Gli eroi di Padova chiamati all’ultima battaglia – Ci sarà anche Kiraly !
- Scritto da Marco
- 29.03.2011 07:43.25
CI SARA’ ANCHE
KARCH KIRALY !
LA PARTITA DI DOMENICA PROSSIMA SARA’ TRASMESSA IN DIRETTA, SU SCHERMO GIGANTE ESTERNO AL PALAZZETTO, GRAZIE ALLO SFORZO CONGIUNTO DEL COMUNE DI RAVENNA, DELLA ROBUR-COSTA E DI TELEROMAGNA, CHE GARANTIRA’ AMPIA COPERTURA DI IMMAGINI (4 TELECAMERE) E LA TELECRONACA DI MARCO ORTOLANI E GIANLUCA VALMORRI. Al termine della partita, in caso di vittoria, i giocatori usciranno insieme al pubblico del PalaCosta per unirsi agli sportivi all’esterno del palazzetto
Una giornata di volley memorabile, quella vissuta a Padova da quasi mille concittadini che si sono stretti intorno alla squadra, intorno alla società, intorno a quel progetto che 5 anni fa sembrava impossibile e che ora è ad un passo dall’essere realizzato.
Giocando una partita supersonica, contro un’avversaria di grande valore, la Marcegaglia Cmc ha conquistato la vetta della classifica e domenica prossima la dovrà difendere sconfiggendo in casa la Sir Safety Perugia, avversaria “sulla carta” battibile. Ma, come insegnano i saggi del volley, la “carta”… non gioca!
Frequenti repliche della partita di Padova vanno in onda ad orari variabili in questi giorni sul canale 192 (TeleRomagna Sport) della piattaforma digitale – Nella foto i conduttori di “Sottorete” Marco Ortolani ed Alessandra Ortolani (ma non siamo parenti!) con gli ospiti di lunedì scorso, Stefano Mengozzi e Stefano Moro
C’erano 4000 spettatori, nel rinnovato Pala San Lazzaro di Padova Est che ha perso il suo aspetto originario di capannone industriale buio e dismesso e si è trasformato in struttura per il volley moderna ed accogliente. Un baccano infernale sin da un’ora prima del match, tifoserie imbandierate e vicine, perché nel volley c’è voglia di vincere nel rispetto dell’avversario. Così anche la mia nonna cardiopatica di 83 anni è riuscita a vedersi la prima partita di pallavolo della sua vita…
Probabilmente non c’era bisogno di sovreccitare ulteriormente un’atmosfera già stracarica di emozioni e di attesa. Ma è un vizietto ormai piuttosto diffuso: e quindi musica a palla, speaker orgasmatico (che durante il match travalicherà abbondantemente il suo ruolo di servizio), majorettes, trombe elettroniche oltre, ovviamente, a voci, tamburi, mani e cuori.
Quando cominciano a volare i primi palloni si capisce che è serata. Si capisce che le due squadre hanno preparato al meglio il match, ma che una delle due (la nostra) sembra avere il passo di gioco dei predestinati alla vittoria. Sono pochi punti, uno, due… ma si sta sempre avanti. Sul tabellone e nella trama delle azioni. Non arrivano muri diretti ma si “tocca” sempre. E dietro Tabanelli sembra ispirato da quel Karch Kiraly che vent’anni fa ricopriva il ruolo di raccoglitore dei palloni impossibili e che poco dopo la fine della gara trasmetterà i suoi complimenti alla squadra e si impegnerà a farle visita nei prossimi giorni!
Moro schiaccia tutto. Il temuto bulgaro Uchikov, pure. Ma con più timidezza. La sua rincorsa è da pantera rosa, mentre quella del Gladiatore sembra un assalto all’arma bianca. 24/21, poi un piccolo sbandamento e Padova rigioca per il 24 pari. Ma la strada è chiusa. Ci sono gli avambracci di Stefano Mengozzi a portare Ravenna in vantaggio al primo cambio campo.
Il secondo set somiglia al primo. Vantaggi piccoli, ma significativi e nitidi. Guido Selleri al commento lo conferma: sono pochi punti, ma in campo la nostra squadra è messa meglio. Finisce 25/21, con un’infinità di palle toccate a muro, difese e contrattaccate: la formula più corale e coinvolgente di fare un punto nel volley.
Ecco nel terzo set la grinta della capolista. Passano in vantaggio, trovano qualche muro. Sul massimo vantaggio (9/6) si scoprono anche sfortunati, perché una collisione sottorete con Moro manda ko il palleggiatore Tiberti. Entra Busi. Apparentemente non sbaglia niente, ma si vede che Padova accusa il colpo. Parziale di 6/3 ed è 12pari. Corvetta spinge i suoi a punti importanti. Padova gioca le carte della disperazione, sparacchiando (senza successo) la battuta in salto e re-innestando il capitano Tiberti con mission impossible di rovesciare la gara. E’ un tachicardico punto a punto. 24/23 per Ravenna che gioca per il match. Ma c’è la rimonta. Due set ball per i veneti. Annullati. Il mito della Robur del Dopoguerra, la benedizione di Karch Kiraly, 700 cuori impazziti sulle tribune decretano l’obbligo di vincere. 30/29: l’ultima rigiocata è difficile, bassa e tesa. Il pallone va a chi ha dimostrato (quest’anno, ma anche, ahimè, quelli passati) di non temere responsabilità pesanti, di non chiedersi mai perché debba toccare proprio a lui attaccare quella “roba sporca”. Si chiama Stefano Moro. Carica caviglie e quadricipiti e spara forte, probabilmente ad occhi chiusi. La sua caratteristica è di non fare mai una palla uguale all’altra, di cambiare traiettorie e modalità d’attacco. Il muro padovano tenta di indovinare. Ma non ci riesce. Non resta che aggrapparsi sfiniti alla rete della sconfitta. L’arbitro vede e fischia. E nel rispettoso contegno del pubblico di casa (che va sottolineato ed ammirato) i nostri ragazzi si buttano per terra festanti. Sulle tribune si canta un “Romagna Mia” a 700 voci. Secondo Casadei, da lassù, si unisce al coro con Angelo Costa.