PHOTOGALL-IN-ERY – TUTTI IN PIAZZA CON I NOSTRI CAMPIONI

  • Scritto da Marco
  • 12.04.2011  08:46.48

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.Si comincia alle 19. Serata fresca. I ragazzi di Radio International scaldano l’ambiente con un po’ di intrattenimento, io controllo tutti i testi (ma tanto dimenticherò lo stesso di dire metà della roba…)

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.Il sindaco Fabrizio Matteucci premia i due allenatori.

Sono convinto che Ravenna abbia un buon sindaco. L’ho votato e lo rivoterò volentieri alle prossime elezioni comunali. Forse è il “gruppo di potere” di cui Matteucci è espressione, che avrebbe bisogno di una rinfrescata. Matteucci è una persona colta, che sa ascoltare (anche i giovanissimi, anche i deboli, anche i volontari), che ha solidi riferimenti culturali e morali, che ha un presenzialismo assiduo ma garbato. Che sia un tifoso di volley è, naturalmente, un “punto” in più…

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.Foto di gruppo dopo la premiazione. Per par condicio, oltre al sindaco, presenziano sulla piazza i capogruppo delle varie liste consiliari.

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.Babini sfoggia occhialoni glamour e parole di grande soddisfazione per una vicenda sportiva che lo ha visto protagonista di scelte importanti e vincenti.

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.Ancora il sindaco con il presidente Casadio. Luca è un uomo “senza cravatta” sotto ogni senso. L’apprezzamento per le sue qualità morali e il suo modo di porsi alle persone è unanime. Non certo un presidente-padrone, ma un capogruppo capace di decidere dopo aver ascoltato e rispettato tutti.

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.L’anziano cavalier Steno Marcegaglia racconta il suo percorso umano e industriale. “Avevo solo un paio di scarpe, ora il mio nome è diventato quello di un gruppo industriale diffuso nel mondo”. E noi siamo lieti che questo grande percorso abbia preso a cuore le vicende del volley

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.Il sorridente orgoglio dei “panchinari” Kovalchuk, Gherardi e Saviotti. Uno degli aspetti più belli della stagione è stato quello che ha permesso, anche alle seconde linee, di avere almeno una giornata di visibilità e di gloria. Non sempre succede. E questi ottimi ragazzi se lo meritavano proprio.

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.Oleh Kovalchuk probabilmente non verrà confermato. Rimarrà una meteora a Ravenna, ma gli auguro le migliori fortune altrove. Un ragazzo umile, dal sorriso buono e sincero e dal braccio pesante, subito accettato dal gruppo

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.Grande Mengo!!! Sei in Nazionale! Oltre al grande valore personale mi auguro porti lo spirito del gruppo che lo ha condotto a questo risultato

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.Ho spesso accostato l’idea di Castellano a quella di Fabio Cannavaro. A parte gli occhi blu, c’è una raffinatezza partenopea dello stile e il modo sempre ironico di porsi (a parte in campo, dove si… cambia registro).

Mauri sarebbe probabilmente il capitano ideale in molte squadre

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il capitano, a Ravenna, è Lorenzo Rambelli, l’uomo venuto dalle glorie del Messaggero (con cui vinse una fragorosa serie di titoli nazionali giovanili) e subito arruolato quando il progetto-RoburCosta era poco più che una bozza e un elenco di sogni. Forse chiuderà la carriera con questa promozione, che sarebbe una sontuosa sigla finale.

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.Sul palco con la presentatrice di Sottorete Alessandra Ortolani e il capo ufficio tecnico Noemi Piolanti. Anche per TeleRomagna e per il gruppo di produzione EuropaService una stagione di grande qualità

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.Antonio Corvetta al microfono risulta sempre di poche parole, quasi distaccate. Uno stile che, come tutti sappiamo, non corrisponde al suo modo passionale e combattivo di vivere la propria professione sportiva.

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.Bellissimo quadretto con Luca che lascia palco e microfono a Gionatan Sirri. Nella squadra, quest’anno, c’erano diversi altri padri (oltre a Luca anche Plesko, Salgado, Moro, Rambelli)

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.A Salgado chiedo della gioia di quell’ultimo punto. Giò trova una risposta piena di umiltà e saggezza “Eh, sì, ma prima del mio c’era chi ne aveva fatti tanti altri…” Ad oggi rimane il più impressionante paio di braccia che abbia visto da vicino.

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.Guardate che spirito sfoggia Stefano Moro! Per lui il soprannome “Gladiatore” (risulta una certa somiglianza con l’attore Russel Crowe) è diventata una griffe. Il suo ingresso sul palco è di gran lunga il più spettacolare

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…. mi chiamo Massimo Decimo Meridio, servo leale dell’unico imperatore…

Pare che questa frase la conoscano tutti. La mia allergia ai film americani mi tagliava fuori (almeno fino a questo pomeriggio) dalla condivisione di questa pagina eroica

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Lo scatto più bello della serata. L’imperatore alza il suo trofeo nel tramonto della città da lui conquistata.

Grandissimi ragazzi!

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… poi si dovrà cominciare a parlare di cose sicuramente meno divertenti: non è ancora stata risolta la problematica del campo di gioco. Il sindaco ha dato frettolose garanzie di disponibilità del Pala de Andrè, che tuttavia ha bisogno di interventi di approntamento (pavimentazione, tabelloni) e di rientrare “nel feeling” con uno sport di vertice che vi manca da diversi anni. Ma questo è il meno.
Il palasport più bello d’Italia è una cattedrale che divora energia: per scaldarla occorrono oltre 2mila euro al giorno, più varie altre spese generali. Non è ben chiaro chi possa sostenere costi così alti: la società sportiva (già schiacciata dalle esorbitanti necessità di reperire fondi per allestire un team competitivo) probabilmente no. La collettività (il Comune) potrà distogliere somme così importanti dai bilanci per destinarle allo sport di vertice?
C’è un fattore che può aiutare a risolvere la faccenda: il volley deve diventare lo sport di tutti. I 1000 super-presenti fedelissimi di quest’anno devono raddoppiare, alla luce della categoria top che si è raggiunto e della sontuosità dell’impianto di gioco che la ospiterà. Per il primo anno del Messaggero (1990) si vendettero 1300 abbonamenti. Nemmeno tantissimi. L’obiettivo deve diventare quota 2000, con una pressante campagna di sensibilizzazione casa per casa, scuola per scuola, cral per cral, circolo per circolo. Perché le cattedrali vuote sono tristi.
Volley a Ravenna, sport per tutti. Questo deve essere il traguardo che potrà giustificare l’esposizione economica dell’Amministrazione Comunale e le spese necessarie per portare a Ravenna i campioni che possano difendere il titolo appena conquistato.
Un pomeriggio al Pala de Andrè sarà ottimo, naturalmente, per un appassionato di pallavolo. Deve diventare divertente per i bambini (c’è tanto spazio per correre e giocare laterale alle tribune), una moda per i ragazzi, un luogo per trovarsi, caldo e allegro, per imprenditori e commercianti, un importante bacino di riferimento per ristoratori e altri operatori economici cittadini . La tessera dell’abbonamento deve divenire una “card” con cui ottenere vantaggi e riconoscibili attenzioni in tutta la città, che ha la quasi irripetibile occasione di farsi trovare unita intorno a quello sport che più di ogni altro la rappresenta nel mondo…
Infine (scusate il dilungarmi e i toni supponenti) dopo un anno di trionfi prepariamoci anche a… perdere. Capiterà e capiterà spesso, perché la A1 è terra di campioni che da tutto il mondo vengono ad impreziosire il nostro campionato. Siamo gli ultimi arrivati, i “ritornati”, espressione non di un capitalismo sprecone (come quello, pur scintillante, che caratterizzò i primi anni Novanta), ma di una dirigenza che si è affacciata in alto con i suoi metodi di condivisione delle decisioni, di amministrazioni oculate, di passi lunghi come la gamba…
Attrezziamoci quindi per non essere vittime di “ansia da prestazione”. Andrà come andrà, il risultato non dovrà condizionare l’ambiente. Controlliamo magari con puntiglio che atleti e tecnici diano tutto, siano motivati, educati, gentili e simpatici, come lo sono sempre stati i formidabili protagonisti di quest’ultima cavalcata in A2: con queste premesse dovremo essere pronti ad applaudirli dopo qualsiasi risultato.

 

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