Francesca Piccinini e i Mondiali

  • Scritto da Marco
  • 15.11.2006  14:12.18

La nazionale femminile italiana ha conquistato le semifinali ai mondiali di volley che si disputano in Giappone. A mio avviso è un risultato eccezionale, che conferma la continuità di grandi risultati della nostra nazionale, dalla vittoria ai Mondiali di Berlino (2001) a tutt’oggi.

Voglio complimentarmi in particolare con gli elementi ravennati del gruppo, che sono Simona Rinieri e Serena Ortolani da Reda (vorrei precisare per l’ennesima volta che non è una mia parente), e con la ex Lo Bianco, ma anche con Marco Bonitta, che, pur non avendo preso parte alla fase finale degli ultimi Mondiali, ha comunque grossi ed oggettivi meriti nella crescita del gruppo e nei risultati ottenuti.

Fra le migliori in maglia azzurra si è distinta Francesca Piccinini, pallavolista del 1979 che oltre ad essere una grande campionessa è anche una donna bellissima, probabilmente la più bella che abbia mai visto su un campo da volley.

Francesca, (anzi: “Picci”) si è fatta conoscere anche per fidanzamenti vip e per un calendario sexy pubblicato dal mensile “Men’s Health” (chi conosce il dialetto romagnolo sa come si può intendere questo titolo inglese se pronunciato in un certo modo…). In quelle foto Picci posava simulando 12 diverse specialità olimpiche.

Quando uscì il calendario (novembre 2003, poco prima dei Giochi di Atene), il mensile Supervolley mi commissionò un pezzo sulle reazioni che questa operazione suscitò. Lo riporto di seguito corredandolo da alcune foto rubate sul web, scelte fra quelle più caste (perché questo è un sito serio e perché… tanto si vede lo stesso che Francesca è bellissima).

PS: Quando Francesca mi incontrò, poco dopo l’uscita del pezzo, dimostrò di non averlo particolarmente apprezzato: fece un po’ di muso e disse che “non le sembrava il caso di scrivere quelle cose”; e se ne andò con Ringo, il suo fidanzato dell’epoca. Boh, giudicate voi… (il pezzo, non il fidanzato!). E potete visitate il suo sito www.francescapiccinini.com. E’ molto sofisticato…

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LA VIA PIU’ NUDA ALLA NOTORIETA’

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Vedo – non vedo, trasparenze… Siamo certi che la strada del volley femminile verso i riflettori passi necessariamente per i centimetri di carne esposta? Oltre al calendario della Picci: ecco che ne pensa l’ambiente top (e non topless) del volley femminile

di Marco Ortolani

Diciamo la verità: noi della tribù del volley immaginavamo da tempo che Francesca Piccinini, privata della sua divisa da gioco, sarebbe stata uno schianto. Eravamo orgogliosi di conoscere “in esclusiva” l’avvenenza di questo angelo biondo che, oltre ad allietarci gli occhi volteggiando sopra la rete, teneva su livelli di eccellenza mondiale le percentuali di ricezione, faceva un buon lavoro in attacco e prendeva confidenza con una battuta in salto sempre più incisiva.
E noi con lei (e con tante altre bellissime “nostre” atlete) potevamo tirare fuori con orgoglio la vecchia e sempre bella favola del volley femminile che esalta uno sviluppo armonico del corpo e una crescita sportiva serena. Una favola vera. Buona per rimediare sponsor, per dare visibilità televisiva, per riempire i palazzetti, per allargare la base di praticanti e… per vendere i nostri giornali.
Ma qualche settimana fa il “mondo” ci ha rapito Picci! Immaginiamo due loschi figuri con occhiali scuri che la portano via dal palasport di Bergamo e la segregano in uno studio fotografico, facendole abbracciare tubolari di bici, tendere archi, sferrare montanti…

Uffa, adesso che tutti (la gloria mediatica esplode in fretta) sanno quanto è bella… a noi del volley ci verrebbe voglia di dire, per dispetto, che non sia poi questo granché…

Ma i loschi figuri che l’hanno rapita ce la restituiranno sana, salva, bella e schiacciante come prima? Per vederla basterà pagare il biglietto, come una volta, o bisognerà andare in edicola, o al cinema o chissà dove? E che ne sarà della pallavolo del dopo-calendario? Solo una vetrina per altre bellone?
Calmiamoci (e dunque ripieghiamo il calendario di Men’s Health) e ragioniamo con qualche addetto ai lavori. Cominciamo con i datori di lavoro di Francesca. L’allenatore Giovanni Caprara non si fa nemmeno trovare al telefono. Fa sapere che la sua atleta si allena con la consueta carica e non ha niente da eccepire. Il general manager di Radio 105 Foppapedretti, Giovanni Panzetti, invece si sofferma ad analizzare: «In un mondo che cambia freneticamente gusti e abitudini non possiamo erigere barricate. Noi siamo stati il club di Maurizia Cacciatori, che ci ha fatto fare esperienza in tema di rapporti con i media. Abbiamo l’orgoglio di un gruppo di atlete e tecnici maturo e la vicenda-calendario non lo ha scalfito. Non sono per fare le cose all’insegna del basta-che-se-ne-parli; cerchiamo anche una qualità di temi e un limite di buongusto e di correttezza che Francesca non ha superato. Tutto il resto appartiene a lei e alla sua vita».
Francy di qua, Picci di là… e le compagne cosa ne pensano? L’invidia delle donne sa essere terribile… Ma arriva Capitan Manu, che nei giri dietro si fa cambiare dalla Cardullo, ma a “difendere” la compagna se la cava bene: «Picci ci ha reso partecipi di tutto – dice la Leggeri
e ci ha invitato alla presentazione, con la sua solita, dolce semplicità. Io il calendario ce l’ho e lo trovo bellissimo. Nella vita si devono cogliere occasioni di popolarità se consentono di rimanere se stesse. Francesca ha fatto bene, perché ha usato il suo tempo libero, senza modificare il suo impegno in palestra e l’atteggiamento verso di noi. Anche Maurizia seppe essere all’altezza di quell’improvviso interesse che si creò intorno a lei. Non so se altre ne sarebbero state capaci senza montarsi la testa».
Acquisita la posizione del capitano come quella della squadra (le eventuali dissidenti possono scriverci un’e-mail anonima all’indirizzo vipere@pallavolo.org) ricordiamo che anche il suo (casto) spot televisivo le sta donando una nuova popolarità. «È vero e ne sono felice – riprende Manuela Leggeri – anche perché appaio proprio per quello che sono: una giocatrice di volley. E non mi è difficile rispecchiare quell’immagine!». E come si reagisce quando, dopo 5 ore di allenamento, non si viene identificati per “quella che ha vinto i Mondiali”, ma “quella che mangia le merendine”? «Ci rido sopra, ma è chiaro che i complimenti per il volley sono quelli che preferisco».
Veniamo alle istituzioni. Anche la Lega Serie A ha cercato di sfruttare fascino e personalità delle atlete in un “Testimonial Team” che si impegna in operazioni di marketing sportivo e commerciale. Si sceglie la “via lunga”, quella della simpatia, dei valori, della pulizia del personaggio tutto famiglia, allenamento e antiossidanti.

Ma quando Picci si sgancia il reggiseno brucia in un secondo tutte le tappe della comunicazione. La cosa mette alla prova l’aplomb britannico del Segretario Generale: «È la libera scelta di un’atleta che dispone del suo corpo e della sua immagine – commenta “Flanagan” Castagnetti -. Noi abbiamo la presunzione di avere già una grande visibilità e valorizzazione della bellezza, della simpatia, della semplicità delle atlete quando giocano, quando parlano in tv e quando si rapportano alla gente. È il nostro punto di forza, apprezzato dai partner. Ma la popolarità singola arricchisce il movimento e i limiti che ci siamo posti non sono stati travalicati dalla Piccinini, che pure ha scelto una strada individuale».
«Cosa ti dico della Piccinini? Tante cose: che è bella, brava, simpatica e che il suo calendario è fine e non volgare» parole di Barbara De Luca, altra miss che non dà spazio all’invidia. «Anch’io mi impegno in esperienze televisive e di immagine, perché mi diverto e mi sento a mio agio. Ma non dimentico di essere una pallavolista; tutto quello che faccio è per valorizzare il mondo del mio sport. E sono convinta che anche il calendario di Francesca ci farà del bene; nonostante il nudo, lei dà un’immagine pulita».
«Noi del beach volley – dice Elisa Folcosiamo da tempo alle prese con questi temi, complice il fatto che si gioca in spiaggia e in luoghi di vacanze allegre. Io sono dispostissima ad accettare di fare foto, di posare, di sapere che le ragazze più richieste non hanno problemi a farsi ammirare anche fuori dal campo. Ma mi scoccia quando si riduce tutto a questo, quando la persona che ti chiede la foto sa tutto del tuo costume, ma non sa se ho vinto o perso il torneo».
Insomma: il nostro “processo a Picci” si chiude per mancanza del capo d’accusa. Non serve la sua “difesa” già peraltro affidata alle numerose e miagolanti interviste che concede in questi giorni.
Quindi i loschi figuri sono invitati a farle re-indossare la maglietta e a liberarla. Ci serve forte e angelica come sempre per le Olimpiadi di Atene. Dove non dovrà battersi per vincere 12 medaglie d’oro: una sola potrà bastare.

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