Andrea Gardini
- Scritto da Marco
- 11.10.2006 23:52.03
Andrea Gardini è un altro degli “Immortali”, di quell’esagono magico a cui lego i più bei ricordi di volley della mia esperienza di giornalista e di tifoso. Un giocatore fortissimo in attacco e decisivo anche in ricezione, quando non c’era il libero e sulla battuta in salto dovevano anche intervenire i centrali.
Aveva grandi capacità di analisi e parecchi interessi anche extrasportivi. Era facile prevedere per lui – come per molti altri suoi compagni di quella Nazionale e di quel Messaggero – un futuro con incarichi di responsabilità, come poi è avvenuto.
Di seguito l’intervista che ho realizzato con lui nell’ottobre del 2006.
Andrea Gardini, 41 anni appena compiuti e molto ben portati, è tornato nel “buen ritiro” di Madonna dell’Albero, (nella casa che acquisì ai tempi del Messaggero) dopo le varie peregrinazioni legate alla sua attività professionale. Dapprima “il Gardo” è stato giocatore (19 campionati di Serie A consecutivi), poi dirigente a Modena.
Cominciamo proprio da Modena: ci puoi riassumere come si è chiuso il tuo rapporto con la locale squadra?“Sarò velocissimo: ho chiesto un colloquio alla dirigenza perché i compiti che spettavano a me venivano svolti da un altro componente della società (il procuratore Pietro Peja, ndr). Non mi stava bene metterci solo la faccia, anche perché spesso non mi trovavo d’accordo con le sue decisioni e ho chiesto di andar via con una transazione economica che ho ritenuto soddisfacente”.
E adesso? “Mi godo un anno di riposo. Ho avuto delle offerte, ma non mi andava di subentrare a stagione ormai iniziata. A dicembre valuterò le possibilità. Vorrei fare il dirigente sportivo a pieno titolo, il “Brusi”, insomma. Ma molte società sono in mano ai presidenti che gestiscono direttamente la situazione”.
L’allenatore? “Bah… potrei pensarci, ma dovrei imparare tutto, dovrei fare gavetta… Io penso e spero di poter fare il dirigente sportivo”.
Come vedi il panorama pallavolistico nazionale all’avvio di questa stagione? “C’è un grosso livellamento di valori, che rende ogni partita interessante ed incerta. Abbiamo perso un po’ di pubblico per motivi essenzialmente televisivi: quando il volley passava alla Rai entrava nelle case di tutti, ora che le immagini vanno su Sky finiamo ad essere solo noi addetti ai lavori ad apprezzare il bellissimo servizio che quell’emittente fa, con la dovizia di mezzi di cui dispone. Per lo scudetto vedo favorito il quartetto Treviso-Macerata-Cuneo-Piacenza, ma le squadre di seconda fila non sono molto lontane nei valori”.
Fra queste anche il Montichiari del tuo vecchio coach Velasco… “Ho visto di persona la partita della squadra di Julio e devo dire che gioca molto bene, è molto organizzata”.
Le giocatrici della nazionale hanno “silurato” il tecnico Bonitta e gli azzurri hanno fatto la fronda a Montali. Come giudichi questi comportamenti? “Le tensioni e gli scontri erano duri anche ai nostri tempi, te lo assicuro; ma abbiamo saputo tenere sempre tutto dentro lo spogliatoio. Forse i tempi sono cambiati, non so… ma bisognerebbe essere molto più dentro le cose per poter giudicare i fatti”
E veniamo a Ravenna. Una lunga fase di ripiegamento, ma nuovi ed interessanti fermenti… “Ho ritrovato da poco tempo l’ambiente ravennate, per cui non mi avventuro in giudizi affrettati. Certo, ho visto come si siano recuperate le professionalità di tante persone molto appassionate di pallavolo. Si tratterà ora di definire bene le competenze di ciascuno, ma mi sembra di vedere persone molto intelligenti, e questo
non è poco.
Ti stai anche allenando con la squadra… “Sì, ho chiesto il permesso e sono stato accolto con entusiasmo, per cui vado volentieri ad allenarmi con loro e ho seguito le loro partite di Coppa di Lega. Mi sembra un buon gruppo, che si è battuto bene anche con squadre di B1, ma non conosco bene la categoria”.
Qualcuno parlava di un tuo contributo in campo… “Ma no, non mi sembra il caso… Questa società deve valorizzare i suoi bravi giovani e io toglierei il posto ad un giovane senza di certo poter essere… futuribile! Penso che, se il mio contributo sarà gradito, lo possa senz’altro limitare agli allenamenti”.
Un’ultima domanda sul volley femminile… “Uhm… da quando mia moglie Novella ha lasciato l’attività sono completamente fuori da questo mondo. Ma la mia famiglia potrebbe rientrarci, visto che mia figlia Serena, 12 anni, si diverte un sacco nei centri di avviamento della Teodora. A Ravenna c’è una grande tradizione, sarei molto felice di rivedere questa società ai vertici nazionali, sarebbe un bene per la città”.
Marco Ortolani
Andrea Gardini ha giocato 338 partite in Nazionale, molte delle quali da capitano, vincendo 3 mondiali. Ha vinto, fra l’altro, 7 scudetti, il primo nel 1991 a Ravenna, l’ultimo nel 2002 a Modena