Un nuovo yankee per il volley di Ravenna: Ryan Owens

  • Scritto da Marco
  • 12.12.2012  16:35.35

 

Fermi tutti, arriva Owens! Forse non siamo ancora fritti. Si cerca un nuovo tipo di cottura, magari “al forno”, traducendo sommariamente il cognome del nuovo acquisto.

Ryan Owens ha 32 anni, la pelle appena ambrata “alla Obama”, una bella elevazione naturale (tocca a 3 metri e 60), batte in salto, ha una presenza di campo solida e positiva, tipica della scuola americana che il ds Margutti ben conosce.

E’ stato “provinato” per alcuni giorni a Ravenna. A Fresa è piaciuto, facendo scattare subito il rammarico per non averlo avuto a disposizione prima. Fuoriclasse disponibili non ce n’erano e Owens appare il ragionevole punto di equilibrio fra l’esigenza tecnica di irrobustire il reparto dei martelli, orfano di Rooney e quella di bilancio e di prospettiva che sconsiglia impegni finanziari smodati in un anno “spurio”. Le risorse potranno servire nell’immediato futuro, per sfruttare al meglio l’insperata chance del blocco delle retrocessioni.

Torniamo ad Owens (foto a lato dal profilo wikipedia che gli hanno creato in Finlandia). Quello che più sbalordirà sarà sicuramente… il numero incredibile di timbri sul suo passaporto! Il martello di Chicago, cambiando team ogni anno, ha infatti giocato in Belgio, Danimarca, Repubblica Ceca (?), Portorico (??), Brasile, un primo club in Grecia, Finlandia, un secondo club greco, un terzo club greco, Corea e Indonesia (Indonesia???). Ah, dimenticavamo: la chiamata di Ravenna lo ha colto mentre si stava allenando in Serbia.

Beh, non temete che sarà la primissima domanda che gli faremo appena (e pare ci voglia qualche altro giorno) arriverà a Ravenna e si metterà a disposizione di Fresa: come cavolo è possibile che un giocatore di un certo valore faccia scelte sportive così esotiche e stravaganti. Di sicuro avrà molte cose da raccontare, quando finirà la carriera.

Per ora speriamo che racconti qualcosa di interessante al pubblico di Ravenna che, in previsione di unfreddo inverno, chiede di scaldarsi un po’ con le vicende del volley, che finora hanno tenuto gli entusiasmi in ghiacciaia.

La scuola americana è stata impostata sul finire degli anni Settanta da uno dei più grandi allenatori della storia del volley: Doug Beal. Da quel momento essa è stata sempre riconoscibilissima, con un approccio allo sport dei propri elementi (anche al femminile) che è garanzia di impegno, di agonismo, di professionalità. Ravenna ha visto pallavolisti a stelle e strisce in epoca ante-Beal con il buon Duweliuse anche con gli stravaganti Reynolds e Roberts (che interpretarono l’Italia con la leggerezza dei turisti, più che degli sportivi). Poi fu Aldis Berzins a fornire un gradito antipasto delle mirabilie firmate da KarchKiraly e Steve Timmons. Quindi fu il momento dell’esotico hawayano Lambert (talento in crescita che esplose solo dopo, soprattutto nel beach volley), fino al regolare Theodore Brunner dello scorso anno, anche lui dalla California. Ci si aspettava di proseguire la tradizione yankee (che Ravenna ha apprezzato al femminile con Kemner, Eldridge, Bown e Sykora) con Sean Rooney da Chicago. Arriverà invece un suo concittadino, con questo popò di precedenti a cui cercare di essere all’altezza.

Buon lavoro, quindi, a Ryan Owens. Che raggiunga al più presto la palestra per entrare nel giusto “mood” con i compagni. Ma, prima, ci dedichi 10 minuti per raccontarci come può essere finito inIndonesia

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