Volley: un inizio di stagione ricco di sfide
- Scritto da Marco
- 20.09.2012 23:05.38
(articolo per il settimanale “Sette Sere” in edicola venerdì 21/9/2012)
Per il piccolo mondo della pallavolo ravennate le giornate di giovedì, venerdì e sabato scorsi sono state vivaci e sono accadute diverse cose importanti. Vediamole in ordine sparso:
Rooney. E’ sbarcato in città un top player, un campione olimpico (a Pechino 2008, mentre a Londra 2012 è caduto nell’agguato dell’Italia ai quarti di finale), un giocatore di assoluta élite mondiale. Viene da Chicago, è altissimo (206 cm), ma forte e tecnico anche nei fondamentali “bassi”. Ha giocato anche in Corea e in Russia e proviene dalla disciolta Paradiso Monza. Sean Rooney ha scelto Ravenna su consiglio di Kiraly, tuttora voce pallavolistica fra le più ascoltate negli States (vedi in fondo).
Da quanto tempo un pallavolista di questo valore non giocava a Ravenna? Ci sarebbe Piotr Grutska, giunto però a fine carriera e ombra del formidabile cannoniere che fu. Poi si deve retrocedere all’epoca brusiana, il cui ultimo campione “doc” fu forse l’olandese Nummerdor (e sono trascorsi 12 anni…)
Purtroppo un problema (si spera piccolo) alla schiena gli ha impedito l’esordio nell’amichevole di Lugo contro la Lube. (foto da wikipedia)
Porto Donati. La seconda squadra cittadina (campionato di B1) si è presentata in Municipio (sempre di giovedì e sgomitando per la collocazione oraria coincidente con la presentazione di Rooney). Pare chiaro che il Porto Donati non intende fare attività “residuale”, per far giocare vecchie glorie o giovani non interessanti per la massima serie, come abitudine delle società cittadine (e della stessa Donati) nel tempo dell’affermazione in serie A della Robur Costa. “Ho letto la storia di questa società– ha detto il patron Damiano Donati – e l’obiettivo è riportarla là dove merita di stare”. Una dichiarazione che – unitamente allo squadrone allestito, al lavoro sul vivaio e alla raccolta di co-sponsor – racchiude il senso di grandi ambizioni.
Bonitta. Un allenatore campione del mondo (Donne 2001 in Germania) e d’Europa (juniores 2012 in Polonia) sceglie Ravenna per allenare. Con contratto triennale Marco Bonitta sarà il coach del PortoDonati. Si sospettava un incarico part-time per un allenatore così prestigioso, che potrebbe rimanere negli staff federali azzurri… Niente affatto! “Sono stato affascinato da questo progetto e sarò allenatore full time del Porto fino a che cadrà l’ultimo pallone del campionato. Poi nei mesi estivi mi sentirò libero di valutare altre proposte. Mi prendo il merito di aver fatto comprare Borgogno prima della sua affermazione agli Europei, dove è stato inserito nel sestetto ideale. Adesso la sua quotazione sarebbe molto più alta”. (foto sotto da ravennanotizie.it)
Rivalità. Altra notizia di rilievo (ma non del tutto positiva) è che Ravenna rischia di essere troppo piccola per la coesistenza di due società così ambiziose. Le ore di allenamento al PalaCosta sono state ripartite dall’Ufficio Sport del Comune (di cui fa parte Paolo Pasini, curiosamente allenatore, in passato, di entrambe le squadre) in un modo che ha lasciato scontenta la RoburCosta, che non ha apprezzato nemmeno l’idea della Donati di appoggiarsi sullo stesso preparatore atletico (Daniele Ercolessi) e dello stesso fisioterapista (Davide Baccoli), ai quali comunque non era legata da contratti di esclusività (Ercolessi, ad esempio, collabora da tempo anche con il basket). La situazione appare piuttosto tesa…
La gaffe del sindaco… Matteucci, alla presentazione della Donati, ha tenuto un discorso di alto profilo, sottolineando soprattutto il valore del volontariato sportivo. Ma aveva aperto con una gaffe: “Plaudo al volley che ha messo a sistema le proprie risorse…”, supponendo che la fitta rete di amicizie personali trasversali fra Porto e RoburCosta fosse fonte di una collaborazione che invece oggi, di fatto, non esiste. Il tentativo della RoburCosta di inglobare le risorse di Donati per creare una grande squadra (ci sarebbero state potenzialità di alta classifica) è fallito e ora viene anche abiurato: “Non è il nostro modo di fare sport, non ci interessa collaborare”. Il nobile auspicio del sindaco di “mettere a sistema” addirittura tutte le realtà sportive romagnole sembra lungi dal muovere persino i primi passi.
… e le perplessità del Coni. Da Umberto Suprani, presidente provinciale a fine mandato del Coni, ci si sarebbero aspettati altri toni. La pallavolo (disciplina da lui prediletta, pur nella passione multisportiva generale) si presenta in piena salute al via di una stagione difficile, che, altrove, ha costretto alla dolorosa rinuncia di 40 società. Si rivedono i germogli di una rivalità che in un tempo glorioso furono una virtù cittadina (gli anni sessanta di Robur, Vigili, Portuali…). Invece arriva scetticismo: “La città in crisi economica faticherà a supportare due realtà così importanti” e una raccomandazione “arcivescovile” (“siate rivali, ma non nemici”) prima che arrivi la benedizione propriamente detta dell’appassionato monsignor Verrucchi (che cominciò a giocare a pallavolo 62 anni fa) rivolto, naturalmente “urbi et volley”, a tutti i praticanti.
Lobio. “Con il Lobio nel cuore” è il motto delle iniziative tenutesi venerdì e sabato, fra Lugo e Conselice, per ricordare la memoria del grande allenatore e studioso di sport, scomparso l’anno scorso. Amichevole Cmc-Macerata, partita di coppa di lega e amichevole giovanile. Tutto per il Lobio, persona magnifica, di quelle che lasciano l’esempio per ciò che hanno fatto e la rabbia per tutto ciò che ancora potevano fare di buono e che un brutto destino non consentirà.
Cmc-Lube. Assenti Zanuto, Rooney, Zhukouski, Pelekudas, Radunovic (e Savani dall’altra parte) non si poteva chiedere molto al primo galoppo. L’applausometro è schizzato per le difese del secondo libero Mazzotti e per l’ingresso in campo nelle file della Lube dell’eurojuniores Ricci. Scontato il tre a zero finale per i campioni d’Italia.
“Questa nuova ragazza qua…” Babini accarezza il nuovo strumento di gioco, la palla Mikasa, di colore giallo e blu, fabbricata in Thailandia per il marchio giapponese leader del settore (prima si giocava con la Molten). E, riferendosi ad essa, dice: “Sono curioso di vedere la mia squadra, quando sarà al completo, cosa riesce a fare con questa ragazza…”. Pare che il nuovo attrezzo svantaggi la dinamite dei servizi in salto e favorisca le soluzioni jump flot. Rooney si dichiara disciplinatamente d’accordo con il suo coach, ma poi, “fuori onda”, mormora “it’s circle…”, (“è rotondo”), come a dire che non sarà un grosso problema adattarsi.
Karch. Karch Kiraly (so che fra chi mi legge c’è qualcuno che non conosce questo nome, ma non ho sufficienti righe a disposizione per dilungarmi nelle presentazioni) è diventato il nuovo primo allenatore della Nazionale statunitense femminile di volley. La guiderà fino alle Olimpiadi di Rio. Buon lavoro, intramontabile leggenda!