Inaugurato il nuovo Pala Costa – Domenica (forse?) torna la serie A di volley
- Scritto da Marco
- 20.09.2009 01:23.18
L’ultima schiacciata nel vecchio Pala Costa se la ricorda l’ex dirigente della Teodora Sandro Camerani: “La tirò Olena Sidorenko (in pochi ricorderanno questa meteora in maglia Teodora, ndr) e con questa battemmo il Palermo. L’arbitro autorizzò la gara in quel palasport fatiscente solo perché il vecchio custode Lucianone riparò con del nastro adesivo un’apertura del tetto non consentita dal regolamento”. Era la primavera del 1997.
La Teodora (vincendo anche il ritorno in Sicilia) tornava in A1 e poteva così fuggire dalla cattedrale bombardata e raggiungere la squadra maschile al De Andrè per alcune altre stagioni di alterne fortune, prima del definitivo cartello “vendesi” esposto prima dai maschi (nel 2000, quando giocavano Nemec, Nummerdor, Benito, Bellini, Cardona, Biribanti…) e nel 2004 dalle ragazze (che annoveravano Costagrande, Arimattei…). I titoli, ceduti rispettivamente a Trento e a Pesaro, hanno fruttato ad entrambe le società il titolo italiano nel giro di pochi campionati. Titoli validi, evidentemente…
Nel frattempo il volley maschile passava nelle mani del navigato dirigente Vanni Monari, ma erano altre due società a farsi largo con risultati ed idee ambiziose: la vecchia e gloriosa Robur del presidente Morgagni e la neonata AngeloCosta diretta da Luca Casadio. Fusione e sogni di gloria: riportare la serie A e magari farla giocare nel palasport culla di mille avventure, mille delusioni, mille trionfi del nostro sport.
Un percorso “sinergico” (a Luca Casadio questa parola deve piacere molto) ha fatto sì che i due miracoli si compissero congiuntamente: Nino Beccari porta la RoburCosta a vincere i play off per la serie A e il sindaco Matteucci decide che i tempi di attesa siano stati sufficientemente vergognosi e consegna alle società sportive le chiavi del nuovo impianto.
Ma veniamo al nuovo Costa: Il palasport rimane un po’ piccolino (poco oltre mille posti) e carente di infrastrutture. Si fa apprezzare per l’eleganza delle poltroncine bianco-avorio e per l’imponenza dei tabelloni segnapunti (foto ravennanotizie.it)
Il sindaco ne sottolinea le qualità, ma è il presidente del Coni Umberto Suprani (le cui capacità di prosa epica sportiva sono ineguagliabili a Ravenna) a riaccendere la fiammella dei vecchi tempi: “Qui anche le capolista pagavano dazio, perché questo luogo incitava le squadre ravennati a dare il 120%. Qui si sono esibiti olimpionici di ginnastica, si sono assegnati importanti titoli di boxe: questa struttura era un riferimento per lo sport, non solo cittadino, ma nazionale!”
Intorno ritrovo gli amici della stampa (pochi cambi rispetto a quelli che incrociavo all’epoca delle miefrequentazioni pallavolistiche, ma questo non è un fatto negativo, anzi), i tifosi storici, i dirigenti di sempre, fra i quali mi piace citare la formidabile signora Alfa Garavini, il combattivo Brusi (sempre “incazzato” con chi, ad ogni livello, non tratta la sua amata pallavolo con la cura e la passione che ci vorrebbe), il roburino Bondi e il vecchio presidente del Coni Alfredo Cavezzali. Nessuno è voluto mancare, sentendo forte l’aria di un “ritorno a casa” importante e storico.
Poi si presenta la squadra (insieme a quella di basket, che condivide con il volley l’affettuosa e devota intitolazione societaria ad uno storico dirigente scomparso, Angelo Costa per la pallavolo, Piero Manetti per la pallacanestro).
Gli allenatori sono Antonio Babini e Stefano Pascucci, due campioni dalla strepitosa carriera, con un legame con Ravenna che va ben aldilà dell’ingaggio sportivo.
Alcuni giocatori sono facce note, come l’ammaccato Lirutti (un’operazione gli farà saltare l’inizio di stagione), il capitano Rambelli e il friulano Ranghieri. Tre sono stranieri di belle speranze, altri si sono affermati durante il mio “stacco” e dovrò velocemente imparare a conoscerli, mentre buona parte del pubblico già li ha tifati e applauditi per i loro risultati della scorsa stagione.
Io sarò ai prestigiosi microfoni dell’emittente padovana La8/La9, sperando di ricordarmi come si racconta una partita (l’ultima mi pare di averla fatta 4 anni fa) e sperando che l’esperienza di un curriculum di oltre 600 radiocronache e 100 telecronache possa venirmi in soccorso.
Ma… ma non è facile questo approccio alla sospirata serie A: prima di tutto la collocazione delle squadre di Forlì e Pineto è ancora soggetta a valutazioni giuridiche e per questo non si esclude lo slittamento dei calendari. E inoltre sarà meglio chiamare… un bravo elettricista: nell’amichevole di rifinitura contro il Città di Castello di Rosalba la luce è saltata quattro volte, l’ultima delle quali insieme alla pazienza degli arbitri e del pubblico. La prima gara ufficiale nella nuova struttura si è chiusa con un risultato calcistico: uno a uno. Una X veramente scandalosa…