La mia promessa è AVRAI

  • Scritto da Marco
  • 18.12.2016  20:01.56

Un impegno mi ha costretto a perdere la diretta televisiva di “Avrai”. Nel locale dove mi trovavo il wi-fi non funzionava e comunque non avrei potuto ascoltare con attenzione uno spettacolo così lungo e ricco.
Sono tornato a casa a mezzanotte, in tempo per vedere gli ultimi secondi di diretta. Ho aspettato che il sito Rai caricasse il video e ho deciso di investire la notte per guardarmi la registrazione, perché le emozioni vanno colte quando sono ancora nell’aria, prima che si trasformino in ricordo.

Il “prologo” è stato favoloso. Claudio solo, armato di una sola semplice chitarra, cheavrai baglioni 2 domina la piazza centro dell’Umanità, incredibilmente deserta e per questo incredibilmente bella, e dal centro di essa punta il centro della cristianità, per parlare al centro dei cuori degli ascoltatori del mondo, per un progetto a sostegno del centro affamato dell’Africa e del centro terremotato dell’Italia. Un progetto colossale e ambizioso sul quale Claudio ha rimesso in gioco tutto se stesso, riuscendo – ancora e ancora e ancora – a fare magicamente… centro!

Lo spettacolo è stato un po’ ridondante, ma partiva da un’architettura ben progettata, ben studiata e ben sognata dallo stesso Claudio, la cui mano “registica” è sembrata evidentissima

Coraggioso a cominciare con la dissacrante “Dagli il Via”. Eccessivi i ritorni sulle canzoncine di Natale.
Le parole di papa Francesco sembrano avere maggior forza quando pronunciate dallo stesso Francesco, come nella clip iniziale. Le recitazioni attoriali – intense e drammatiche – sembravano togliere qualcosa anziché aggiungere.

Ben scelti anche il gesto (pugno al petto) e il mantra (“la mia promessa è AVRAI”) che legano tutti i cuori degli artisti succeduti sul palco. Elegantissimo Giovanni, che rinuncia a pronunciare la parola-chiave della sua intera vita e si limita a dire “la mia promessa è questa”, battendosi il petto. Gran finezza di un giovane principe predestinato alla bellezza e alla nobiltà.
Forse era opportuno avvalersi di un presentatore per alleggerire Claudio di troppi oneri nei passaggi di raccordo e lasciarlo concentrato sulle sue performance, alcune delle quali mi sono sembrate un po’ scarabocchiate e imprecise in diversi dettagli, solitamente curatissimi e perfetti (per esempio la sublime e attesissima “Isole del Sud”, dedicata al dramma dei migranti, ha patito qualche imperfezione, per quanto compensata, poco dopo, da una perfettissima e altrettanto attesa “Per Incanto e Per Amore”, a mio avviso uno dei momenti più alti della serata).Risultati immagini per baglioni auditorium

La durata XXL ha permesso una scaletta molto ricca. Ben scelta “Tamburi Lontani”. In essa Claudio, con il cupolone della cristianità sopra la testa, non rinuncia al greve e disperato riferimento degli ultimi versi, mentre procederà in questo senso a due “ritocchini” in Ninna Nanna che comunque non ne indeboliscono la potenza deflagrante. Dovrà invece cedere un punto più significativo in “Requiem” (magistrale) nel quale la supplica – che nella versione originale cercava “un dio” – si riduce più classicamente a cercare “Dio”.
Fra le testimonianze in prosa ho trovato significative quelle del medico di Lampedusa, quella di Vinicio Marchioni e quella di Erri de Luca. A proposito. Il “cappello artistico” posto da Claudio sopra l’evento permette a contenuti e idee storicamente conflittuali di entrare in Vaticano dalla porta principale: oltre al comunista De Luca, le citazioni pasoliniane di cui sono inzuppati i versi di “E Adesso la Pubblicità” e “Uomini Persi”, le derive dialettali di “Ninna Nanna” (e la stretta connessione ad esse di un artista come Gigi Proietti). E soprattutto i temi dell’amore più sensuale e passionale, che connotano da sempre il Claudio agli occhi del grande pubblico e che si sono conclamate nella compilation di hit finali, che francamente pensavo e speravo che si sarebbe risparmiato e che ci avrebbe risparmiato (e della quale in effetti si scusa, percependo forse di aver leggermente esagerato). Comunque credo che per la prima volta, nella Città del Vaticano, si ufficializzi con questa forza e questa autorevolezza (e da parte di un uomo divorziato) che si può godere del corpo e dei sentimenti anche senza l’assurdo sistema di sovrastrutture imposte per secoli dalla Chiesa e che manifesta negli ultimi decenni la sua ormai evidente indifendibilitàRisultati immagini per erri de luca baglioni

E’ proprio questa “battaglia” che mi ha intrigato di più. Quanto Claudio è stato “pedina” (o addirittura “servo”) dell’ingombrante padrone di casa di questa sera e del suo bimillenario “disegno” di potenza? E’ quanto invece è stato “invasore”? Quanto è stato “generale” di un esercito ideale e trasversale che ha occupato e utilizzato astutamente un palcoscenico così prestigioso per corromperlo e arruolarlo a proprio sostegno?
Io penso che abbia vinto Claudio. Immagino il suo ragionamento. “Io vengo qui, vi faccio tirare su un milione di euro, vi occupo RaiUno con i vostri simboli, regalo un compleanno pop al pap, rimetto alla Chiesa un mantello di leggerezza e familiarità…”.

Però… “però mi fate entrare Erri De Luca, mi fate cantare di ragazze da baciare, di lacrime da versare per i capricci di un cuore Risultati immagini per baglioni avrai vaticanoadolescente, mi mettete Lampedusa in prima pagina fra i vostri potenti interessi, mi garantite un rapporto privilegiato con il Santo Padre … E soprattutto mi trasformate l’aula Paolo VI in un (Cl)auditorium che dominerò per oltre tre ore,  mi regalate – posto che mi mancasse – quello spicciolo per completare la mia qualificazione di Artista”.
Claudio oggi va considerato l’artista contemporaneo più titolato ad entrare in una galleria nazionale di immortali della letteratura, della musica, della poesia e del bel canto che parte settecento anni fa da Dante Alighieri e conta componenti in numero non superiore alle dita delle mani.
Io ci sono. Faccio orgogliosamente parte di questo esercito, non solo perché ammiro un artista, ma perché ogni volta l’ho percepito capace di esprimere con il suo sublime talento quello che penso da sempre, più convintamente, più intensamente, più profondamente.
Anche la mia promessa – maestro e fratello Claudio – è , e rimarrà, AVRAI.

 

 

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Commenti a La mia promessa è AVRAI

  1. Il 18/12/2016 22:04:41 Antonio ha detto:
    E’ tanto tempo che non Ti leggevo, come sempre piacevolissimo e puntuale con le tue osservazioni. Un piacere leggerti.

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