletta, alle scenografie, alle locandine, alle luci, delle collaborazioni, alla gestione del pre e post spettacolo eccetera.
 
Mentre preparavamo lo spettacolo ci giunse un’offerta imprevista: il direttore del teatro Astoria di Ravenna (il terzo della città, oggi parzialmente destinato a multisala cinematografica) è un amico di vecchia data, divenuto grande fan di Claudio. Gianni Bianco, questo è il suo nome, mi invita a produrre uno spettacolo teatrale dedicato a Claudio.
 
Consulto Vincenzo e decido di accettare, nonostante la mia (la nostra) esperienza praticamente nulla in questo campo. Il direttore Bianco ci affida la seconda delle sale a disposizione, ma l’attenzione e le richieste che accompagnano l’avvicinarsi dell’avvenimento, lo indurranno a spostarci nella sala più grande, sfrattando la “prima” del film Mission Impossibile 3 che viene dirottata alla seconda sala, facendoci aumentare la responsabilità per la riuscita di quello che stavamo proponendo (e ne saremo all’altezza, perché alla fine saranno presenti oltre 300 persone) 
 
Questo è il manifesto della serata, che ho intitolato “Tutti in un abbraccio” (nel sottotitolo ho riportato il gioco di parole sulla frase “la storia a-canto”)
 
Mi metto all’opera e decido di fondere vari ingredienti: esibizioni dal vivo, proiezione di filmati e momenti in prosa.
 
Lo spettacolo è aperto dal video di “Io Sono Qui del Tour Rosso 1995, che crea un po’ di atmosfera. Io presento la serata e introduco una coppia di amici di Bologna (Damiano ed Elena) che eseguono alcuni brani alla chitarra.
Poi apro uno spazio dedicato al calcio: proietto il filmato tratto dal materiale Clab in cui Claudio presenta l’operazione Da Me a Te e il relativo video (che personalmente ritengo il più bello mai registrato da Claudio). Poi recito il brano in prosa “Prima del Calcio di Rigore” (e l’operazione porterà fortuna, perché di lì a poche settimane la nazionale italiana vincerà i campionati del mondo).
Nella seconda parte dello spettacolo entrano in scena i protagonisti di una lunga anteprima dello spettacolo “Tutto e Niente” che stavamo preparando: Vincenzo alla tastiera e voce (trasportare il pianoforte a Ravenna costava troppo), Mattia Martorano al violino, Paola Crema alla voce soprano.
Lo spettacolo ha un buon successo e se doveva essere una prova, questa è incoraggiante.
Della serata isolo un solo aneddoto: allo spettacolo avrebbe dovuto partecipare anche Daniele (ve lo ricordate? quello delle cantate al ristorante), che purtroppo deve rinunciare per gravi motivi personali.
Ma proprio il pomeriggio dello spettacolo giungono insperate buone notizie. Daniele corre al teatro e mi chiede di cantare per condividere con noi la sua speranza. Non abbiamo preparato niente, ma intuisco la sua voglia di scaricare nel canto la tensione di quelle ore e mi dò da fare per modificare in corsa la scaletta. Vincenzo improvvisa un accompagnamento su “Con tutto l’amore che posso” che Daniele interpreta con comprensibile coinvolgimento.
Io e Vincenzo ricordiamo talvolta con commozione questo episodio.
Il pubblico, a fine spettacolo, defluisce soddisfatto (almeno ci pare) sulle note della appena pubblicata “Và”.
 
Arriva il tempo di “Tutto e Niente”, che viene ospitato dal Piccolo Teatro nella zona Paltana a Padova. Per organizzare uno spettacolo del genere a budget-zero impariamo subito l’importanza di una cosa: avere tantiamici. In questo Vincenzo è insuperabile, soprattutto con le amiche. Tutti possono essere utili a limare i costi di un’operazione del genere. Qualcuno alle luci (non sarà Storaro, ma si può imparare velocemente a fare cose decenti), qualcuno alla raccolta dell’offerta libera (idea del direttore artistico, fu quella di porre il canestro delle offerte all’uscita e non all’entrata, una specie di “soddisfatti o rimborsati” che ebbe un inaspettato esito), qualcuno che conosce il parroco che gestisce l’assegnazione del teatro, qualcuno con un furgone per i trasporti, un amico al negozio che affitta il pianoforte a coda, uno che ti fa la regia, uno che fa le foto, uno che fa il filmato, uno che porta in giro i volantini… qualcuno come Chil che si rende utile in mille cose, soprattutto in quelle tecnologiche, l’aggeggistica, come la chiamo io.
E soprattutto amici come Mattia Martorano, Paola Crema e il “nuovo acquisto” (rispetto allo spettacolo di Ravenna)Massimiliano Ragazzo, autore di tante canzoni composte insieme a Vincenzo, che si cimenta con successo anche come voce.
La serata ha un grande esito, con 300 spettatori e molti applausi. Il collaudato deflusso su “Va’” è ancora una volta il coronamento di un sogno realizzato.
 
Ma Vincenzo non è tipo da accontentarsi e così “si parte” per un nuovo traguardo, chiamato “Senza Tempo” dal titolo di un’altra grande canzone del duo Vincenzo-Max. Lo spettacolo si svolge al teatro di Carpanedo, nei pressi di Padova e ricalca lo schema di “Tutto e Niente”: cover di canzoni di Claudio, alternate a qualche brano dei nostri due autori. Fra le presenze sul palco l’allieva Francesca Marangonrileva la sua insegnante di canto Paola Crema.
Il deflusso dei quasi 300 spettatori avviene, invece che sulle note solenni di Va’ su quelle scherzose di “E’ la Vita è la vita” per un deprecabilissimo errore della regia…
 
Si comincia poi a costruire “E Tu che mi Dai?”, che viene ospitato, nel novembre scorso, dal salone di Poggio Cavallo. Per l’occasione realizziamo anche un brano originale  e oltre a diverse canzoni del duo Max-Vincenzo che vengono proposte in pubblico per la prima volta e ad una mia scelta di brani “parlati” di Claudio (fra i quali ancora il mitico “Prima del calcio di rigore” e vari altri tratti da giornali, interviste e altri suoi interventi pubblici). Il deflusso, stavolta, è un pericolosissimo “salta sulla vita” che mette a dura prova il pavimento ottocentesco del salone…
 
Concludo l’intervento citando una mia ultima iniziativa, in essere da più di un anno, grazie alla realizzazione grafica e all’affettuosa cura della qui presente Scully. Si tratta del mio sito internet in cui ho voluto riassumere, con immagini e parole, le varie esperienze della mia vita. Un’ampia sezione è dedicata a Claudio Baglioni, agli spettacoli e alle emozioni che ho provato a raccontarvi quest’oggi, per far partecipare in qualche modo anche chi non ha potuto parteciparvi dal vivo e di funzionare da “album dei ricordi” per chi, di tanto in tanto, volesse riviverne qualche frammento.
La sezione contiene attualmente 16 contenuti fra foto-racconti, recensioni, curiosità, ricerche e altre cose collegate al nostro tema preferito.
Il prossimo contenuto che inserirò si intitola “Fiumi di Parole”. Si tratta di una raccolta dei migliori versi tratti dalle canzoni di Claudio che ho pazientemente ritagliato mano a mano che usciva un nuovo disco. Ne ho individuati oltre duecento. L’ordine alfabetico e un meccanismo random che (mi auguro) Scully avrà la pazienza di inserire, permetterà di fare un viaggio originale, una specie di zapping fra le parole più belle uscite dalla penna del nostro artista preferito. Un modo in più, spero, per poterci incontrare, anche se non sicuramente divertente come quelli organizzati qui a Poggio Cavallo da Francesca e dai suoi amici.
 
Ringrazio ancora Raffaele per l’invito, voi per la pazienza e la cortesia di avermi ascoltato e ovviamente il nostro grande maestro e fratello Claudio per i mille e più incantesimi ai quali mi ha dato la possibilità di assistere. Vorrei offrirvi un assaggio di questo vino che ogni tanto qualcuno trova in un supermercato e mi porta in omaggio, il vino del Viajero, con il quale brindo all’onore e alla fortuna di avervi incontrato e conosciuto grazie a Claudio.

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