Anche i racchettoni festeggiano Sara

  • Scritto da Marco
  • 17.06.2012  00:52.56

Il mondo del beach tennis ha tifato ed esultato per la meravigliosa avventura parigina di Sara Errani, 23enne di Massa Lombarda, arrivata a giocare la finale di doppio (vinta con Roberta Vinci) e di singolare (persa con l’algida e spietata Sharapova).

In particolare il suo ex compagno di scuola Alessandro Guadagnini (30° nel ranking mondiale del beach), non ha perso l’occasione, trovando un last minute per Parigi e raggiungendo l’amica al Roland Garros, per la finale: “E’ stata grandiosa – commenta ammirato “Guada” – facendo un risultato storico e perdendo con onore solo davanti ad una fuoriclasse che, quando è in grande giornata come domenica scorsa, non ha avversarie. Ha coronato il sogno di tutti noi tennisti della zona. E’ una grande dentro e fuori dal campo!”  (foto da RavennaNotizie.it)

Un ricordo anche dal cagliaritano Paolo Tronci (oggi N.13 del beach, in passato tennista di categoria B): “Eravamo a Miamiper un nostro torneo che si giocava in contemporanea con quello di tennis, come spesso accade. Sara e Roberta Vinci stavano preparando la semifinale di doppio e il mio compagno pugliese Cramarossa, che è cugino di Roberta, le ha richiamate e abbiamo fatto un palleggio e una foto ricordo. Ho avuto modo di apprezzare la simpatia delle due e ho tifato al massimo durante il torneo di Parigi. Ma mi è capitato anche di palleggiare con Starace e di esibirmi in finale a Monaco davanti al super appassionato francese Malisse”.

Fra racchettoni e racchette di corda il rapporto è ancora in costruzione. Inizialmente un po’ disnobismo teneva lontani i tennisti dai campi in sabbia. Poi, un po’ la curiosità, un po’ il lievitare deimontepremi (che nel tennis segnano invece il passo della crisi), un po’ la seduzione di ambientazioni sempre vivaci e affascinanti, ha fatto vacillare qualche certezza. Oggi molti beachtennisti vengono dal tennis (ai primordi erano calcio, volley e altre discipline a fornire più praticanti) e alcuni di loro mantengono il “doppio incarico” fra le due pratiche.

Ma un big del tennis come se la caverebbe con i racchettoni? Lo chiediamo ad Alex Mingozzi, campione ravennate che non sarà ai prossimi mondiali in Bulgaria a causa del serio infortunio (strappo addominale) del compagno di coppia Matteo Marighella.

Il problema – esordisce Alex – per il momento non si pone, perché naturalmente un top player non ha interessi a lasciare il tennis. Se, per assurdo, lo facesse, il percorso per cominciare a eccellere nel beach tennis non sarebbe facile. Occorrerebbe almeno una stagione di allenamenti specifici e una serie di insuccessi iniziali, anche contro giocatori poco quotati”. “Quasi tutti gli italiani – prosegue Mingozzi – si sono cimentati con il beach: Bracciali, Starace, Volandri, Gaudenzi, Canè… mi pare manchi solo Seppi. Galimberti gioca con continuità. All’estero so di Nadal che ha giocato un torneo a Maiorca, il vecchio Noah ha giocato a Reunion; e poi Stepanek, Murray… E fra le donne tutte le italiane: Garbin, Camerin, Perfetti e Pennetta, la cui sorella Giorgia è una buona beachtennista.”

“Il prototipo di chi potrebbe aver successo è quello di un doppista alto e reattivo: un tipo alla Tsonga. Un doppista, tipo uno dei fratelli Bryant, potrebbe essere più efficace di un grande come Nadal, che non mi pare abbia caratteristiche adatte al beach. Fra le donne il percorso sarebbe molto più semplice, per il ridotto numero di praticanti professioniste. Mara Santangelo fu competitiva al massimo livello in poche settimane”.

Nel caso, sarebbe fondamentale – a parere di Tronci – la guida di un compagno esperto del beach. Un tennista, una volta trovata la meccanica del colpo, potrebbe subito essere pericoloso per la forza e la scelta tattica del servizio e per l’approccio fisico e agonistico più professionale e concentrato. Ma poi ci vogliono molte altre doti e soprattutto il tempo, l’impegno e una passione senza fine, come quella che anima tutti noi”.

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