L’impero non colpisce più…
- Scritto da Marco
- 04.07.2008 12:49.59
Il presidente della Teodora si è dimesso e la sopravvivenza della gloriosa società è a serio rischio.
La Teodora è uno dei marchi più noti a livello di sport italiano femminile per squadra. L’epopea delle “Invincibili” degli anni ’80 (11 scudetti consecutivi, 2 coppe dei campioni sottratte ad avversarie sovietiche che parevano venire da altri mondi, conquista massiccia delle maglie azzurre, trionfi con un settore giovanile modello, ecc) ha reso la nostra città una parte significativa della storia sportiva nazionale. Il modello-Teodora, costruito con soldi, idee, muscoli e sudore quasi interamente ravennati, è tuttora oggetto di studio e ha contribuito in modo decisivo a fare crescere lo sport femminile moderno.
Negli ultimi anni, dopo forti ridimensionamenti, la Teodora era rimasta il faro di un’intensissima e meritoria attività giovanile, che animava le palestre del territorio (anche del forese) con una proposta sana e pulita che le famiglie dimostravano e dimostrano di apprezzare e che – allo stato delle cose – è il vero patrimonio che bisogna prioritariamente salvare.
Quando, invece, la Teodora si è posta nella sua versione di offerta sportiva agonistica e spettacolare, con la sua prima squadra, ha quasi sempre fallito.
E non solo perché non ha vinto i campionati che si era proposta di vincere (“crescendo” solo in virtù del metodo sbruffoncello dell’acquisizione dei diritti, fatto valere per ben tre volte in pochi anni), ma perché non è mai stata un riferimento per la città: il pubblico (poche decine di unità per le partite in casa) è costituito da un simpatico manipolo di pensionati e da pochi (nemmeno tutti) gli affetti familiari strettamente legati alle ragazze; la stampa latita, dedicando poche righe e rinunciando a lanciare personaggi ed eventi; le imprese (con la lodevole eccezione dell’azienda portuale Bambini e della fondazione Cassa di Risparmio, quest’ultima operante peraltro con finalità filantropiche) si guardano bene dall’affidare alla Teodora la promozione del proprio marchio commerciale; gli enti locali si fanno belli con la bacheca delle Invincibili, ma si rapportano con fastidio alla società attuale (che hanno avuto il barbaro coraggio di far giocare per 7 anni in una squallida palestrina scolastica, con un pavimento mangia-articolazioni che nessuno ha mai fatto cambiare, con illuminazione scarsa e un tabellone segnapunti da partita di briscola).
Insomma, Ravenna… non c’è! Non ama la Teodora. Non si raccoglie con il dovuto orgoglio intorno alla stella rimasta sulle maglie a suggello di un’impresa sportiva senza pari, intorno a ragazze belle e corteggiatissime, simbolo della nostra gioventù più sana, potenziale veicolo dei messaggi migliori che una comunità possa esprimere
Ingratitudine? Menefreghismo? Insensibilità? Forse un po’ di tutto questo. Ma non pensi, la Teodora, che i comportamenti scostanti, presuntuosi e spesso scorretti tenuti dai suoi componenti a vario livello (dirigenti, tecnici, e non di rado atlete, queste ultime incapaci, anche per colpa di cattivi esempi societari, di riprodurre verso l’esterno i comportamenti che tradizionalmente caratterizzano l’immagine positiva della pallavolo) non siano fra le cause di questo rapporto difficile.
Adesso ci sono pochissime ore per salvare il marchio. Il presidente, dopo un comportamento così assurdo (due settimane fa aveva rilevato il titolo per giocare la A2 e stava per far partire un ambiziosissimo “Teodora Lab”) ha staccato il telefono e si chiama fuori dalle frenetiche trattative in corso per salvare la “creatura” alla quale è legato da decenni e sulla quale ha investito ingenti risorse e centinaia di migliaia di euro. Niente di nuovo sotto il sole: alla Teodora sembrano avere imparato le tecniche di comunicazione esterna in un gulag sovietico – si pensi che il comunicato stampa è stato mandato solo ad un sito specializzato mentre per due giorni (e ancora adesso!!!!!) quello della Teodora ha continuato a raccontare i “fasti” della inutilissima campagna acquisti per una A2 che non si farà più. Non una conferenza stampa, non un incontro pubblico, non una spiegazione, non una giustificazione se non quella di “gravi problemi personali” che, in ogni caso, mi auguro si risolvano al più presto. Nemmeno una richiesta di aiuto.
A tentare l’estrema salvezza stanno provando il dirigente “storico” Camerani, il sindaco Matteucci, il presidente del Coni Suprani, la Uisp di Imola (che ha dato disponibilità ad un “prestito” del titolo). Mi auguro che possano unirsi anche l’azienda Bambini (un ulteriore sforzo in questo momento potrebbe essere decisivo) e quanti altri vogliano “concretamente” bene alla Teodora. Una Teodora nuova e vera, che abbia Ravenna non solo come targa automobilistica, ma come riferimento per una crescita che attiri intorno alla squadra le professionalità, l’aggregazione, l’entusiasmo, le emozioni, le esperienze più belle che lo sport può dare quando è fatto con serietà e passione. L’operazione-salvezza ha 5 giorni di tempo per riuscire (dead-line per presentare l’iscrizione al campionato).
Giusto per capirci la somma da sborsare per avere l’onore di aver salvato l’Imperatrice dalla decaduta (e ridato fiato a centinaia di famiglie che affidano con piacere le proprie giovanissime alle strutture agonistiche e pre-agonistiche della Teodora) si aggira sui 50mila euro. Poi si avrebbe un anno di tempo per vedere il da farsi e riposizionare le ambizioni a seconda delle possibilità.
Per quanto mi riguarda, per quello che so e posso fare, sono a disposizione. Sempre gratuita, perché anche questa, per me, è “tradizione”
Commenti a L’impero non colpisce più…
- Il 10/07/2008 23:12:31 poldo ha detto:
Caro ortolo (il nono dei sette nani, venuto dopo “embolo” che è morto da piccolo), volevo complimentarmi con te per l’articolo. Credo che il problema stia soprattutto nel fatto che fino ad ora gli ambienti sportivi ravennati, hanno potuto contare solo su MEDIOCRI che spesso hanno finito per rendere promiscua la gestione “economico-finanziaria” della società sportiva, con quella della propria azienda o della propria famiglia o… comunque LA ROVINA DELLO SPORT E’ SEMPRE IL BUSINESS. Parlo comunque per astratto, non essendo mai stato molto addentro all’ambiente pallavolistico femminile. Continua così che hai creato un gran bel sito! - Il 04/07/2008 20:31:01 gianni ha detto:
che schifo………………………non aggiungo alro,………………………..ma qusti dirigenti (o meglio digerenti) devono capitare sempre a ravenna???