Australia Giorno1
Eccoci qua, la foto non e’ delle migliori (e’ stata scattata in Malaysia da un inserviente che sembrava Sandokan), ma per adesso ha il compito di dire che siamo arrivati e stiamo tutti bene. Il nostro viaggio e’ cominciato alle 5 del mattino di domenica e si e’ concluso alle 21 di questa sera. Sottraete 10 ore di fuso orario che abbiamo guadagnato, ma, insomma, cercate di capire che abbiamo sorvolato mezza Europa, tutta l’Asia e quasi tutta l’Oceania…
Delle poche ore a Kuala Lumpur (Malaysia) mi rimarranno in mente il suono della lingua locale (sembra di sentire il rumore che si fa mescolando un sacchetto di caramelle o quel verso che faceva un personaggio di Alberto Sordi che diceva “Tandaradadadadadan”. I malesi sono a volte imponenti e guerrieri con turbanti alla Sandokan, altre volte di aspetto mite e raffinato come Gandhi. Ho mangiato un loro piatto di carne e riso ed era buonissimo. La parola Kuala Lumpur mi ricorda il dialetto romagnolo: “L’e’ un burdel un bisini’ kuala lumpur…”
Dopo altre 7 ore siamo arrivate a Melbourne, metropoli del sud australiano che ha subito dato la sua impressione di luogo rilassante e piena di opportunita’ per divertirsi: casino, spiagge, eventi sportivi, arte, animali, escursioni, ecc. Speriamo di avere tempo a sufficienza per vedere molto di questo.
Vi presento il gruppo: a sinistra c’e’ Maurizio Di Cori, l’esperto di cose australiane perche’ e’ stato qui anche pochi mesi fa. In aereo ha vinto una fortuna giocando con il videogame di Chi Vuol Essere Miliardario, ma alla fine non ha offerto nemmeno un caffe’…
Poi c’e’ Paolo Tronci, il tennista cagliaritano con la moglie Alessandra. Loro da Kuala Lumpur hanno preso un volo per Sydney: torneranno con noi da giovedi’.
Poi ci sono io, che sono le 2 e 30 locali e faccio fatica a trovare la voglia per andare nella principesca (?) camera quadrupla che per un paio di settimane ci fara’ rivivere un po’ di ritorno al servizio militare. In aereo ho giocato sempre a backgammon contro un computer piuttosto scarso che ho quasi sempre battuto. Al ritorno dovro’ sfidare l’amico Max, grande specialista di questo gioco.
Poi viene Alan il Maldineggiatore. Ci ha fatto far tardi al check in dell’aeroporto perche’ tutte le agenti donna lo volevano controllare. Poi ha stabilito un record di costo per una telefonata intercontinentale. io non sono autorizzato a scrivere la cifra. Fatevela dire da lui…
Poi viene il Mattei, che ha trovato gia’ il modo di ricavare in camera una attrezzata palestra per esercizi vari. Ma dovra’ specializzarsi soprattutto nel controsionismo…
A destra c’e’ Deborah, che nella famiglia Bruschi era momentaneamente assente quando hanno distribuito il gusto per lo sport e sara’ l’anima “turistica” della nostra vacanza sportiva. Desiderava mandare un saluto (e ci associamo anche tutti noi) alla sorella Franca che ha avuto una giornata complicata, ma che si risolvera’ felicemente.
A Melbourne abbiamo gia’ incontrato Paul e Jeff del locale comitato organizzatore (tranquillo presidente Bellettini: ce la stanno mettendo tutta e siamo certi che verra’ fuori una bella cosa) e Bertrand, il grande giocatore di Reunion che ha un nuovo look con capello corto. Prossimamente anche la sua foto…
Mi informano che sarebbe meglio andare a dormire…
Alle prossime.
Giorno2
Sveglia programmata alle 8, ma alle 6 siamo in forma strepitosa (causa jet lag) e questo permette un bel giro nella zona del centro piu’ vicina al nostro hotel. Ci aspettavamo un caldo asfissiante, invece la mattina e’ fresca e la giornata non troppo calda.
La giornata prosegue con Paul, molto gentile nell’offrirsi come guida per il tour cittadino. Il primo step non e’ esattamente dedicato ad un… monumento, perche’ consiste in 20 minuti di posta all’hotel dove alloggiano i protagonisti degli Australian Open. Riusciamo a rimediare uno Stepanek-Hingis e il regale passaggio della zarina Sharapova (non esattamente la mia preferita, ma sempre capace di “muovere” l’attenzione). Per oggi ci puo’ bastare.
Si comincia da subito ad importunare Mattei (mentre Maldini, trascurato nell’occasione, rosica). Stavolta, inopinatamente, si tratta di un uomo. E’ un giornalista locale che ci intorta per avere notizie sulla nostra partecipazione al torneo di Beach Tennis. La sua rivista e’ molto ben curata, piena di foto e le chiacchiere che gli raccontiamo (Bellettini insegna ad arrotondare sempre un po’ per eccesso le varie vicende) fanno si che nel prossimo numero si possa parlare anche di noi.
La giornata prosegue con passeggiate per i bei viali della citta’ (ribadisco sempre ordine, pulizia, calma generale e rassicurazione dell’ambiente) e per un ricco mercato all’aperto. Maldini si riconosce perche’ e’ quello al telefono, Mattei e’ sempre quello che disegna nell’aria strane forme e movimenti di sospetta origine; Deborah e’ quella… che non c’e’ mai perche’ e’ in giro ad intortare (rimedia il primo numero di telefono dell’avventura australiana, soffiando questo traguardo ad altri cavalli piu’ favoriti, che per ora si nascondono…)
Nel pomeriggio la prima seduta di allenamento. Maldini-Di Cori gestiscono bene gli avversari australiani e tutto fa pendere il pronostico per una finale con i fratelli Coulet. Mattei avra’ il compito di carta a sorpresa, ma non puo’ ancora allenarsi con Tronci, perche’ quest’ultimo e’ a Sydney…
Mapley ha lavorato bene sulla struttura del circolo. I campi che ospiteranno il torneo saranno cinque, ma e’ possibile recuperarne altri due, se le esigenze del torneo lo richiederanno. Mapley mi chiama “secret weapon” (arma segreta) perche’ dice che quando metto i superpoteri divento imbattibile… Boh, mi sa che non sono mai riuscito a trovare la levetta giusta…
Per oggi niente foto. Domani recuperiamo, perche’ Di Cori si e’ incaricato di insegnarmi come si fa ad inserirle in formati piu’ leggeri…
Qui mezzanotte passata, da voi sono le 2 del pomeriggio…
In serata arriva anche la delegazione portoghese. Domani si va alle spiagge piu’ belle. PS: gli australiani devono assolutamente piantarla di parlare con questo accento incomprensibile. Ci sto facendo sempre la figura del ciu’ che non ci capisce mai niente.
Giorno3
E cosi’ siamo dall’altra parte del mondo. Ce ne accorgiamo solo perche’ l’acqua del rubinetto, quando scende, mulina al contrario. Per il resto Melbourne e’ un bellissimo esempio di societa’ multiculturale. Tutti i colori del mondo, anche se i modelli di vita sono sicuramente quelli occidentali, tutti interpretati con una bella spruzzata di civilta’ e cortesia, praticamente in ogni situazione.
C’e’ un altro dettaglio: gli australiani, sudditi della Regina di Inghilterra fino a non molto tempo fa, guidano a sinistra. In questi due giorni siamo andati in giro a piedi e la cosa (penserete) avrebbe potuto non interessarci. Ma vorrei vedere come vi sentireste voi, se cercaste di attraversare una highway (“tanto non passa nessuno…”) e scopriste con orrore che dalla parte opposta a quella dove avevate controllato il pericolo si materializzasse una fila di melbournesi un po’ meno gentili e disposti al dialogo della media. La scenetta e’ capitata a ciascuno di noi almeno un paio di volte.
Ma oggi abbiamo fatto un’ulteriore sfida: il noleggio dell’auto! “Ci penso io!” ha detto Di Cori facendo lo “sborone” come il tecnico della Ferrari che lavorava con SochMacher. Effettivamente Mauri se l’e’ cavata bene, ma un paio di incontri face to face nella corsia sbagliata siamo riusciti ad evitarli solo per un pelo. Andavamo piano. Nelle highway tutto regolare…
Abbiamo visitato due belle spiagge, a 100 km da Melbourne, una si chiama Bells Beach, l-altra non mi ricordo. Sono posti molto grandi dove gli australiani fanno un turismo basato sui bagni (acqua gelata) e sulle partite a criket. Non ci sono bar, happyhour ombrelloni lettini, massaggiatrici, senegalesi con gli accendini, ecc. Mentre in Romagna ogni angolo sembra occhieggiare per farti spendere dei soldi qua riuscire a scucire 10 dollari e’ un’impresa. I ragazzi (con il robusto contributo di Deborah) hanno risolto il problema svaligiando negozi sportivi, uno di Billabong, l’altro di marche che non conosco, ma che loro maneggiano come fosse gente di famiglia.
Oggi era caldissimo e ci siamo bruciacchiati.
Maldini ha una scottatura diffusa ovunque, tranne che nelle orecchie, che sono quasi sempre protette da un fattore totale di marca non Bilboa ne’ Coppertone bensi’… Vodafone… Pare che il primo premio del torneo sia una ricarica telefonica per un numero di minuti pari a quelli usati dal maldineggiatore. Mapley si rovinerebbe…
Nel pomeriggio siamo tornati ai campi. Sul “centrale” partita tesa fra Maldini-Mapley e DiCori-Bertrand. Vittoria dei primi per 7 a 6.
Presente anche il Portogallo e reclutata sul campo una soprendente nazionale estone, comprendente due tenniste del paese baltico in visita per gli Open di Tennis. Bellettini, preparati ad allungare la lista delle nazioni che presenzieranno ai prossimi mondiali…
Nel campo laterale io con un australiano che diceva molte parole in italiano ma mai quelle che potessero avere un senso abbiamo affrontato una ragazza reunionnaise e un’altra donna australiana, carina, naturalmente, ,perche’ in questa terra della liberta’ e del divertimento ci si puo’ ustionare con il sole, ma anche con certe viste.
In serata cena in una specie di Bagno Donna Rosa. Bella vista, atmosfera lounge, cameriere in tono con i parametri.
Mattei ha fatto un numero spropositato di foto, ma per scaricarle ci vuole il cavetto USB, un po’ di pazienza e la perizia dell’informatico Di Cori, che sa come ridurle di dimensioni. Ma Mattei ha avuto una prolungata seduta in bagno, io mi ero perso il bigliettino con l’url per aggiornare il sito e Di Cori, vinto dalle emozioni, dalle fatiche e dal cambio di fuso e li’ che dorme come un angioletto nel piano basso del nostro lettino a castello. Quindi foto rinviate a domani. Fra poco lo raggiungero’. Domani altre spiagge, arrivo di Tronci e visita ai musei oceanografici.
Nel frattempo proseguo con la lettura di “Una Terra bruciata dal sole” di un bravo romanziere americano che racconta il suo tour per l’Australia. Veramente interessante (grazie Lavrina del prestito).
A domani
Giorno4
L’immenso soffio dell’oceano / le spinge via con se a naufragare
su spiagge chiare a un passo dalla riva muoiono / conchiglie / e nelle orecchie ancora il mare
Mirabili versi di Claudione per introdurre questo bellissimo quarto giorno.
L’Australia e’ la terra degli animali piu’ strani e pericolosi del mondo: insetti, ragni grandi come il pugno di una mano, serpenti 50 volte piu’ velenosi dei cobra, squali di un’ignoranza… Oceanica (appunto). Oggi, pero’ abbiamo dedicato la giornata agli ospiti piu’ simpatici e divertenti di questa terra.
Al mattino ci siamo mossi verso Philipp Island, un’isola a due ore di macchina da Melbourne, nota soprattutto per il famoso circuito di motoGP e (nel marzo prossimo) di Formula Uno. Lo abbiamo anche visitato ed e’ stata un’esperienza interessante. Si poteva anche fare un giro con il gokart, ma Mattei e Maldini non potevano farlo perche’ il loro look glamour con le infradito non era compatibile con la guida del mezzo e il sottoscritto sarebbe probabilmente riuscito nell’impresa di sbagliare strada anche li’. Quindi pit stop e deviazione altrove.
I koala vivono in un parco a loro dedicato. Si entra e ci si avvicina al primo albero. Li’ ci sono buone possibilita’ di vederne uno appollaiato che dorme. Pero’ a noi e’ riuscito il miracolo di farlo scendere e avvicinarlo fino a poterlo accarezzare. L’impresa e’ stata opera di Maldini (da oggi ribattezzato… KoAlan) e fa ritenere che il koala fosse femmina. Sono veramente animali simpatici. Molti australiani li tengono in casa come gli europei fanno con cani e gatti (a proposito: in questi giorni nessuna traccia di gatto). Non fanno niente tutto il giorno, non danno fastidio, pensano a mangiare e a riposare. Li chiamano “i parastatali della foresta”.
Li’ vicino abbiamo visto anche i famosi canguri. Inutile che ve li descriva: tengono le zampe anteriori sollevate e saltano. Lo sapevamo gia’, ma vederlo e’ stata ugualmente una bella sensazione.
Appuntamento mancato con le foche che avrebbero dovuto (ma Di Cori era scettico sin dal primo momento) apparire in un bel promontorio ad ovest dell’isola. Ma non si e’ visto niente se non un bel tramonto con cielo rosa.
Per mangiare ci siamo affidati al pesce fritto con le patatine e al gelato. Anche in questi campi gli australiani dimostrano di saper tenere standard elevati.
Il clou del nostro percorso zoologico si e’ avuto in serata, dove alcuni ricercatori hanno radunato una colonia di un migliaio di pinguini (che evidentemente possono vivere anche dove non c’e’ ghiaccio). Tali animali si alzano alle 5 del mattino e, come operai turnisti di un petrolchimico, si radunano e si muovono tutti insieme verso la spiaggia, tuffandosi contemporaneamente in mare fra il tripudio della gente accorsa allo spettacolo del mattino.
Lo spettacolo si ripete alla sera con percorso contrario: i pinguini escono magicamente dalle onde, si raccolgono in grandi branchi e sfilano come star del cinema fra i “tifosi” che pagano quasi venti dollari australiani per rivederli. Di Cori si sorbisce lo spettacolo per la seconda volta in pochi mesi, facendo media con Mattei che non trova feeling con i pennuti. Mentre usciamo dall’arena i pinguini con “residenza” piu’ lontana ci accompagnano nella corsia recintata che scorre a fianco del corridoio di uscita e sembrano quasi commentare annoiati l’ennesima riuscita del loro show.
Dal punto di vista sportivo, detto del moto-circuito, segnalo anche che il gruppo e’ transitato vicino al gigantesco stadio del nuoto (probabilmente la specialita’ piu’ popolare in Australia insieme a vela e rugby) e soprattutto alle arene del tennis, che da lunedi saranno la nostra casa per due giornate e mezza.
Domani invece comincia il torneo di beach tennis con il doppio misto. Mapley mi ha iscritto promettendomi una socia brava. Speriamo di non fare figuracce. I nostri campioni, invece, andranno in visita al museo oceanografico. Da un po’ di tempo Maldini sembra provare interesse per i pesci, soprattutto quelli… azzurri. Bah, spero di non dover rimpiangere di non essermi unito a loro.
Vorrei salutare tutti quelli che ci leggono da quaggiu’ e scusarmi perche’ ancora non abbiamo foto. Ma il tempo al PC e’ poco e la stanchezza e’ molta. Di Cori, sapendo che e’ lui la chiave per inserire immagini correttamente dimensionate, ha deciso di “tirarsela” ancora un po’. Ma domani lo costringiamo a lavorare per la causa.
Un saluto al presidente Bellettini e a domani.
Giorno5
Il jet lag mi ha dato qualche difficolta’ solo per i primi due giorni. Poi tutto ok. Probabilmente anche prima ero un po’ “australiano” nei miei orari di sonno.
Andiamo a letto sempre molto tardi, ma la mattina tutti, nella nostra camerata da caserma, sono puntuali nello svegliarsi. Il Mattei ha una reazione fisica mattutina devastante, comprendente esercizi fisici “estremi” di tonificamento muscolare. Maldini assiste, associandosi di tanto in tanto; Di Cori commenta le esecuzioni e il sottoscritto comincia a pensare di non poter piu’ rimandare il tempo per fare un po’ di palestra.
La mattina vede l’arrivo di Paolo Tronci (che porta entusiastici commenti del suo viaggio a Sydney) con la moglie Alessandra. I ragazzi vanno nuovamente a svaligiare i negozi di articoli sportivi del centro, mentre io Deborah e i Tronci’s optiamo per visita al museo oceanografico (niente di particolare, giusto lo spettacolo della vasca sopraelevata con gli squali). In seguito le donne vanno a dare altri assalti alla carta di credito mentre i giocatori raggiungono la spiaggia di Albert Park per un’altra seduta di allenamento, visto che gia’ si sente aria di torneo.
Tronci e Mattei provano l’intesa e si capisce presto che saranno due ossi durissimi per tutti. Un warm up di lusso fra Maldini-DiCori e i fratelli Coulet viene vinto dai nostri ragazzi solo per 8-6 in un tie-break che aveva visto i francesi in vantaggio per 6-2.
In mattinata (colpevole assenza di chi vi scrive) si era svolto il torneo juniores articolato nelle varie categorie. Una ventina di partecipanti e Mapley (stavolta capisco tutto bene) dice che tutti i ragazzini e le loro famiglie si sono molto divertiti.
Domani si giocano il singolare e il torneo misto. Sono iscritto ad entrambe le gare, mentre Alan, Massimo e Paolo si dedicheranno al solo singolare. Nel misto Mapley mi dice (ma parla in australiano e spesso faccio solo finta di capirlo…) che “dovrei” essere stato sorteggiato con la portoghese Marta Peralta. Se cosi’ fosse ne sarei lieto, perche’ e’ simpatica e la conosco dai tempi di Reunion. Ma chissa’ se e’ proprio cosi’…
In serata abbiamo un simpatico incontro con Flavia Pennetta ed Elena Camerin, le due tenniste italiane che parteciperanno ai prossimi Open di tennis che cominciano lunede’. Sono contente del sorteggio e sono fiduciose di poter fare un po’ di strada, anche nel doppio che giocheranno con ciascuna con una compagna straniera.
Tornando indietro dobbiamo attraversare il casino, dove incrociamo intenti al gioco Nalbandian e Nadal. Buttiamo una fiche sul tappeto e la societa’ che avevo formato con Di Cori frutta la vittoria di 50 dollari. Vorremmo festeggiare, ma arriva Mattei che esibisce una vincita di 350 dollari con una sola puntata che fa impallidire il nostro successo. Maldini, invece, continua a puntare sui tasti del telefonino…
Oggi mando un saluto a Eddy, che incontrero’ alla sua festa di compleanno e che dovra’ avere la pazienza di ascoltare un po’ di nostri racconti e a Gianluca Fabbri del pub Hook, che ci e’ venuto tante volte in mente per il suo locale che e’ il piu’ “australiano” che ci sia dalle nostre parti. Lo abbiamo nominato spesso e abbiamo deciso di fare la prima cena post-Australia proprio da lui. Tanto per lui – come ci dice sempre – “non c’e’ assolutamente nessun problema…”
Commenti a Operazione Australia – Giorno 5
- Il 13/01/2007 11:26:42 Alex Indragoli ha detto:
..o ragazzi non facciamo scherzi con questi francesi, mi raccomando spacctegli il coulet…
Forza Paolo è ora di fare sul serio, macina ace e porta a casa “il canguro d’oro”.
Marco i tuoi articoli sono fighissimi……..se proprio un grande.
Mi piacerebbe sapere se i nostri commenti li leggete subito.Un abbraccio a tutti, ma uno particolare a colui che ha permesso di vivere queste belle emozioni, il padre di tutti i padri…, l’amico Bellettini (Gianni…sei il n°1).Giorno6
Prima giornata di gare. La solennita’ del momento merita un’introduzione alla Fabio Caressa…
Abbiamo attraversato il mondo volando sopra i continenti, abbiamo condiviso una camerata militare, abbiamo visto canguri, koala e le facce di un popolo che insegna pace e rispetto per il prossimo. Ma oggi non siamo ospiti, oggi portiamo alto il nome del miglior beach tennis del mondo. Oggi occorre far vedere che comanda ancora l’Italia. In campo, ragazzi: e’ tempo di andare a vincere…
Dalla Mapley Arena di Albert Park in Melbourne stiamo per trasmettere la cronaca della prima giornata di gare dell’Open d’Australia di beach tennis. Ma prima… superspot!
L’organizzatore Mapley piazza l’inizio del torneo alle 9.15 del mattino (“Australian Time!” precisa il sempre ironico Paul mettendo quasi sempre a dura prova le mie capacita’ gia’ scarse di comprendere la sua lingua). E’ una levataccia perche’ ieri siamo andati a letto tardi (io da ultimo, causa questa appendice del diario al computer che comunque affronto con il solito approccio positivo) e perche’ la spiaggia dista una decina di chilometri dal nostro Urban Central, struttura rigurgitante (a Maldini questo aggettivo non piace, ma stavolta sara’ d’accordo con me) di una gioventu’ vivace e desiderosa di incontri. Sono pero’ quasi tutti (e tutte) juniores, per cui ci si limita a guardarle…
Il taxi ci porta alla spiaggia. Paul ha fatto le cose in grande. Ha allestito 7 campi, caratterizzandoli non con i numeri ma con le bandiere colorate della sua federazione nazionale. Cosi’ le gare si svolgono al campo verde, rosa, azzurro, ecc.
C’e’ un semplice ma efficace servizio di ristoro con frutta e con i succhi vitaminici di uno degli sponsor. Musica, tabelloni in bella vista, la signora Mapley, Kelly, che dirige tutto da sotto l’ombrellone, senza affaticare la sua bella gravidanza gia’ ben visibile.
C’e’ solo un aspetto che rovinera’ la giornata: un vento teso, freddo ignorante e instancabile che imperversera’ senza soste per tutta la giornata, disturbando le partite e creando uno strano binomio di freddo (le ragazze, soprattutto Alessandra, se ne stanno tutto il tempo rincantucciate nelle felpe) e caldo, visto che il sole non si cura della presenza del vento e picchia bruciando piu’ di un giocatore, compreso il sottoscritto.
Le gare hanno un corso abbastanza regolare: Maldini, Di Cori, Tronci e Mattei spanticano un po’ ma conquistano le semifinali vincenti. Di Cori e Maldini trovano varchi nel vento soprattutto con il servizio e respingono gli assalti della concorrenza. Nel podio si inserisce Bertrand Coulet, che batte Mattei al tie-break nel tabellone di recupero al termine di una contestata partita. Maurizio ed Alan giocheranno la finale domani mattina. Di Cori partira’ con un set di vantaggio, avendo battuto il connazionale nella finale vincenti. Quarto posto per l’australiano (boh… domani mi faccio dare il cognome); un giovane dai capelli rossi da tenere in buona considerazione per il futuro. In generale il livello degli australiani e’ discreto; alcuni ottengono risultati migliori di quelli raggiunti da Mapley, l’elemento aussie piu’ conosciuto.
Tronci, Di Cori e Bertrand sono anche i protagonisti del torneo Over35 nel quale mi distinguo persino io, vincendo un paio di partite, una delle quali contro l’unico rappresentante degli Stati Uniti, giunto in questo stato di Victoria a titolo personale.
Anche nel misto do’ spettacolo (?): abbinato ad una portoghese abbastanza carina, ma tremendamente silenziosa, riesco a vincere un paio di partite, una delle quali contro l’amica Marta Peralta, conosciuta a Reunion e agli ultimi mondiali. Marguerita (questo il nome della socia) gioca bene, fa pochi errori, non rompe le balle e non si stanca mai. Una socia quasi ideale…
Questo torneo viene interrotto un po’ prima: sono ancora 5 le coppie in gara. Rivedo ancora in pista le belle “cangurine” Mel (Melanie) e Bel (Belinda) che avevano ben figurato a Marina di Ravenna. Chiedo all’ambidestra Melanie con quale braccio ha scelto oggi per giocare e lei mi risponde con la solita espressione sorridente e festante da cheer leeder: “Both!” (entrambi!)
A fine giornata gli australiani offrono un ricco barbecue: sanno essere semplici, efficaci e comunicativi: e’ una costante di tutti loro.
Ritrovato l’hotel io Debora e i Tronci’s andiamo alla scoperta delle mille seduzioni del centro Crown, con casino (vinco una piccola cifra anche oggi) , sale con musica dal vivo, cucina etnica a bassi prezzi (gamberi alla vietnamita a meno di 4 euro!), sale scommesse (vittoria dell’Open di Pennetta quotata a 250, di Camerin a 500), e ogni diavoleria. Tutto bello!
Saluto e ringrazio Indragoli di cui leggiamo ed apprezziamo i commenti. Specialmente Tronci (che lo conosce meglio) si rammarica di non averlo qui.
Domani gran finale delle gare di singolo e misto e super torneo di doppio con i nostri eroi grandi favoriti. Non perdeteci di vista, state con noi!
6 – continua
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Commenti a Operazione Australia – Giorno 6
- Il 14/01/2007 14:41:43 Orto ha detto:
Ciao Lele! Con ‘sto vento fortissimo avresti trovato le condizioni estreme che ti esaltano. Ti abbiamo ricordato spesso. Ci dispiace per la nebbia, noi da qui non riusciamo piu’ ad immaginare cosa sia. Un caro saluto da tutti noi da estendere anche a Franca, che rivogliamo immediatamente in campo.
Orto & friends. - Il 14/01/2007 10:01:34 lele ha detto:
e bravi voi al sole e noi nella nebbia piu’ fitta degli ultimi 15 anni…..
un saluto caloroso a tutti e in bocca al lupo per le gare….
credo non abbiate problemi come direbbe il mitico presidente Bellettini ” a spazzare via tutti”…..
e i soliti complimenti al superlativo ortolo per la superba interpretazione nel racconto di questi vostri giorni dall’altra parte del globo….
a presto…un abbraccio a tutti….leleGiorno7
Non conosco bene il tennis. Talvolta lo seguo alla tv, riconosco qualche fisionomia, ricordo alcune partite e alcune vittorie. Non e’ il mio sport, ma quando entro alla Rod Laver Arena mi sembra di non aver seguito altro sport che questo. Tutto e’ cosi’ “mio” , a forma di me, come vorrei lo sport e forse il mondo in ogni giorno della mia vita. La sorridente Camerin mi invita a far la fila all’ufficio accrediti. Youzhny mi chiede di passare avanti perche’ sta per cominciare il suo allenamento. Lo lascio passare. Mi sento un po’ a casa, in quel tempio del tennis che ospitera’ i miei prossimi 3 giorni…
Mi scuso con coloro che non conoscono Fabio Caressa, ma i suoi toni solenni che preludono alle grandi sfide da lui commentate mi sembrano sempre i piu’ adatti per gli highlights di questa vacanza.
Ieri sera mi ero arrostito al sole ed avevo fatto un po’ tardi. Decido di svincolarmi dai miei compiti di capodelegazione e rimango a dormire un paio d’ore supplementari, mentre i ragazzi si vestono con i loro costumi da Kings of the beach e scendono nell’arena destinata ad incoronarli della gloria transoceanica del beach tennis.
Quando arrivo Paul e’ arrabbiato con me. Ero stato iscritto al torneo di doppio in coppia con Qilici di Reunion. Io non lo sapevo. Forse me lo aveva anche detto, ma sara’ una delle mille cose che non ho capito (cosa devo pensare degli australiani che pronuciano la loro citta’ con un suono che puo’ trascriversi con HEEELLHORN)?
Vabbe’. Avro’ e avremo ben altri momenti per far innervosire Mapley durante la giornata…
La finale del torneo di singolare vede di fronte i nostri eroi Maurizio Di Cori ed Alan Maldini. Di Cori gioca perfettamente al servizio, il colpo di gran lunga piu’ efficace in questa specialita’. Maldini fatica a trovare contromisure alla risposta. Si chiama spesso (“Alan!!!???) ma Di Cori suggella con un 6-3 il primo titolo della sua giornata trionfale.
Nel torneo di doppio ci sono da sfidare i temuti fratelli Coulet, che pero’ incappano in un torneo non positivo. Bertrand e’ forse affaticato dagli oneri supplementari di gestione del campo (stendere le linee, attaccare le bandiere e gli altri allestimenti). E’ ancora una sfida tutta italiana che sfocia in una finale vincenti da brivido: match ball per Tronci-Mattei sul 40 pari, ma un colpo del “Fauno di Ravenna” Mattei finisce dalle parti della riga, forse fuori di un millimetro. E’ tie break che poi Maldini e Di Cori gestiscono in scioltezza.
LA delegazione italiana si prende quindi una pausa (non graditissima dall’organizzazione, ma non c’era assolutamente altro modo di fare) e si porta nella zona degli Open ad incassare i pass per le giornate al tennis. Faccio la fila fra poster, foto, busti, che raccontano la gloria di questo sport. Faccio passare Youzhny che me lo chiede, perche’ ha allenamento. Da ogni parte sbucano fuori Hingins Srichapan, e campioni di ogni genere che non riconosco, ma che danno la misura dell’evento. Ora, grazie alla dolce gentilezza di Camerin e Pennetta abbiamo i pass. Dobbiamo volare per recuperare posizione in spiaggia…
Tronci e Mattei in campo. Devono battersi contro l’inesauribile Mapley (5 tornei disputati, oltre a tutti gli oneri di organizzazione) in coppia con il suo socio 21enne… beh, vi avevo detto che vi avrei scritto il cognome, ma l’ho lasciato in camera. Comunque fidatevi, perche’ i ragazzi dicono che e’ molto bravo. Gli aussie impegnano a fondo Paolo e Massimo, che escono dai problemi solo al tie break. Il servizio di Paolo e un “curl service” che e’ una meraviglia e Massimo da’ il suo contributo con colpi tesi di dritto e rovescio ad una velocita’ di esecuzione che questo emisfero fatica ancora a digerire…
La finale ripropone in campo i “soliti noti”: divise nere per Mattei Tronci e blue national per Maldini Di Cori. Fasi equilibrate e chiave di volta sul 4-3 quando la coppia sardo-romagnola ha tre palle per il pareggio che vengono annullate con una bella serie al servizio di Maldini frutto di tecnica, coraggio e di quella fortuna (nastro sul 40 pari) che aiuta gli audaci ed i bravi. E’ il segno di una resa comunque altamente onorevole per la improvvisata coppia Paolo-Massimo
Per Di Cori e’ il quarto titolo su altrettante partecipazioni. Era talmente carico che avrebbe vinto anche il torneo femminile, se solo gli avessero dato la possibilita’ di farsi mettere le tette…
Il singolare femminile va invece a Tina Bianchi (che vince su Marta Peralta) e il misto va alla simpatica Kim Davis con il suo compagno.
Terminate le gare (premiazioni rimandate a domani) recuperiamo la Bruschi (che ha fatto ulteriore incetta di acquisti e di numeri di telefono di australiani ammirati) e ritroviamo tutta la compagnia in un ristorante sul mare. Gran modo per finire questa giornata…
Mancano ancora le emozioni del grande tennis, ma siamo gia’ certi che non sara’ facile dimenticare questi giorni australiani, che ormai, ahime’ si avviano verso la loro conclusione
Per Bellettini: le due tenniste estoni presenti al torneo si dicono certe di partecipare ai mondiali di agosto. Sono certo che questa nazione non l’avevi ancora nel tuo palmares…
Commenti a Operazione Australia – Giorno 7
- Il 14/01/2007 19:25:57 ghisa ha detto:
massi sei il solito perdente!!!!!!! - Il 14/01/2007 17:55:33 Alex Indragoli ha detto:
Bravi ragazzi, io e Gianni dopo quel tie break in allenamento con i francesi eravamo un po preoccupati………
Grande Paolo hai onorato la tua isola alla grande con la tua bella prestazione…… anche se lo sai che qui sarà molto più dura…ah ah ah
Grazie ancora a Marco per avermi fatto sentire insieme a Voi con questi divertentissimi articoli.
E ora Buon tennis e buon ritorno……….
Alex Giorno8
Non so se le campionesse di tennis Maria Elena Camerin e Flavia Pennetta (per il tramite degli amici Massimo Mattei e Alan Maldini) abbiano la dimensione del favore che mi hanno fatto nell’accreditarmi alle gare degli Australian Open. Io si’. E vorrei saper trovare i modi giusti per ringraziarli.
Giornata dedicata al tennisl. Prima di raccontarvela ne approfitto per fare gli auguri di compleanno al papa’ Dario.
L’Australia e’ un Paese strano. Il capitano inglese Cook che la scopri’ rimase sbalordito dal fatto che, rispetto all’Europa, le stelle non si trovassero al loro posto e che le stagioni fossero rovesciate; quando poi il primo animale che gli venne incontro non lo fece ne’ correndo, ne’ nuotando, ne’ strisciando, bensi’ saltando sulle zampe posteriori, con quelle anteriori racchiuse in grembo a copertura di un piccolo ospitato nella borsa di una pancia… beh, potrete capire il senso di diffidenza…
“Our strange weather” Il nostro strano meteo. Cosi’ lo definiscono qui a Melbourne. Mentre ce ne stavamo rinchiusi nelle felpe a difenderci dal vento tagliente e freddo, il sole se ne infischiava e ci bruciava come salsicce al barbecue. Persino l’aurea pelle di Maldini veniva offesa come nessun sole di Marina di Ravenna si era mai permesso di fare prima…
Al mattino voliamo ai campi dell’Australia Open con l’entusiasmo dei ragazzini. L’area destinata al tennis e’ una summa di tutto quello che ho da sempre immaginato per il divertimento e il pacifico confronto degli sportivi di tutto il mondo. Migliaia di volontari coordinati da un’organizzazione impeccabile, strutture di avanguardia, ambienti adatti ad accogliere ogni tipo di esigenza. Le tifoserie nazionali (spiccano quella croata pro-Ljubicic, quella grecofona pro-Baghdatis e quella svedese pro-Bjorkman) sono coloratissime e festose. Le donne australiane sono numerosissime e indossano tutte il tradizionale costume australiano, ovvero… la minigonna! Tutte le donne australiane sono simpatiche e una assoluta maggioranza e’ anche molto carina. Che posto di sogno…
La nostra delegazione (Di Cori, Maldini, Mattei, il sottoscritto, con Paolo ed Alessandra poco lontani e Deborah fuori zona a collezionare ulteriori acquisti ed ulteriori sterili inviti a cena) esordisce nella sontuosa Vodafone Arena. Il mulatto francese Tsonga impegna il favoritissimo Roddick in un tie-break fuori dal normale che si chiude 20-18! Cominciamo bene (anche se Roddick, dopo la nostra uscita, sapra’ rovesciare a suo favore la situazione). Ci aggiriamo come Pinocchio nel paese dei balocchi fra i campi che ospitano le prodezze dei nostri eroi con la racchetta: un pizzico di Baghdatis, un po’ di Liubicic, qualche minuto dell’allenamento di Nadal, una mezzoretta del regale Federer, che dispone a piacimento del volenteroso tedesco Phau. E anche il nostro Bracciali che vende cara la pelle contro il mulatto francese Monfils che lo infilza in volata.
Ma… “non siamo qui per divertirci”. Chi mi conosce bene sa l’uso smodato che faccio di qeusta espressione quando arrivano i momenti topici. Abbiamo promesso il nostro sostegno a quello zuccherino di Maria Elena Camerin, che ci aspetta in completo rosso al campo N.8. Elena parte bene contro la belga Flipkens che, messa alle strette, inizia una vergognosa pantomima, chiamando il massaggiatore, il dottore, l’elimedica, il 118, i pompieri e la croce rossa per curare la caviglia vittima di un presunto infortunio. Dovrebbero essere interruzioni da tre minuti, ma “mi sembrano tre ore, ue’! (questa fatevela spiegare da Di Cori o dalla Bruschi). Elena raccoglie dolcemente la racchetta dell’avversaria, le prepara la borsa, la conforta e quando sarebbe pronta per accogliere le ovvie parole di ritiro ecco che la vede risbocciare piu’ forte e scattante di prima! “Cumidienta!” si direbbe in Romagna.
Occorre stringere i denti e per fortuna Elena lo fa alla perfezione. Noi la sosteniamo con il tifo, seduti vicino ad un idolo della mia adolescenza come Barazzutti e ad un moderno idolo televisivo come il logorroico telecronista Lombardi.
Il pomeriggio tennistico offre numerose altre seduzioni, ma giunge il momento di tornare a pensare al beach tennis che ci ha portato fin qui. Mapley ci invita in un bar di stile antico, dove ci offre un sontuoso cocktail a base di ostriche, sushi e vini pregiati. Ci sono tutti i giocatori che hanno animato questi giorni di sport e amicizia. Lo stesso Mapley e’ cerimoniere delle premiazioni che vedono Di Cori grande protagonista, seguito a ruota dai nostri altri connazionali.
Paolo Tronci, orgoglio di Sardegna, sfila per ritirare i suoi premi e ci tiene a dire “Scrivilo, sul tuo sito, che il beach tennis della Sardegna sta crescendo e che cerca altri confronti con la Romagna!” E poi si mette a tavolino con Maldini per studiare la possibilita’ di una Coppa Romagna-Sardegna Piadina-Pane Carasau, Squaquerone-Pecorino da tenersi la prossima estate. La dolce Alessandra fotografa il tutto e si dedica qualche bicchiere per lei non abituale. Il clima e’ talmente disteso che tutti ci ripromettiamo di essere “piu’ australiani” quando torneremo in Italia…
Ci regalano bottiglie di vino, magliette, medaglie e tanta amicizia. Li invitiamo a Ravenna. Il prossimo agosto sara’ una grande edizione dei mondiali a cui nessuno vuole mancare.
Ci sarebbe ancora Safin, se mai volessimo tornare alla Vodafone Arena, ma e’ veramente troppa roba. Urge un po’ di sonno. Domani giornata con Nadal, Sharapova (io le tifero’ contro) e super Flavia Pennetta, contro un’estone che deve essere “spannata” come ama dire Mattei in un suo irripetibile gergo di termini fioriti ed “estremi”.
Vorrei infine ringraziare tutti coloro che ci seguono su questo sito e mi fanno avere simpatici attestati di partecipazione. Non temete: stiamo cercando di divertirci anche per voi tutti. Fra poco, purtroppo, torneremo a farvi compagnia fra le nebbie…
8 – continua
Commenti a Operazione Australia – Giorno 8
- Il 16/01/2007 11:35:13 Scully ha detto:
Sono d’accordo con RRRR
A quando le “informazioni topiche” sugli uomini australiani??? - Il 15/01/2007 15:49:31 RRRR ha detto:
Ma perchè non parli mai degli uomini australiani? Sono anche loro simpatici e carini come le ragazze? Queste sono informazioni “topiche” !Le nebbie ti aspettano! (e anche i pensionati dalla A alla E)
Giorno9
Oggi siamo entrati allo stadio del tennis alle 11 della mattina e ne siamo usciti alle 2 di notte, guardando partite per 15 ore consecutive senza soluzione di continuita’. Cosa mi spinga a star qui a scrivere mentre gli altri si trascinano verso la camera e’ mistero che dovreste chiedere anche ai pescatori che stanno lontani dal mare o ai musicisti che stanno lontani dai loro strumenti. E’ cosi’ e basta.
Prima di parlare di tennis vorrei dire due cose sull’Australia.
1) Negli urinatoi maschili (probabilmente anche in quelli femminili) dello stadio del tennis di Melbourne c’erano dei cubetti azzurri denominati “cristalli del deserto”. Tali piccoli oggetti ad altissima tecnologia erano in grado di rendere inutile il getto di risciacquo dell’acqua. Il risultato e’ che in un anno, in quel bagno peraltro pulitissimo e privo di odori, si risparmia l’equivalente dell’acqua che serve per riempire quattro piscine olimpioniche. In Australia il problema-acqua e’ molto sentito; da ‘ste parti non piove da secoli e le leggi per evitare gli sprechi sono restrittive (ad esempio non si puo’ lavare la macchina o innaffiare il prato prima delle sei di sera). Quando dico che l’Australia e’ bella penso alle spiagge, allo spirito sportivo, alle belle donne (ragazze mie: mi chiedete degli uomini, ma io scrivo solo di quello che capisco; domani vi prometto un’appendice curata da Deborah e Alessandra), al traffico scorrevole, ma anche a questo genere di cose.
2) Mi avevano detto che in Australia c’era una grande anima interetnica, dove le culture si mischiavano e dove gli italiani, i croati e i cinesi avevano una presenza massiccia. Devo smentire questo fatto, almeno dal mio punto di vista, perche’ e’ vero che ci sono pizzerie e ristoranti italiani (ma quelli ci sono in gran numero ovunque) e che passeggiare in centro vuol dire vedere gli uomini di tutti i colori (ma succede anche a Ravenna). Tutta Melbourne, e soprattutto tutto quello che ruota intorno al grande tennis, e’ strettamente contraddistinto dalla razza bianca e anglosassone. Sono loro che hanno le chiavi di tutto e danno i ritmi alla citta’. Il sindaco ha gli occhi a mandorla, ma e’ un dettaglio a cui forse presto ci abitueremo anche in Italia. Insomma: ci sono tanti stranieri, ma siamo in Europa…
E veniamo al tennis. Il primo appuntamento e’ con la zarina Maria Sharapova, che come molti sanno non mi sta esattamente simpatica. Mi schiero subito per la francesina Pin, che dovra’ cercare di compiere il reato di lesa maesta’ (gli altri fanno un tifo fashion per la statuaria urlatrice moscovita). Ma la francese si batte bene, porta l’avversaria al terzo set, sembra perduta sul 0-5, ma rimonta e si va ai vantaggi. Le due ragazze sono esauste e sfruttano ogni momento per spostarsi nelle misere zone d’ombra laterali al campo. Fanno sincera tenerezza. La Sharapova vince 9-7 per la gioia degli organizzatori e delle televisioni. La Pin se ne va sepolta di applausi.
E’ mezzogiorno e succede una cosa strana: la temperatura oltrepassa i 35 gradi. Un caldo porco. Il regolamento prevede la sospensione degli incontri. Si prosegue solo nelle due gigantesche arene, nel frattempo coperte e climatizzate. Nadal vince economizzando i suoi celebri “vamos!” per momenti in cui ce ne sara’ piu’ bisogno. Blacke e Moya danno vita ad una bella partita, ma noi aspettiamo Flavia Pennetta, la mora brindisina il cui nome campeggia sul mio pass. E’ veramente simpatica e ride alle mie battute, anche quelle che palesemente non fanno ridere…
Il programma subisce ritardi enormi. Elena Camerin ci porta al ristorante dei giocatori (luogo dove ignobilmente abbiamo libero accesso grazie ai pass fortinitic dalle ragazze). Facciamo un brunch nel tavolo a fianco a Nadal che viene a salutarci e a stringerci la mano. Gli chiedo (domanda tranello) cosa ne pensa dei nuovi pantaloni verdi che la Nike fornisce ai suoi atleti (sembra roba che costa 10 euro al mercato, invece dopo questi Open ne costera’ 150 e fara’ figo averli). Rafa es un hombre de verdad e mi da’ la risposta piu’ da campione: “Non mi interessa come mi devo vestire: sono qui per vincere!”. Vi immaginate se Maldini arrivasse a giocare un torneo del genere ed un giornalista, poniamo, argentino, gli chiedesse cosa ne pensa della nuova divisa? “Le righette, il tessuto, piu’ lungo, piu’ corto, il colore…” articolerebbe un risposta infinita. Anche l’apparentemente piu’ sobrio Di Cori, comunque, si dimostra ben attento alla moda sportiva. Che palle. Un mondo da cui sono tagliato fuori…
Il programma e’ fuori controllo, perche’ la temperatura, invece che diminuire, raggiunge l’apice di 40 gradi alle 6 di sera. E tutto fermo, si passeggia per i campi e solo quattro campioni sulle centinaia di partecipanti hanno il privilegio di poter giocare nelle arene. Il resto, ora, e’ aggregazione, shopping, musica dal vivo…
Postilla: avevo parlato di un pacifico modo di fare sport. Devo rettificare: gruppi di tifosi serbi e croati sono venuti alle mani e agli insulti di tipo razzista e politico. Secondo me, fondamentalmente, non e’ successo niente di grave. Due spintoni, qualche coro… I giornali australiani ne parlano come di una guerra fra Marte e Giove. Titoloni, fotografie, dettagli quasi naif (“un serbo ha dato un calcio ad un croato, un croato ha dato appuntamento ad un serbo per il giorno dopo..”). Sono giovani, anche in questo
Flavia Pennetta siede al nostro tavolo. Sembra tranquilla. Il suo match con l’estone Kanepi slitta molto avanti e lei cerca di non farsi fregare dalla tensione. Tiene in controllo la situazione nervosa.
Alla ripresa completa dei giochi sui 25 campi (ci sono sempre 35 gradi ma almeno il sole non batte verticale) i ragazzi vanno a vedere l’idolo di casa Hewitt, mentre io faccio un giro fra i vari campi, e a vedere in prewiev quello dove giochera’ Flavia. E’ gia’ occupato da tifosi estoni che mi stanno subito sulle balle, anche se fra loro ci sono le due tenniste che abbiamo conosciuto in spiaggia e che si fermano a parlare con me del loro Paese. Forse un giorno andro’ anche a Tallin, ma oggi non ho voglia di socializzare con loro. Flavia e Kasia Kanepi (una simil mungitrice di vacche sullo stille delle sciatrici svizzere) arrivano alle 23. In quel momento sono l’unico italiano intorno al campo. Flavia mi nota e mi dice “E’ ancora un gran caldo! Vuoi bere?” Sono stordito da una gentilezza di una semi-sconosciuta in totale controtendenza con la solita arroganza sprezzante di pallavoliste che non sarebbero degne nemmeno di pulirle le scarpe. Vabbe’ altri climi, altri fischi, altro continente.
La partita non ve la racconto, perche’ finisce alle 2 e sono ancora troppo incazzato per pensarci. La mungitrice vince 7-5 7-6, giocando una gran partita. Flavia troppo sottotono e fallosa. Alan, uscendo, rinuncia persino a maldineggiare con le estoni, proibendo anche a noi di farlo. Ha ragionissima e non mi sarei comunque sognato di farlo. Complimenti amarissimi e via, su un auto della transportation ufficiale fino alla nostra cameretta, sempre piu’ incasinata, che dovremo lasciare dopodomani.
Non ho notizie di Deborah e solo qualche flash via sms degli amici cagliaritani. Sono andati alle terme e a maltrattare la loro carta di credito anche al casino. domani ci racconteranno. Adesso vado a dormire. Il cielo sopra Melbourne, stasera, non e’ azzurro.
The Final Countdown
Oggi e’ l’ultimo giorno interamente Australiano. Domani pomeriggio partiremo per l’Italia con il solito scalo a Kuala Lumpur in Malaysia. Arriveremo a Roma all’ora di pranzo di dopodomani e a Ravenna in serata. Stiamo tutti bene e siamo desiderosi di vivere bene anche queste ultime ore, visto che le seduzioni non mancano, da quelle dello stadio del tennis (15 minuti a piedi da qui) a quelle delle varie occasioni di incontro (oggi i ragazzi parlavano di un party che Mapley avrebbe organizzato).
Anche oggi gli Internazionali di Australia sono stati grandi protagonisti. Siamo arrivati ai campi alle 11 e c’era il solito torrente di folla. Il clou era previsto verso mezzogiorno, quando sarebbe scesa in campo Maria Elena Camerin contro una russa di nome Vesnina (mai sentita nominare dal sottoscritto, ma meglio quotata dai bookmakers).
Ieri Flavia Pennetta non era riuscita a far rispettare il suo ruolo di favorita, cedendo alla estone Kanepi e mandandoci a dormire tardi e incazzatissimi.
Questa Vesnina e’ una tennista russa di quelle standard che escono dai loro laboratori: piuttosto alta, piuttosto bionda, piuttosto carina (in altri sport i russi non riescono a far rispettare questi canoni estetici, chissa’ perche’). Gioca colpi bassi e potenti da fondo campo e scende talvolta a rete con buoni risultati. Maria Elena e’ piu’ piccolina, tira forte da fondo campo, non ha i colpi per scendere spesso a rete e dovra’ cercare di forzare per far sbagliare l’avversaria.
La partita comincia maluccio, perche’ “Came” va in svantaggio e non riesce a far girare il servizio; va meglio nei turni di ribattuta, dove si fa trovare aggressiva. Il primo set va alla Vesnina (6-3) e il secondo si mette male (3-2 per la russa). Ma a questo punto Elena (a dir la verita’ si chiamava Elena anche la sua avversaria) prende piu’ fiducia al servizio e la sua avversaria comincia a sbagliare e a ridurre i suoi “come uon ! (si noti la pronuncia russa di Come On !).
Noi facciamo un gran casino che la russa con alcune smorfie dimostra di non gradire (e quindi noi ne facciamo il triplo); il clou e’ urlare “come uon” quando sbaglia…
Came vince 6-4 il secondo. Ma il terzo e’ un dramma. La russa va in vantaggio per 4-1 con il servizio a disposizione. Ormai sembra proprio una situazione disperata. Ma entra qualche drittone, persino qualche servizio vincente. Came prende fiducia e allora si puo’ fare. Clamoroso aggancio sul 4 pari. Vesnina di nuovo in vantaggio 5-4 con match ball. Annullato fra i boati. Ancora match ball Vesnina sul 6-5. Come uon Came. Annullato! Sei pari, sette a sei e servizio Came. Una volee coraggiosa e fortunata all’incrocio delle righe, una risposta che la russa stecca e che scende a campanile out di dieci centimetri fra mille sospiri. Quaranta a nonmiricordo quanto. Anzi, non mi ricordo piu’ niente. Came la mette e corre verso di noi. Un’emozione fantastica! Abbracciamoci forte e vogliamoci tanto bene!
Con questa vittoria la Camerin raggiunge il terzo turno eguagliando il suo record ad uno slam. Giochera’ con un altra russa, la Dementieva. Potremo solo (che peccato) seguirla su internet.
I ragazzi ne vogliono ancora: vanno da Serena Williams e da Safin. Io faccio un giro dalla Benesova (da cui la Camerin si e’ procurata uno dei nostri 4 pass) ma poi comincio ad accusare la stanchezza. Torno in hotel… in albergo… insomma, torno in questa cameretta finalmente solo mia per qulache minuto e comincio a pensare che domani si dovra’ riattraversare il mondo.
Agli affezionati lettori avevo promesso un report delle ragazze sugli uomini australiani. Se ce la faccio lo aggiungo qui di seguito piu’ tardi, altrimenti sara’ rinviato al rientro, insieme a tutto il reportage fotografico (i ragazzi hanno scattato oltre mille foto, sara’ durissimo selezionarle) e alle temutissime pagelle della vacanza. Fatemi attraversare un paio di continenti e a presto risentirci.
Australia – Ultimi Fuochi
L’avventura australiana è terminata con un bilancio altamente positivo, sia dal punto di vista turistico, sia da quello umano, sia da quello sportivo, con l’archiviazione di un nuovo momento di confronto per il beach tennis mondiale.
Il merito va al presidente IFBT Gianni Bellettini e al suo referente australiano Paul Mapley (insieme nella foto a lato), instancabili e generosi nel voler dare a questo gioco un respiro internazionale.
Nelle ultime ore a Melbourne si è segnalata un’altra missione esaltante al casino: il sottoscritto ci ha rimediato l’equivalente di alcune cene, mentre il grande protagonista è stato Paolo Tronci: in due differenti serate ha portato a casa secchiate di soldi, parte dei quali conquistati a giochi di cui… non conosceva le regole (della serie “la classe non è acqua…”). Nella sua prima serata di gloria ad applaudire le sue gesta c’erano nientemeno che i tennisti Nalbandian e Nadal (con quest’ultimo ho avuto anch’io la ventura di scambiare poche parole ed una stretta di mano nel ristorante degli atleti), mentre nella seconda sono stati i suoi compagni di viaggio (cioè noi) a fare vere e proprie “olas” per festeggiare le vincite più clamorose.
Salutati ancora sulla soglia dell’hotel da Paul e dalla moglie Kelly (quest’estate saranno puntuali all’appuntamento con i Mondiali, nonostante la maternità che Kelly completerà ad aprile: auguri!) abbiamo preso il taxi per l’aeroporto.
La prima tranche di volo ci ha visti arrivare a Kuala Lumpur in Malaysia (dove gli annunci all’altoparlante hanno un suono simile a “tanda ladanda dandala dandalà” come dicevo nella cronaca del primo giorno). Siamo a pochi chilometri dall’equatore e dalla città di Singapore, che mi fa sempre venire in mente la vecchia canzone dei Nuovi Angeli)
Quando ripartiamo per l’ultimo volo comincia il dramma di Alan Maldini: il nostro eroe compie 30 anni a mezzanotte, ovvero 20 minuti dopo il decollo. Ma la direzione-ovest del volo risale lungo i fusi orari ed è come se stessimo per un po’ di tempo a cavallo fra il 18 e il 19 gennaio. Un po’ come accendere e spegnere in continuazione le candeline. Comunque il compleanno, dopo un po’ è ufficialmente valido. Caro Alan benvenuto negli “enta” e che ti sia di grande auspicio aver festeggiato al culmine di una bella vacanza e di una tua vittoria sportiva. Auguri da tutti noi.
Peraltro Alan si permette addirittura di battermi a backgammon, il vecchio gioco indiano che ci fa buona compagnia nelle tante ore di traversata.
A Fiumicino il lungo viaggio aereo si chiude in orario. Salutiamo gli ottimi compagni di viaggio Paolo Tronci (con il suo servizio-curl che gli ha permesso di arrivare ad un soffio dal titolo di singolare e con il suo amore per il beach tennis e per la sua Sardegna che, siamo certi, culminerà in grandi iniziative nell’isola) e la moglie Alessandra, gentilissima e cordialissima anche quando la stanchezza di tanti giorni intensi comincia a farsi sentire così come la voglia di ritrovare i suoi bambini.
Passiamo a prendere l’auto lasciata a Fiumicino da Lucaroni (grazie a Cristiano per questo prezioso servizio e anche per la simpatia con cui ha seguito il nostro viaggio) e ripartiamo per Ravenna, dove riaccompagnamo a casa Massimo Mattei (anche lui in evidenza sia sui campi da gioco con la sua grinta, sia in ogni aspetto della vacanza con la sua voglia di divertirsi e di stare nel gruppo), Maurizio Di Cori (preziosa guida anche grazie alle esperienze raccolte nel suo recente viaggio di nozze negli stessi luoghi e dominatore delle sabbie con 4 tornei vinti), Deborah Bruschi (l’ala non-sportiva del gruppo, che avrebbe idee tutte sue di creare un calendario di eventi di beach tennis su misura delle sue esigenze turistiche), Alan Maldini (che ha maldineggiato con moderazione, riservando al telefono le sue performance seduttive, ma risultando brillante come sempre in ogni momento della vacanza) e il sottoscritto, che non ne può più e non realizza più se sia giorno o notte, estate od inverno, ma che si è divertito e ha vissuto un’esperienza completa, divertente e stimolante.
Un ultimo pensiero a Maria Elena Camerin, che è stata sconfitta dall’altra russa Dementieva, ma che con quel partitone dell’altro giorno ci ha fatto emozionare tantissimo (e sulla Gazzetta di ieri ringrazia pubblicamente “i quattro amici del beach tennis di Ravenna senza i quali non ce l’avrebbe fatta”). Prossimamente su questo sito il breve video registrato con grande tempismo e intuizione da Di Cori dove Maria Elena sigla l’ultimo punto e poi corre a salutare noi ancora prima di stringere la mano alla sua avversaria)
Commenti a Operazione Australia – Ultimi Fuochi
- Il 22/01/2007 20:01:26 mauri ha detto:
Ora che siamo SOTTO LA DOCCIA vorrei lasciare anch’io il mio commento
Quacuno direbbe “voi dite quello che volete ma io do un bel 10 a questa avventura australe, è quasi meglio di una fiorentina da 1 kg e 200 “,
e voto 10 ai compagni di camerata! Una squadra perfetta: Orto fantasista, Maldini grande personalità in campo, Di Cori uomo d’ordine e Mattei ….. fluidificante!!!
Senza dimenticare the Tronci’s maestri del tappeto verde e Deborah sugli spaltiUn grazie particolare a Gianni Bellettini senza il quale il Beachtennis non avrebbe mai attraversato nemmeno l’Adriatico