Dalla Musica allo Stadio
I cori che si fanno allo stadio nascono quasi tutti (o forse tutti) da rielaborazioni di brani popolari con parole adattate alla situazione sportiva. Tranne qualche caso, però, è piuttosto difficile risalire al compositore “originario”, perché le tifoserie si impadroniscono quasi sempre del coro degli avversari e lo ripropongono immediatamente, con parole ovviamente modificate.
Io frequento i palasport, dove quasi sempre si usa “rifriggere” quello che proviene dalle curve del calcio, magari perché lo si è ascoltato alla televisione.
Le provenienze delle “basi” musicali sono le più varie. I napoletani sono per tradizione fra i più fantasiosi e i più bravi a proporre motivi nuovi. Negli Anni Ottanta lanciarono (o meglio ri-lanciarono) “Porompompero”, brano dello spagnolo Manolo Escobar degli anni sessanta, utilizzando quell’unica parola del ritornello. L’idea spopolò in breve in stadi e palasport di tutta Italia. Sicuramente napoletano (sia il brano che l’utilizzo calcistico) è anche lo stupendo “O Surdato ‘Nnammurato”, sfruttato nel coro “Oi vita / oi vita mia”. Il brano originario venne scritto da Califano e Cannio nel 1915 e conteneva lo straziante messaggio di un soldato al fronte alla fidanzata. Sempre a Napoli, per il grande Diego Maradona, venne creato il coro sulle note di “Oh mamma mamma” scritto negli anni Cinquanta per Nilla Pizzi in scherzoso italo-spagnolo (“sai perché me batte el corazon? me gusta un bel muchacho”). Negli ultimi anni è stato un boom la cover della Curva B del pezzo dei Righeira “L’estate sta finendo”.
Molto utilizzato, negli ultimi anni, il brano “Tanto pe’ cantà” che EttorePetrolini scrisse con forte inflessione romanesca per Nino Manfredi negli anni sessanta. Allo stadio le parole del ritornello “tanto pe’ cantà perché me sento un friccico ner core… ecc” diventano un indistinto “Alè alè…” di particolare effetto se ben sostenuto dai tamburi.
Dalla vecchia tradizione folk (lombarda, in questo caso) viene anche “L’uva fogarina”, in cui il ritornello “dirindindin” si trasforma in qualcosa che “…è forte e vincerà!”. Ne ricordo anche una versione molto feroce dei tifosi del Ravenna contro quelli del Cesena e il loro presidente Lugaresi “che quando parla non si capisce niente…”. E una razzista dei tifosi del Verona verso quelli del Napoli.
Dell’Anteguerra è “Oh Campagnola Bella!” , ormai irriconoscibile nei vari adattamenti calcistici.
A proposito di Romagna. La tifoseria del Bologna si serve del superclassico “Romagna Mia” (del maestro Secondo Casadei) per irridere i rivali del Cesena (“quando ti penso vorrei cxxxxxe in quella mxxxa che chiami mare”)
Negli Anni Ottanta divenne un superclassico (ma oggi mi sembra parecchio passato di moda) il brano “L’amico è”, sigla di Dario Baldan Bembo per un programma televisivo di Mike Bongiorno, usato di frequente anche senza parole (“ooh ooh…”)
Qualche anno fa, con moda che non durò molto, gli interisti proposero una versione di “Sarà perché ti amo” (gran pezzo di dance popolare italiana scritta da Pupo per i Ricchi e Poveri) , mentre qua e là in vari stadi si sentiva un coro di “làlàlà” sulle note di Montagne Verdi, scritto da Gianni Bella per la sorella Marcella.
Dai tifosi della Roma ricordo un adattamento di “La notte vola” (cantato da una splendida Cuccarini negli anni d’oro) dedicato a Rudi Voeller: “la curva si innamora… tedesco vola!”. Un’altra “invenzione” di successo della Curva Sud si ebbe sulle note di “La partita di pallone”di Rita Pavone (“perché perché / la domenica mi lasci sempre sola / per andare a vedere la partita / della Roma) e su “I bambini fanno oh” di Giuseppe Povia.
Chi ha vissuto nel 1985 non può non ricordare lo straordinario impatto che ebbe la trasmissione televisiva di Renzo Arbore “Quelli della notte” che impose linguaggi nuovi agli italiani. La sigla iniziale “La vita è tutto un Quiz” servì per vari cori (ricordo a Napoli “Sì, venite in curva Bi…”)
La canzone “Bandiera Gialla” (inno generazionale degli Anni Sessanta di Gianni Pettenati) ispirò varie tifoserie(“Finché vivrò tiferò Forza Bologna…”)
Per chiudere col pop italiano mi segnalano anche l’uso moderno di “Pietre” (dell’italo-francese Antoine) e di “Mamma Maria” (ancora Ricchi e Poveri), ma non ne ho avuto testimonianza diretta.
Non hanno attecchito negli stadi le canzoni politiche, a meno di considerare tale il canto partigiano (ereditato dalla tradizione delle mondine) “Bella Ciao”, diventato frequentissimo nella modalità “flash mob” che obbliga tutti a saltare (perché “Chi non salta è un…”).
Negli Anni Settanta i tifosi (mi sembra) del Milan proponevano un adattamento dell’omaggio di Fausto Amodei aimorti di Reggio Emilia del 1960 dopo incidenti fra dimostranti e forze dell’ordine. Plumbeo e inquietante come quegli anni. Durò poco.
Una versione della canzonaccia da osteria dei primi del Novecento “Dietro il monumento di Mazzini” mi sembra base per alcune “interpretazioni” moderne (molto diffusa quella che fa “ti seguirò perché / tu sei il mio grande amor / ti porterò per sempre nel mio cuor”) . Ma non ne sono sicuro, chi ne sa di più mi contatti.
Ancora più strano il fatto che inni espressamente creati per il calcio non siano mai stati usati per i cori. Gli esempi sono numerosi, da “Pazza Inter” a “Grazie Roma” a “Juve storia di un grande amore”, a “Un’estate Italiana – Notti Magiche” a “Da Me a Te” a “Cuore Azzurro” a “Quel Ragazzo della Curva B”, all’internazionale “Waka waka”…. tutti lasciati “integri” per canti collettivi in specifiche situazioni e senza cambiare le parole originali.
Talvolta si scomodano inni di chiesa. Per esempio la curva Sud della Roma cantava “Lode a te, Roberto Pruzzo!”sulle note di “Laudato sii o mio Signore”. E anche quel coro che fa “ooh ooh / fino alla fine forza Ravenna”dovrebbe provenire da quel canto di ricreatorio.
Qualcuno,soprattutto negli Anni Ottanta, si è cimentato anche con versioni blasfeme del “Va Pensiero” di Verdi; altri (soprattutto all’estero a sostegno di eventuali atleti italiani) con “Volare” (che vinse Sanremo nel 1958). Variamente utilizzata anche la marcia trionfale dell’Aida (“Alè / Forza Verona alè / Forza Verona alè / forza gialloblù…”)
Ha avuto scarsissimo successo nelle curve il filone cantautorale classico. Ligabue (“Urlando contro il cielo”), Rino Gaetano (“Il cielo è sempre più blu”) e Venditti (“Roma Roma”, inno della squadra), Pino Daniele (a Napoli) vengono cantati abbondantemente, ma “paro paro”, senza adattamenti.
Negli anni settanta e ottanta era molto diffuso il coro spontaneo “Alè Oò” che Claudio Baglioni trasformerà nel brano di un suo album, compiendo probabilmente l’unico percorso in senso inverso (dallo stadio al disco).
E veniamo ai brani stranieri
Qualche anno fa funzionava una filastrocca basata su un’aria di Mozart (“Eine kleine nachtmusik” mi suggerisce l’esperto amico Antonio) che si chiedeva “Sai chi è quel giocatore che gioca a calcio meglio di Pelè?” Il seguito era ovviamente a scelta della curva.
Gli inni nazionali francese e inglese: sono i due “attenzionati” dalle curve: tuttora usatissima ovunque la Marsigliese (“canteremo fino alla morte…” ), mentre meno di impatto è stato “God Save the Queen” (ne ricordo una versione odiosamente razzista dedicata ai tifosi del Milan). Molto british anche la minaccia con il suono del Big Ben: “quando uscite / non scappate”. Non mi pare che altri inni (nemmeno quello italiano, che nemmeno i tifosi si sono sentiti di dissacrare) siano mai stati usati. Chi fu bambino o ragazzo negli anni Settanta ricorda sicuramente la marcetta sigla della trasmissione “Giochi Senza Frontiere”, oggi adattata, ad esempio, in “dai ragazzi alè / dai ragazzi alè…”
Superclassico che non tramonta è la “Guantanamera” di Josè Marti (dove la protagonista è una “guajira” cioè una contadina della città cubana di Guantanamo) adattata in innumerevoli modi (attualissima “Un capitano! C’è solo un capitano!”).
Decisamente passata di moda, invece, “Yellow Submarine” dei Beatles, che ricordo da bambino “E sarà sempre così / forza Ravenna in serie B”, mentre regge la ancor più antica “When the saints go marching in”, un classico degli stadi inglesi, che in Italia viene usata soprattutto quando si chiede a qualcuno di “farci un gol”.
Si arriva al 1884 per trovare l’origine di“Oh my Darling Clementine” di Percy Montrose. La curva della Roma la adatta in “Forza Roma / dalla curva s’alzerà … ecc”. L’amico poeta Franco Costantini, grande esperto di metrica, la cita come esempio di struttura che richiama nientemeno che accenti e cadenze di un ottonario famoso della nostra letteratura (Vincenzo Monti “Bella Italia amate sponde / pur vi torno a riveder” ecc)
Addirittura alla guerra di indipendenza americana risale il brano militaresco dello Yankee Doodle, utilizzato negli anni ottanta dai tifosi della Roma “Noi siamo il gruppo erotico che della Roma è pazzo…” fino alla quasi inevitabile greve rima finale. Qualcosa di simile è accaduto per un altro brano americano di tradizione dedicato a John Brown con un celebre ritornello “Glory glory allelujah”. L’amico Baroncio lo adattò alla nostra leggendaria squadra di pallavolo femminile “Siamo i tifosi dell’Olimpia tricolor…”. Fra i tanti primati stabiliti da quella mitica squadra va registrato anche il fatto di essere stata la prima realtà femminile ad avere un supporto di tifo organizzato.
Piuttosto vecchio anche il tema de “La Stangata” (1973, ma con colonna sonora a base di brani ragtime di inizio secolo) intitolato “The entertainer”. Insieme a vari grevi utilizzi (celeberrimo e crudele uno dedicato al centravanti di colore del Milan George Weah e un altro che definiva la dotazione organica e le intenzioni dei tifosi di una curva) ne ricordo anche una versione che si può ripetere “Forza Ravenna Ravenna alè / Forza Ravenna la Nord è con te / Noi saremo di te / soddisfatti perché / del Ravenna di meglio non c’è”. I tifosi della Juventus hanno utilizzato questo ritmo per il più frequente dei cori dedicati al loro capitano Alessandro Del Piero.
Sammy Lerneris, nel 1933, scrisse “I’m Popeye the Sailor Man” come sigla del cartone animato “Braccio di Ferro”. Probabilmente non immaginava che più di ottant’anni dopo i pronipoti dei primi ascoltatori usassero ancora quelle note per i loro sportivi preferiti o per insultare gli avversari (“Ravenna non canta più”). Anche la buffa sigla di film e telefilm dedicati alla Famiglia Addams è stata importata nel mondo del calcio. (“Lo sai cosa ci vuole / per vincer la partita / un magico Mariano / che faccia sempre gol / Sotgia gol!”)
Molto diffuso il jingle di Topolino. “Su cantiamo tutti in coro vai Ravenna alè…”
Veniamo a qualcosa di più recente.
Molto aggressiva e “maschile” (a dispetto del leggendario autore Freddie Mercury)“We will rock you”, che ricordo dedicata dagli interisti al loro “Jurgen / Jurgen / Klinsmann!”
Sempre a proposito di Inter ricordo i festeggiamenti dei giocatori per lo scudetto con Trapattoni allenatore al canto di“neroazzurri alè alè”, conosciutissimo come il fortunato jingle pubblicitario natalizio della Cocacola. Mi ci è voluta qualche ricerca per arrivare al brano originale che è vecchissimo e si intitola “I’d Like To Teach The World To Sing” dei misteriosi (almeno per me) “The New Seekers”.
Va fortissimo ovunque e da molto tempo l’hit del 1979 dei Village People “GoWest” musicato con raffinata tecnica sulla base del Canone di Pachebel (si conferma come certe sequenze, scoperte ormai molti secoli fa, costituiscano elementi fondanti anche per il pop moderno) Il ritornello di “Can’t Take My Eyes Off You” di Frankie Valli (portato al successo soprattutto da Gloria Gaynor) comincia con un fragoroso “I – love – you – baby!” che è diventato base per omaggiare un campione (Mau-ri-cio-Lima, larallallallallallà…).
Un singolo del 1980 portava l’inquietante e criticato titolo “Enola Gay”, ma aveva un ritmo incalzante che è stato talvolta usato per qualche slogan di tifosi (“vogliamo vincere / e tutti insieme vincerem”)
Uno dei grandi geni del pop, Michael Jackson, è abbondantemente citato nellecurve con la sua “You are not alone”, canzone dolcissima che allo stadio cambia pelle e diventa“Non mollare mai…”. Sempre dagli immortali del pop viene anche “E facci un gol! Forza Ravenna facci un gol…” ben camuffato sul brano “Speedy Gonzales” di Elton John.
Negli Anni Novanta ebbe grande successo (in hit parade e anche fra i tifosi) una rielaborazione dance di un canto ebraico dal titolo “Gam gam” e dalle parole ovviamente incomprensibili
Chiudiamo la lunghissima (e sicuramenteincompleta) rassegna con l’episodio più moderno e fragoroso, che risale al 2006, quando i tifosi dell’Italia campione del mondo si compattarono intorno al “popopopo” di Seven Nation Army dei White Stripes, che divenne un fenomeno di costume.
M.O. (gennaio 2017)