Leondino Giombini

  • Scritto da Marco
  • 14.04.2007  16:58.35

L’epoca dei grandi successi del Messaggero (1990-92) è legata ai nomi leggendari di fuoriclasse come Kiraly, Timmons, Vullo e Gardini; quella successiva, sempre di grande livello, ad assi come Fomin, Giovane.

In seguito la società ebbe problemi finanziari e allestì una squadra di giovani: ebbene, tutti questi sono diventati grandi giocatori, ma… dopo. A Ravenna si batterono bene, ma erano ancora acerbi per poter vincere, come il viziato pubblico ravennate si sarebbe subito aspettato. Le loro carriere sono state di grande livello e frequentemente arricchite da maglie azzurre e da contratti con club importanti.

Simbolo di questa “covata” fu Leondino Giombini, falconarese, che giocò 4 anni a Ravenna. Un tipo simpatico e vivace che seppe ben integrarsi nella vita giovane della città. Cosa che i più anziani campioni delle squadre precedenti non erano abituati a fare e che costò a quel gruppo parecchie ostilità (quasi tutte esagerate) degli ambienti sportivi ravennati.

Giombini al termine dell’esperienza al Porto Volley passò al Palermo, poi a varie altre squadre, durante un tempo che lo ha anche reso padre. Da sempre dice che lui e tutti i suoi compagni di quel tempo (spiccano i nomi di Rosalba e Bovolenta) sarebbero disposti a tornare a Ravenna se si allestisse una squadra di vertice. L’operazione finora non si è realizzata e non certo per colpa loro…

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Oggi so che “Giombo” ha 32 anni e gioca a Modena; gli mando un affettuoso saluto e ripropongo questa intervista che gli feci in spiaggia nel 1999, al termine della sua ultima stagione con noi

 

ARRIVEDERCI GIOMBO

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Leondino Giombini ha accettato le offerte di Palermo. Ma il suo rapporto con Ravenna, promette, non finisce qui.

La separazione fra Leondino Giombini e Ravenna non sarà di quelle indolori. Lo schiacciatore falconarese ha accettato le danarose offerte giunte da Palermo e si appresta a completare in una squadra ambiziosa quel cammino sportivo che lo ha visto trasformarsi da talentuosa speranza (quale era considerato nella sua Falconara) a giocatore di primo piano, fra i migliori cannonieri del campionato e in costante contatto con la maglia azzurra.

Nei suoi quattro anni ravennati, “Giombo” (il soprannome è ormai una griffe) ha saputo imporsi con le sue schiacciate, ma anche con un carattere aperto e comunicativo. Un trascinatore dello spogliatoio e un personaggio assai in vista nella vita giovanile di Ravenna, città della quale ha velocemente imparato i ritmi e le tendenze.

Lo incontriamo “polleggiato” sull’adorata spiaggia di Marina. Il cellulare squilla spesso, portando soprattutto i complimenti per la convocazione alla finale di World League in Argentina. C’è qualche minuto prima che il campo da beach lo reclami per la canonica partita. Lo invitiamo a parlarci di Ravenna…

… “Doveva essere una parentesi breve, poi la Sisley Treviso, che ha sempre gestito il mio cartellino, ha ritenuto opportuno lasciarmi qui. Nel frattempo cominciavo ad apprezzare tutto di questa città: il gruppo che si formava all’interno della nostra squadra, ma anche i divertimenti che Ravenna mi offriva, il clima di una cittò che segue con attenzione la pallavolo”.

Si parla di Ravenna come una città difficile per chi viene da fuori… “La mia impressione è stata opposta: sono entrato con facilità nelle compagnie, ho cercato di andare d’accordo con tutti, non è stato difficile…”.

C’è da dire che Giombo, nelle compagnie, ci entra dalla porta principale: due metri e cinque, fisico da lasciare sbalorditi (e, soprattutto sbalordite! Giombo è noto per compagnie femminili da copertina), notorietà…

Cosa si prova ad essere un sex symbol? “E’ tutto merito dello sblocco!”

Lo sblocco??? “Sì, quando ero ragazzino non mi piacevo, ero troppo alto e mi sentivo a disagio nel girare con i miei coetanei. Verso i diciotto anni ho cominciato a fregarmene e piano piano ho cominciato a convivere con il mio corpo, cosa che anche gli altri hanno imparato ad apprezzare. Lo sport mi ha aiutato moltissimo, inserendomi nelle compagnie, offrendomi occasioni uniche…”.

Estate, tempo di miss: dàcci la tua classifica… “beh… mi piacciono Gwyneth Paltrow e la tennista russa Kournikova”.

Intorno a te si è creato il mito del giocatore gaudente, dell’atleta dai comportamenti non professionali… “Che esagerazioni! Abbiamo fatto qualche sciocchezza, mi sembra inevitabile per ragazzi della nostra età. Ma è stato tutto ingigantito. Abbiamo cercato di rimanere sempre uniti anche fuori dal campo, ma ci siamo allenati duramente e abbiamo colto qualche risultato che, soprattutto negli anni scorsi, è stato sottovalutato, come la vittoria in Coppa Cev. Naturalmente abbiamo deluso chi aveva nella memoria il mito del Messaggero. Purtroppo i tempi sono cambiati”.

Se tornasse qualche soldino a Ravenna? “Torneremmo tutti: io, Fomin, Rosalba, Zlatanov… tutti! e adesso che siamo cresciuti non ci batterebbe nessuno!

Quando sei libero da impegni non è raro vederti a Marina, di sera… “Sì, lo sviluppo di questa località è iniziato proprio quando sono arrivato io, nel 1995, e lo giudico straordinario: tanti locali vicini creano una bella passeggiata, pur conservando ciascuno la sua clientela e le sue caratteristiche. Qui c’è movimento e tranquillità allo stesso tempo. Proprio come piace a me. E anche noi giocatori abbiamo dei progetti importanti per il futuro, ma non farmi dire altro”.

Ami circondarti di belle cose (macchine, telefoni, vestiti alla moda). Che rapporto hai con i soldi?“Compro quello che posso, ma desidero anche tante cose che non posso permettermi; non guadagno tantissimo (il suo stipendio supera i 15 milioni al mese, ndr)

Cosa pensi degli stipendi dei calciatori? “Un altro mondo: loro fanno vendere i giornali, creano interesse in Tv. I loro guadagni non sono giustamente paragonabili ai nostri”.

Ma Giombini non frequenta solo pub e discoteche: si tratta di un ragazzo curioso e versatile, visto a teatro, in libreria (“mi faccio consigliare dalle amiche”) al cinema, ai concerti (“tutta la musica italiana, con Ligabue in testa: lo apprezzo anche come personaggio”)

In conclusione possiamo dire che Ravenna non è stata solo una parentesi della carriera… “Chi mi conosce lo sa e non so se è una promessa o una minaccia: tornerò!”

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