L’Italia dipende da noi. Non dalla politica

Il destino e la felicità del nostro popolo dipendono per il 5% dalle cose che in questi giorni ci sembrano fondamentali, tipo chi sarà il prossimo presidente del consiglio o chi vincerà le prossime elezioni.

Per il restante 95% – al netto di eventi soprannaturali che non possiamo controllare – i nostri destini sono determinati da altro.

Per la nostra felicità e il nostro benessere sarà decisivo, ad esempio, il numero di persone che domani mattina, svegliandosi, decideranno di andare a fare con coscienza e con il massimo impegno il loro lavoro (se ce l’hanno), anziché adoperarsi per soluzioni di comodo per lavorare meno del dovuto o per sabotare il lavoro degli altri per avere un tornaconto personale. Oggi, in Italia e nel mondo, sono troppo pochi quelli che lo fanno.

E sarà decisivo il numero di persone che saranno virtuose nella vita quotidiana, nelle comunità umane di cui fanno parte. Se saranno onesti, disponibili, leali all’interno del luogo di lavoro, ma anche nell’impegno sportivo o hobbystico, nella correttezza di genitore, di figlio, di fratello, di amico, per non parlare di quella di contribuente. Se dedicheranno il loro tempo libero ad una ricerca di crescita personale, culturale, intellettuale, etica, civile. Se utilizzeranno bene il denaro o le risorse che il proprio lavoro o la propria fortuna permetteranno loro di avere a disposizione. Se si comporteranno correttamente in fila all’ufficio pubblico, mentre guidano la macchina, mentre scelgono cosa mangiare, cosa bere o come rapportarsi agli animali, all’ambiente, alla natura.  Oggi, in italia e nel mondo, le persone che fanno correttamente queste scelte sono troppo poche.

Chi contesterà “la politica” dovrà avere cura di occuparsene personalmente, dedicando il proprio tempo per conoscerne le dinamiche. Altrimenti è troppo comodo leggere due titoli sul telefonino o sul giornale appoggiato al bancone dei gelati e uscirsene con raffiche di verità su temi come l’energia, l’ambiente, l’economia, la politica estera, la giustizia che richiedono decenni di preparazione, viaggi, incontri e una vita interamente dedicata.  Oggi, in Italia e nel mondo, le persone che fanno così sono troppo poche.

Tutti questi comportamenti sono individuali. Non dipendono da Salvini o da altri politici. Ognuno di noi ha possibilità di svolgerli correttamente. Troppo comodo comportarsi male e poi dire che è colpa di Salvini, di Renzi, di Trump, degli “altri”. Salvini, in particolare, non conta niente, non decide niente, non è riuscito a mandar via una barca di poveracci, non riesce ad imporre nei fatti (e per fortuna) nessuna delle sconcezze che il suo elettorato gli aveva strillato di realizzare. Chiede “tutti i poteri” perché si rende conto di non averne nemmeno uno, ad eccezione del potere di monopolizzare gli spazi social sia dei suoi sostenitori (nella vana speranza che lui possa risolvere tutti i problemi) che dei suoi detrattori (che sperano che, eliminato lui, tutti i problemi possano risolversi). Una volta postò qualcosa contro la rivista “Topolino” e dopo pochi minuti la dovette cancellare, constatandola impopolare. Ha paura anche di Topolino. E’ costretto continuamente a fare quello che dicono i suoi sostenitori e il contrario di quello che dicono i suoi detrattori. E’ uno schiavo del popolo, altro che uomo forte. Non decide mai nulla. Ha cambiato idea decine di volte su qualsiasi argomento.

Il popolo italiano deve migliorare. Perché se rimane così non può sorprendersi della politica che esprime. I “politici” sono quelli che abbiamo scelto e votato. Se non vanno bene la colpa è nostra. Ne potevamo scegliere altri. A partire dall’inizio, quando scegliamo il rappresentante sindacale, il rappresentante scolastico, il presidente della società sportiva, il sindaco, soprattutto in una piccola città dove ci si conosce tutti. In Italia e nel mondo la gente che mette attenzione a queste scelte è troppo poca.

Molte volte il percorso dei “politici” che contestiamo è cominciato così, fra la gente che non ha saputo riconoscerne i difetti, i limiti e la pericolosità.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *