Vent’anni fa il trionfo di Atene
- Scritto da Marco
- 29.02.2012 23:16.51
Il 29 febbraio del 1992, al Palasport del Pireo, il Messaggero sconfiggeva l’Olympiakos Atene e si aggiudicava la prima di una serie di 3 Coppe dei Campioni. Il quotidiano “La Voce” per iniziativa dell’amico Massimo Montanari, ha proposto oggi una rivisitazione dell’evento, intervistando Daniele Ricci e Giuseppe Brusi e affidando a me un terzo articolo, che ho impostato sulla indimenticabile festa che seguì la vittoria…
.
.
Il Palasport del Pireo si chiama Peace and Friendship (“Pace e Amicizia”) e tiene oltre 20mila persone. Come uno stadio coperto. Quel giorno era tutto pieno. Tutti per l’Olympiakos, la squadra di casa, e tutti contro le Emme Rosse. Tutti tranne 150 tifosi ravennati che non dimenticheranno mai le emozioni di quella notte. Un frastuono incessante e un clima ostile. Ma a fronte di tante preoccupazioni le conseguenze furono minime (qualche monetina lanciata durante la premiazione).
La tribuna stampa era ampia ed elegante. Ricordo che i colleghi greci mi offrivano in continuazione… da fumare! (si dice “fumare come un turco” ma credo che i greci abbiano buone possibilità di vincere la sfida).
A 25 anni urlavo con più fiato e cuore che potevo dentro quel microfono. Se fare una radiocronaca dall’estero era un’esperienza nuova per me, era come se un po’ tutto l’ambiente stesse sperimentando una lunga serie di “prime volte”, che sembravano l’inizio di un cammino lunghissimo che poi, come si sa, fu invece di pochi anni.
Dopo la vittoria, con la squadra e i tifosi, ci spostammo verso il salone delle feste di un hotel del centro. Una serata fantastica che culminò nel gesto di Timmons che strappò la tasca della tuta di un compagno di squadra. Fu l’accendersi di una miccia. Tutti i giocatori cominciarono ad aggredirsi l’uno con l’altro in una festa spassosa e liberatoria. Rimasero rapidamente tutti quasi in mutande. Fu la volta di allenatori e dirigenti. Il capitano Vullo si occupò con un minimo di deferenza della giacca di Carlo Sama. Nessuno osò toccare Kiraly, che emanava il solito alone di regalità e dovette lui autorizzare un compagno allo “strappo”. Poi si passò alle signore (che non si sottrassero: “se è guerra deve essere guerra per tutti…”) poi al personale dell’hotel. Il direttore era super divertito (anche perché c’era un assegno di Sama ad abbondante copertura di ogni guaio combinato). Procurò altre divise per i camerieri e Timmons fu “costretto” a sbragarle tutte, una per una, prima di lasciarsi andare ad un valzer con Kiraly sulle note di “Bela Burdela”.
Mentre, alla chetichella, cercavo di raggiungere un luogo sicuro, venni intercettato da un commando composto da Masciarelli ed Errichiello. Non ebbi scampo. Raggiunsi il mio hotel in taxi, tenendomi i vestiti alla bell’e meglio con le mani. Il portiere dell’hotel non era convinto che quello straccione potesse essere un cliente del suo “quattro stelle superior”. Così dovetti esibire i documenti.
Mi lasciò passare dicendo “ah, carnaval…”. Risposi alcolico e offeso: “Macchè carnaval! Siamo campioni d’Europa! E tu, caro Aristotele, sei arrivato secondo!”
Me ne andai a dormire felice come si può essere a 25 anni , addormentandosi sognando la Coppa dei Campioni appena raccontata via radio ai miei concittadini.