Beach Tennis: un super 2010
- Scritto da Marco
- 30.09.2010 10:24.15
Il beach tennis aveva vissuto fin troppi “Anni Zero”: stagioni in cui doveva partire un piano di lancio e strutturazione dell’attività. Molte occasioni sono andate perse. Ma il 2010 è stato il vero “Anno Uno”, l’anno in cui la nave è stata messa in mare ed è partita per la sua navigazione.
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Unità. Il 2009 aveva fatto toccare il fondo. I giocatori, divisi in 3 strutture (FIT, IFBT e “Consorzio”) non avevano la possibilità di confrontarsi. Organizzavano eventi (anche di qualità), distribuivano montepremi (anche interessanti), producevano campioni (bravi ovunque), avevano visibilità (ma non si capiva nulla, fino alla follia di avere una moltitudine di atleti che, con un certo diritto, si proclamavano “campioni del mondo”).
Il sistema stava collassando e perdendo ogni credibilità. Occorreva uno sforzo unitario e un sacrificio di tutti.
L’AGB. L’Associazione Giocatori si è costituita muovendosi subito in questa direzione. In futuro avrà mille battaglie diverse da fare, ma l’unità dei giocatori era la prima condizione per la loro salvaguardia. Alessandro Calbucci ha visto lontano e ha ricevuto (nessuno era riuscito fino a quel momento) attenzione e rispetto da parte della FIT. Le parti si sono confrontate, si sono chiariti i motivi (molteplici) per cui l’attività romagnola, fino a quel momento, non era ancora confluita all’interno della Federazione. Si sono scoperte le carte, si è condotta una trattativa franca e veloce e sono giunti risultati insperati. La FIT ora controlla praticamente tutti i giocatori, i tornei, le strutture, i circoli.
L’AGB e il suo presidente Buccelli vanno giustamente orgogliosi del merito che hanno avuto in questa soluzione.
IFBT. Abbiamo detto “praticamente tutti”. L’orgoglio del presidente IFBT Bellettini tiene fuori la sua organizzazione dalle vicende federali. Propone attività in Romagna, annovera qualche giocatore di qualità, soprattutto fra i giovanissimi e le donne, presenta professionalità ed esperienze fra gli operatori. Rimane un microcosmo eccentrico e de-regolamentato che si è tagliato fuori dai nuovi percorsi e dalle nuove ambizioni.
I PERSONAGGI
SUPER-ALEX e il mito degli M&M: La stagione ha avuto un atteso e riconfermato protagonista. Il ravennate Alex Mingozzi, al primo anno FIT, ha imposto la potenza e la classe del suo gioco, conquistando vittorie su vittorie e chiudendo la stagione al primo posto del ranking. Ha aperto in primavera, centrando il titolo italiano indoor al Palace di Imola con Calbucci (nei primi mesi dell’anno Marighella è rimasto out per convalescenza dall’intervento al polso) in una finale tesa ed equilibrata contro Maldini-Meliconi, il ricostituito binomio che rimarrà protagonista di una bella rivalità per tutta la stagione. Poi, ricomposto il glorioso tandem M&M con Matteo Marighella, sono giunti il titolo italiano outdoor a Pescara e il predominio nei due circuiti BTCup e BTM, con i “botti” internazionali agli Us Open di New York e agli Europei di Antalya in Turchia.
Gli M&M sono stati poi protagonisti di un “clinic” per allenatori a Rio de Janeiro e compaiono come coautori del Manuale del Beach Tennis, primo volume dedicato a questo sport. Le racchette da loro griffate sono le più ambite, i loro corsi affollati di praticanti e i loro siti internet frequentatissimi, il loro negozio di Imola un crocevia delle “mode” beachtennistiche. Alex poi ha reso “classiche” due date come il pittoresco “Torneo della Birra” (120 iscritti) e il Memorial dedicato al fratello Gionata.
Alex e Teo confermano quindi il loro ruolo di riconosciute “icone” internazionali di questo sport e lo rafforzano in Italia, pur insidiati da un movimento in continua crescita che l’unificazione ha reso assai più competitivo e capace di metterli alle corde e batterli in più di un’occasione.
UN PRINCIPE MONDIALE
Gli speaker lo chiamano “il principe”, colpiti dalla regalità tennistica del suo modo di affrontare la sabbia. Alan Maldini ha portato in spiaggia la tradizione più elegante dello sport con racchette di corda, di cui è l’interprete più quotato fra quanti giocano anche a beach (categoria B1). Quest’anno ha riproposto il binomio con Luca Meliconi, talentone di pura crescita “spiaggiarola”.
I due non si somigliano per età, per stili di gioco, per personalità, ma quando si presentano in campo sono da temere e il loro livello è ulteriormente cresciuto.
La “sciabolata morbida” del servizio maldiniano e la frenetica e potente completezza di Meliconi hanno consentito il trionfo fra le leggendarie colonne del Foro Italico dove, a maggio, hanno conquistato il titolo mondiale, bissando il successo del 2008, a venti metri di distanza da dove Nadal si imponeva sulla terra rossa.
Una stagione di qualità (altri tornei vinti durante l’estate) stava poi per culminare nel titolo europeo ad Antalya in Turchia (trasferta anomala per una coppia che si concede raramente all’attività internazionale), sfumato dopo la disputa di ben due match ball a proprio favore.
TAZZA DI NUOVO… IN GARA !
Sono partiti lontani fra loro, come da qualche anno a questa parte. Paolo e Marco avevano aperto la stagione con soci romani: Tazzari accompagnava il bomber Petrucci e Garavini dava nuovo impulso al grande rendimento del veterano Ludovici, con cui siglava la vittoria in due tappe della BTCup. Ma era destino che il duo protagonista di tanti successi del recente passato si ricostituisse. E’ stata la “sabbia nobile” del Bagno Delfino di Cervia, il torneo più ricco e partecipato dell’anno, a farci ritrovare vincenti questi due beach tennisti giovani ma protagonisti sulla sabbia ormai da tanti anni con un modo di giocare originale e inimitabile, basato sull’istinto e sull’allenamento.
UN… DOTTO SENZA COPPIA
Fra i top player Alessandro Calbucci – che si è speso a fondo per la crescita dello sport e per lo sviluppo della “sua” AGB – ha fatto una scelta anomala, quella di non costituire un binomio fisso. Se i nani sono sette lui (sicuramente connotabile con Dotto) è quello rimasto dispari. Ma la tecnica di variare il compagno ad ogni torneo gli ha portato risultati inaspettati, fra cui il titolo italiano a Imola (con Mingozzi) la vittoria a Bermuda (con Cappelletti), a Lido Gandoli (con l’emergente Strano) e a Ferrara (con Meliconi) e vari altri, a propiziare un prestigioso terzo posto nel ranking finale FIT.
DONNE: DUE COPPIE IN EVIDENZA
Il movimento femminile ha decretato, più velocemente del maschile, la fine del dominio totale romagnolo.
Intendiamoci: a fare bottino quasi pieno nella prima parte di stagione sono state la ravennate Federica Bacchetta e la forlivese Giulia Spazzoli (che a fine stagione detengono la prima il N.1 nel ranking ITF, la seconda in quello FIT), che hanno centrato i titoli a Imola, a Roma e in quasi tutti gli altri tornei. Ma nella seconda parte di stagione sono emersi i valori della romana Laura Olivieri e della tarantina Simona Briganti, che sono uscite di scia alle rivali e si sono imposte in diverse occasioni importanti, a partire dal “Delfino” di Cervia e dagli Europei di Antalya.
Frequenti risultati di spicco anche per Bonadonna e Pretolesi (soprattutto ad inizio stagione), Visani, Gadoni, Stefanelli, D’Elia e per Viola Battistella, pur limitata da un infortunio proprio a Cervia, dove aveva la chance di bissare il titolo 2009.
TORNEI VECCHI E NUOVI.
L’unificazione del movimento non ha nuociuto ai tornei di maggiore tradizione, che si sono riproposti nel 2010, rinforzandosi quasi ovunque nel montepremi, nella partecipazione e nella qualità organizzativa.
Roma-Foro Italico e Cervia-Delfino sembrano i più quotati e i più ambiti dagli atleti, il primo per la mera gloria del titolo mondiale (visto che bizzarramente non viene assegnato montepremi), il secondo per il ricco prize-money e l’inimitabile ambiente che si crea nella spiaggia di Pinarella.
Ma si è lavorato bene in tanti luoghi: dal Nord (attivo il Piemonte, pur privo di spiagge, e la bella Grado in Friuli), al centro tirrenico (Ostia e Fregene sempre in evidenza, ma la Toscana è in grande crescita), il centro adriatico (le Marche fanno parecchia attività con epicentro a Senigallia, mentre Pescara ha ospitato gli Assoluti), il sud Adriatico (Taranto capoluogo, con il “classico” di Lido Gandoli e Ugento), le Isole (Cagliari e Catania).
E le strutture indoor estendono la base a centri importantissimi come Milano e Bologna.
Attivissima come sempre la zona dei lidi ferraresi, con tanti praticanti e numerose occasioni di gioco di grande qualità promosse dal collaudato staff di Rakkettone.
La costa romagnola, poi, resta la valle dell’Eden dei racchettoni, con un infinità di tornei di tutti i livelli e un’impareggiabile distesa di campi per il gioco libero. Anche se i tornei d’elite si sono potuti contare sulle dita di una mano, con il clou al “Marisa” di Marina Romea per una sontuosa tappa BTCup…
ALL’ESTERO NON SCHERZANO PIU’
Abbiamo voluto far loro conoscere i racchettoni? E adesso sono guai! L’Italia si mantiene Paese guida, ma ormai altrove si lavora alla grande, anche se per produrre campioni ci vuole pazienza per recuperare tutte quelle “partitacce” con una birra in palio che hanno formato la “generazione di fenomeni” romagnola e consegnandola poi alla attuale visibilità.
In un Brasile magneticamente attratto dalla somma di “palle e spiagge” sono già decollate esperienze di scuole con istruttori già esperti e giocatori (Vinicius Font e Joana Cortez su tutti) che non amano girare il mondo con un racchettone in mano per fare del semplice turismo.
La East Coast americana, per amor di racchettone, ha lasciato di netto la pratica del tennis in spiaggia con racchette di corda, tuffandosi nella nuova frontiera di kevlar e carbonio. A New York decolla una struttura con dieci campi per la pratica indoor. Miami aspetta sempre con affetto i nostri campioni. Ora manca solo un bel campione USA che gratifichi l’orgoglio a stelle e strisce rilanciandone gli entusiasmi.
I Caraibi concentrano la loro attività nei paradisi di Bermuda (raffinato ed esclusivo) e di Aruba (vivace e amichevole). Il clima li favorisce con estati eterne.
La vecchia Europa non sta a guardare: Spagna (Barcellona e Isole Canarie), Portogallo (una dei primi movimenti fioriti all’estero), Svizzera, Germania (l’amico Max mi racconta di arene al coperto di grande qualità, oltre ai tornei che la loro breve estate concede sulla spiaggia “vera”), Finlandia (l’amico Tronci è andato a vincere a Oulu…ma ci pensate che quel gioco con le reti da pesca che facevo al mio bagno adesso si gioca a Oulu???), Repubblica Ceca (l’eurodeputato Edvard Kozusnik è un promotore prezioso e instancabile, a lui si deve la ricca tradizione del torneo di San Silvestro a Praga e il lancio di una coppia maschile di valore), Polonia e Russia (giocatori e giocatrici interessanti), Giappone (per ora non ho notizie precise, ma pare che l’attività sia ricca e prospera), Mar Rosso (si intuisce l’applicabilità del beach tennis alla proposta turistica dei villaggi – mi risulta di dover volare presto a Mars Alam e spero che la cosa venga confermata).
Nuova arrivata la Turchia che si è proposta alla grande ospitando la seconda edizione degli Europei (i primi furono in Sardegna) dominati dal team azzurro del ct Lucaroni.
E infine, con poche speranze di non aver dimenticato nulla, gli impareggiabili ragazzi dell’isola di Reunion, a cui guardiamo con gratitudine per essere stati i primi a dare risonanza internazionale al nostro sport e per praticarlo ancora con atleti che sono la migliore alternativa al predominio italiano, fra cui il vicerè Clavery, Hochdoerffer e Jouque.
INTERNET e COMUNICAZIONE
Con l’ulteriore sviluppo di facebook i campioni sono a contatto continuo con tutti i loro fans, sempre più numerosi. E questo, sia pure attraverso fredde macchine e messaggi virtuali, rende il nostro mondo ancora più ricco di umanità, di comunicazione e di incontri.
La FIT e l’ITF devono dare sicuramente contenuti maggiori e migliori ai loro autorevoli siti, attualmente deludenti.
La grossa novità sta in www.beachtennis.net , degli amici Bernagozzi e Di Cori, vera tribuna e punto di riferimento per chi vuol leggere tutto dei racchettoni. Ma anche in altri siti si trovano chicche fotografiche, comiche, statistiche, documentali tutte da scoprire.
La grossa novità sta in www.beachtennis.net , degli amici Bernagozzi e Di Cori, vera tribuna e punto di riferimento per chi vuol leggere tutto dei racchettoni. Ma anche in altri siti si trovano chicche fotografiche, comiche, statistiche, documentali tutte da scoprire.
Anche l’estero propone siti di qualità, soprattutto sul versante fotografico.
Ad inizio anno altra novità: costruito con pazienza, competenza, capacità di ascolto e tenacia è sbarcato sul mercato “Manuale di beach tennis” del bolognese Marco Quarantini, la prima pubblicazione compendiosa e documentata sul nostro sport, esaminato da ogni angolazione con il contributo di tecnici del settore. La prima edizione è andata a ruba. Decisamente un “must” nella libreria di ogni beach tennista e di ogni tifoso.
LA TECNICA
La novità principale 2010 sta nello sviluppo del “muro” alla risposta, una tecnica che permette di penalizzare giocatori dalla “castagna” di servizio devastante. Lo si può giocare in vari modi: muro a uno, muro a due, muro schierato o muro dopo improvviso scatto in avanti… e naturalmente è l’alternanza di questi schemi a decretarne l’imprevedibilità e il successo.
Lo sviluppo di questo colpo ha imposto una scelta regolamentare: pallavolo (si può colpire la palla anche al di là della rete) o tennis (colpire la palla oltre la rete è fallo)?
La FIT ha naturalmente preferito il tennis, anche per limitare le devastazioni dei muri. Gli arbitri devono aguzzare la vista e probabilmente occorre rassegnarsi a litigare più di una volta, perché è dura vedere e valutare un contatto così veloce…
La FIT ha naturalmente preferito il tennis, anche per limitare le devastazioni dei muri. Gli arbitri devono aguzzare la vista e probabilmente occorre rassegnarsi a litigare più di una volta, perché è dura vedere e valutare un contatto così veloce…
CHE PALLE…
Che battaglia! Questo accessorio del gioco è stato al centro di controversie infuocate, perché piccole modifiche (di durezza e peso) possono determinare spostamenti anche sensibili dei valori in campo.
Un tipo di palla favorisce il gioco potente dei battitori e degli schiacciatori, altri favoriscono il controllo, la ribattuta e la difesa. Alcuni si prestano al gioco delle donne, altri a quello degli juniores, alcuni allungano lo scambio altri lo accorciano, alcuni vanno bene indoor altri outdoor. alcuni fanno più male di altri ad articolazioni e tendini…
Ognuno ha la sua palla preferita e raramente si trova accordo sui gusti. Si parlava di unificare il materiale, ma non va trascurata la possibilità di proporre palle diverse ad ogni torneo, un po’ come nel tennis si gioca su superfici diverse che favoriscono di volta in volta giocatori diversi.