Al Festival con il Capitano Claudio – Giorno 1
Oggi è stata una giornata di emozioni intense, sorprendenti e obiettivamente sproporzionate per il mio cammino nella professione giornalistica, soprattutto in campo musicale.
Devo ringraziare tre “fattori”. Il primo è quel tesserino da giornalista pubblicista che tengo nel portafoglio dal 1992, mantenuto in vita da un versamento annuale di un centinaio di euro che ho sempre ritenuto una gabella priva di significato e di cui, per molti anni, si è occupato mio padre, nell’incredulità di veder girare un tesserino del genere nella casa di uno come lui, che al terzo congiuntivo consecutivo potrebbe cominciare a sudare… era il suo modo per dirmi che, mettendoci della grinta, potevo riuscire in questo percorso. Il tesserino lo portavo con me ormai solo per far vedere com’ero fatto nel 1992, quando avevo ancora i capelli. Invece è stato decisivo per iniziare questa avventura. L’esperienza qui vale tutti quei rinnovi.
Il secondo sono le testate giornalistiche, radiofoniche, televisive e web che da quel giorno del 1992 credono nel contributo che posso dare e tengono in vita (anche in anni difficili) questo percorso professionale. In particolare il settimanale “Sette Sere”, che è un bel laboratorio di scritture giovani, di vivacità culturali, politiche e informative. Meriterebbe più attenzione e seguito.
Il terzo è un uomo magico, un ragazzo di borgata, che con la sola forza di un talento spaventoso ha acceso le fantasie di milioni di persone per 50 anni e che ora si pone al comando di una macchina enorme, complessa, insidiosa e potentissima che si chiama Festival di Sanremo. Ha solo da rimetterci, eppure non si è tirato indietro. Ha ancora cose importanti da dirci e da farci capire. Solo il richiamo del nuovo dittatore artistico poteva farmi prendere in considerazione la follia di questo viaggio.
Veniamo al dunque.
La conferenza. La sala stampa principale si trova nell’ “attico” del Teatro Ariston (ce n’è un’altra al Pala Fiori, dove purtroppo sono stati smistati altri colleghi che non ho avuto il piacere di avere a fianco come speravo). E’ gigantesca, avveniristica, molto ben organizzata e con favolosa veduta sul mare.
In perfetto orario, alle 12.30, è cominciata la conferenza. Claudio ha ripassato con grande attenzione, precisione e completezza i temi salienti di questa edizione: solo musica e parole (niente attori americani, niente astronauti, niente sportivi e – Claudio non lo dice, ma lo intuisco io – niente comici). Ci saranno omaggi a Battisti, Endrigo, Milva, Luis Bacalov e Gaber che saranno l’occasione per duetti di Claudio con i grandi ospiti italiani (numerosissimi: Morandi, Giorgia, Fiorello, Negramaro, Mannoia, Antonacci, Pelù e molti altri, con Laurina Pausini in dubbio per una laringite). Claudio fa sapere che essere “servitore” di una macchina così imponente è diverso da essere controllore totale di uno show, come avviene quando si esibisce lui. Lascia intuire che ha una grossa scorta di vaffanculi che dovrà, per il momento, tenere inespressi, almeno fino a domenica.
Le domande della stampa sono piuttosto banali e talvolta ripetitive. Sembra che i giornalisti intervenuti le facciano solo per promozione personale o, al più, della propria testata. Sfruculiano Claudio e Michelle sul caso-Ricci (Claudio dichiara di “avere altre cose da fare che rispondere” e Michelle se la cava con una dichiarazione d’affetto per entrambi i “contendenti”, rifiutandosi di aggiungere altro). La stessa Michelle dilaga troppo a lungo su un’iniziativa contro la violenza e la molestia sulle donne che prevede di applicarsi un fiore sulla giacca. Penso che tutti (almeno a parole) siano contrari alla violenza sulle donne. E che, viceversa, ci sia da confrontarsi parecchio sul concetto di “molestia”, molto frainteso negli ultimi tempi. Mettersi un fiore non rappresenta nessun messaggio specifico. Ma quando Michelle viene personalmente ad applicarmi il ranuncolo rosso sulla giacca penso che sia il caso di dirle solo “Ciao Michelle sei bellissima” e di non fargliela lunga con le mie polemiche.
Altri chiedono pidocchiosità come la differenza di compensi fra i vari ospiti, il presunto conflitto di interessi fra il direttore e gli artisti della sua stessa casa discografica. O quello fra la Rai e la Friends And Partner. Queste cose non fregano niente a nessuno. E chiederle a Claudio è solo un modo per ricevere una scontata risposta: “Ho scelto le cose migliori che offriva il mercato discografico; logico che molte di esse siano delle case più importanti”. Chiedere al direttore della Rai i trucchi per non inquadrare il leader della Lega Salvini in campagna elettorale, annunciato fra il pubblico è andare incontro ad altrettanta ovvietà: “non lo inquadreremo”. Contenti? Dai, su…
Trooooppo lunga la spiegazione delle modalità di voto, troooooppo banali gli interventi degli attori che condurranno il dopo-Festival (riconosco solo Sabrina Impacciatore), trooooppo scontati gli interventi di Favino (sottotono, può fare di più).
Il pomeriggio di prove.
Tutti i giornalisti sono ammessi al Teatro Ariston per assistere alle prove. Claudio è già sed
uto in prima fila. I posti vicini a lui sono liberi. Mi metto due file dietro, nelle poltrone che, per la serata di sabato, sono state vendute a 660 euro l’una.
Si alza, raggiunge il palco e dice con semplicità: “Cominciano le prove. Ascolteremo i 20 brani in gara nella sezione big e gli 8 della sezione giovani. Cominciamo con The Kolors…” quindi torna seduto – attentissimo, concentrato, a telefono spento – in prima fila. Farà questo andirivieni primafila-palco per 28 volte in quasi quattro ore, abbracciando ciascuno dei concorrenti e dando, a microfono spento, gli ultimi feed back per la migliore riuscita delle loro performance: una dedizione alla causa e una professionalità gigantesche!
Intanto mi godo la vista del teatro, che è effettivamente bellissimo. Il palco, poi, è una piattaforma spaziale di luci ed effetti che sorprende per le dimensioni molto inferiori a quelle che si potrebbero fantasticare guardando la TV. Gli orchestrali e i coristi sono in completo bianco. Una scelta di clamorosa eleganza. Complimen
ti ai costumisti.
I big
Comincia, quindi, il “mio” festival di Sanremo, visto in poltrona vicino a Claudio, ascoltando le canzoni un giorno prima del resto d’Italia, con Duccio Forzano che ogni tanto grida qualcosa col megafono dalla regia. Che pacchia. La prima impressione è che siano tutti “bravi”. Belle voci, belle costruzioni musicali e testuali. Vedo e riconosco un impegno sincero di tutti gli artisti. Non ci sono cialtroni. Ascolto volentieri anche l’interprete più lontano dalle mie corde (direi che possa essere considerato Mario Biondi) . Credo che tutti indossino anche i “costumi di scena” cioè l’abbigliamento che avranno per la “prima” o comunque per una delle serate.
Mi sciroppo quattro ore di canzoni senza fare una piega (e una piega ci starebbe, visto che è dalle 8 di stamattina che non mangio e non vado in bagno…)
Delle canzoni mi sono piaciuti i The Kolors e soprattutto i “Lo Stato Sociale”, il duo Paci-Diodato, quello Avitabile-Servillo e Luca Barbarossa, con la sua divagazione in dialetto romanesco in cui si ritroveranno molte coppie di settantenni. Bella la canzone di Caccamo, che però trovo un po’ troppo classica nel testo. Mi sarei aspettato qualcosa di più da Elio, Decibel, Ron, Gazzè e Zilli. Ancora “competitiva” Ornella Vanoni, mentre mi è parso che, a volte, Roby Facchinetti tentasse di imitare se stesso…
Ermal Meta e Fabrizio Moro, così come un cantante delle nuove proposte, propongono pugni allo stomaco dedicati al terrorismo e al dramma dei migranti. I loro brani sono molto ben congegnati e veramente molto intensi; vedremo se il pubblico di Sanremo e della Rai saprà premiarli.
Fra gli altri giovani Lorenzo Baglioni conferma simpatia ed energia, mentre mi è piaciuto anche un ragazzo di colore (ce n’erano due in gara) che faceva una specie di rap, ma non ne ricordo il nome.
Adesso posso andare in bagno 🙂
A domani.
Grazio Marco!
Complimenti!!
Bell’articolo, consistente e che su legge tutto d’un fiato.
Molto piacevole!
Dev’essere veramente un’esperienza indimenticabile.
Aspettiamo il prossimo!
Tiziana
Grande!!! Bellissimo resoconto!
Ho letto l’intero articolo, il tuo diario della giornata di vigilia, mi è sembrato di essere anch’io lì, seduto in sala stampa e all’interno del mitico Teatro Ariston durante le prove… Grazie Marco per le emozioni che ci farai vivere con i tuoi articoli eccol tuo diario di bordo da Sanremo! Antonello