Un campionato… a quattro ruote 2011 12
- Scritto da Marco
- 12.01.2012 20:26.32
Per seguire una metafora automobilistica, in quattro mesi di campionato, la RoburCosta ha messo in mostra tre versioni del proprio modello “A1”.
La prima è quella che chiameremo “base”: ricorda il modello dell’anno scorso (la “A2 Special Promotion Turbo Diesel”) che ebbe molto successo: consuma poco, ha una linea simpatica, si impegna anche sui più ostici terreni, valorizza il made in Italy (3 “pezzi” stranieri acquistati in estate rimangono in garage-panchina); Babini la guida con disinvoltura e sicurezza e la può parcheggiare ovunque, eventualmente anche in A2, se la piccola cilindrata non consentisse altre soluzioni.
Esiste poi la versione denominata “chiama il concessionario e vedi se te la cambiano”: quest’anno, fortunatamente, è uscita in pochi esemplari. Macchina inceppata, cambi rallentati, benzina con pochi ottani, scarsa tenuta di strada con brutte imbarcate.
L’abbiamo vista sui tortuosi e impercorribili valichi di alta montagna a Trento, sulle più abbordabili prealpi bellunesi (dove pure era partita passando da 0 a 100 Kmh in pochi minuti, vincendo il primo set con un Moro-Tigre nel motore da 8 bollini-punto) e soprattutto alla Calabria-Cars di Vibo Valentia, un concessionario che ha… concesso solo bastonate.
Fortunatamente c’è anche la versione De Luxe, che ha trovato un certo mercato negli ultimi tempi: la carrozzeria è sempre quella, ma vi si innestano gli optionals migliori. In questi esemplari è soprattutto la ricezione, spinterogeno per eccellenza, a dimostrarsi solida e a consentire a Corvetta di far viaggiare i propri autisti con palla precisa e con il muro avversario in ritardo. La “A1 De Luxe Ravenna” è sfrecciata ammiratissima per due set contro il Padova, per uno contro il Belluno, per l’intero Gran Premio di Piacenza e per il trionfo contro Latina nel circuito del Pala De Andrè, immancabilmente caldo come una “Curva della Tosa” a Imola.
Certe notti… ”Certe notti – dice Ligabue – la macchina è calda”. Ma, aggiunge il rocker “dove ti porta lo decide lei”.
Domenica scorsa la macchina ravennate era quella giusta, con i livelli controllati, le gomme gonfie, il parabrezza lucido. Ma di là c’era una Lube-Ferrari equipaggiata per i massimi traguardi nazionali e internazionali. E allora tutto quello che si è riuscito a produrre sono due set-ball sprecati e una bella figura complessiva.
“Non mi piacciono le belle figure – dice coach Babini – preferisco fare figuracce e vincere”.
E’ una frase d’obbligo che nasconde una parte della verità. Perché è vero che “per un pelo” ci scappava un set, ma è anche vero che una Lube al massimo delle motivazioni e dell’organico rischiava di non far uscire nemmeno dagli spogliatoi i ravennati. Sarebbe stato frustrante per un De Andrè che ha superato in carrozza le 3000 presenze, che si è divertito e che continua a sperare in qualche “complicità” avversaria (le giornatacce di Piacenza e Latina, peraltro subito dopo riscattatesi con grandi prestazioni tali da aumentare a posteriori il valore delle imprese biancoblù) per ricavare qualche altro punto.
Ci vorrebbe anche un contributo diverso della componente straniera, su cui però Babini non autorizza entusiasmi: “Gruszka è un grande campione, ha colpi, giocate, traiettorie e professionalità che me lo dimostrano, ma i postumi dell’operazione alla spalla lo limitano nella forza”. “Quiroga e Sirri mi danno affidabilità in ricezione e questo esclude Verhanneman (qualche apparizione per compitini al servizio) e Roberts (ripetuti e forse mortificanti “ne” per l’australiano il cui braccio ad inizio campionato sembrava ben fornito di potenza più o meno controllata)”.
Alla missione salvezza mancano almeno una quindicina di punti. Rimane roba da “Fast and Furious”…