Da lontano a Ravenna… per sempre

(articolo di Marco Ortolani per il settimanale “Sette Sere”)

Culla del volley, periferia nel calcio, emergente nel basket, brillante nel baseball. Gli sportivi che sono venuti a Ravenna hanno vissuto in vario modo la loro esperienza professionale. Ma il tratto comune è un certo gradimento per l’ambiente umano e la vivibilità di Ravenna che, spesso, ha indotto l’atleta a rimanere qui anche dopo la carriera.

Cominciamo una veloce rassegna dalla canoista Iosefa Idem, una partecipazione olimpica come atleta della Germania Ovest e altre 7 come azzurra con residenza a Santerno, dove si è sposata e ha cresciuto i due figli, vivendo appieno la nuova comunità anche con incarichi politici e nell’amministrazione cittadina.

L’olandese Henriette Weersing – formidabile schiacciatrice olandese, giunta a Ravenna sul finire della cavalcata dell’Olimpia Teodora degli Anni Ottanta – ha vinto qui di una coppa dei campioni e un mondiale per club. “Ari” si è sposata con un italiano e vive tuttora a Pinarella. “Adoro i romagnoli, spontanei ed efficienti; passeggiare per il centro di Ravenna o di Cervia, anche d’inverno, cenare nei ristoranti di pesce… Ho girato tanti luoghi, ma la Romagna mi ha fatto decidere di fermarmi qui”.

A Cervia vivono anche Beppe Patriarca (prima giocatore poi allenatore con il Porto Robur Costa) con la moglie Alessandra Pinese (ex serie A) e la brasiliana De Tassis (una stagione alla Teodora), oltre ad altri pallavolisti come Paggi, Gavotto, Turlea e Coscione.

L’esempio più struggente è quello di Vigor Bovolenta, veneto del Polesine, diventato campione e uomo a Ravenna, da cui si allontanò alcuni anni per giocare in altri team, ma dove aveva messo su casa, con la moglie e la famiglia che tutti abbiamo imparato a conoscere e dove progettava il suo futuro da dirigente, prima che un orribile destino ce ne privasse, a soli 37 anni.

Il gruppo di “simpatiche canaglie” di cui Vigor faceva parte ha poi stretto una specie di “patto” per passare le vacanze estive a Marina di Ravenna, grazie anche al “Bovelix” dedicato al loro amico scomparso, che, ogni anno, raduna i vari Zlatanov, Giombini, Lirutti, Rosalba. Non è invece riuscito il progetto di tornare a giocare insieme a Ravenna (il solo Lirutti ha militato per un anno nella Marcegaglia di A2).

Hanno lasciato “qualcosa” a Ravenna anche il croato Causevic (Conad Anni Ottanta, che recentemente ha anche allenato a Conselice; la figlia ha vissuto alcuni anni a Ravenna, di cui è diventata cittadina onoraria dopo un gesto di coraggio nei confronti di un pirata della strada), il russo Pancenko (il figlio vive qui), la peruviana Perez del Solar (vive a Ravenna la sorella),

Più recente la storia di Lucia Bacchi – emiliana del Casalmaggiore campione d’Europa, che da qualche anno ha preso residenza a Punta Marina anche per curare gli allenamenti di beach volley – quasi presagendo che sarebbe diventata capitana dell’Olimpia Teodora 2017/18. Il cestista riminese Ambrassa ha trasferito qui a Ravenna i propri affari, senza però aver mai militato nella società di basket cittadina.

Fra i calciatori segnaliamo Paolo Sciaccaluga, ligure che chiuse la lunghissima carriera con 5 stagioni a Ravenna: “Ero entusiasta Risultati immagini per paolo sciaccalugadell’ambiente, della società, e della vivibilità della città, tanto che accettai con entusiasmo la promessa di ruoli dirigenziali e mi trasferii. Poi la brutta storia (calcio scommesse, ndr) travolse tutto e le nuove proprietà presero le distanze dal nostro gruppo, anche da chi non aveva nessuna colpa e tantomeno nessuna condanna. Una grande amarezza, ma decisi lo stesso di fermarmi qui con la famiglia, apprezzando l’ambiente della città e cercando di recuperare altrove un ruolo nel mondo del calcio”.

Hanno scelto Ravenna anche Atzori, Pregnolato, Marrocco, Bozzini e, per qualche tempo, il napoletano Buonocore.

Interessante la storia dell’americano Bill Holmberg, giocatore di baseball giunto nella piccola Godo di Russi negli Anni Settanta e poi tornato aRisultati immagini per holmberg godo baseball fine carriera, per scelta di vita, a mettere la sua esperienza al servizio della società godese, di cui ha curato la crescita e lo sviluppo del vivaio. Holmberg, entrato nel giro della nazionale juniores italiana, ha sposato una romagnola e cresciuto qui vari figli che fanno pensare ad una scelta ravennate ormai irreversibile.

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