A Ca’ Bruna vince ancora Panarelli (e via via via…)

Ormai la strada la conosce. Taranto-Ravenna non è un viaggio breve, ma i chilometri passano meglio, se si pregusta il finale: un altro successo, un altro locale riempito con la musica e la personalità, tantissimi applausi e, a conclusione di tutto, un abbondante piatto di cappelletti al ragù che, se li hai assaggiati, te li ricordi.

Giuseppe Panarelli è tornato a Ca’Bruna per rinverdire il suo fortunato rapporto con questo locale ravennate, particolarmente vivace nel proporre serate musicali (ed è un merito che va sottolineato).

Si presenta col fido Francesco Spina alle tastiere e propone il consueto omaggio al sublime artista che lo ha ispirato e di cui rappresenta, quasi ogni sera, la cinquantennale, impareggiabile, fortunatissima carriera. Quest’anno, nella sola primavera-estate, le esibizioni sono state una novantina, a volte anche con l’ausilio di una band al completo.

La composizione del pubblico è classica: alcuni tavoli di “superfan di Panarelli”, ovvero persone che conoscono Giuseppe e lo seguono con affetto nelle varie esibizioni: la “capitana” è Maria Rosaria, col suo telefonino acceso e puntato come una sciabola sul palco, affinché ogni coriandolo dell’esibizione finisca nello scrigno magico dei social, a disposizione di chi non è potuto venire e di chi c’era, ma volentieri potrà riguardarselo per ricordare la serata.

Poi ci sono i tavoli di “appassionati di Baglioni”, che hanno aderito alla serata senza conoscere Giuseppe e che rimarranno colpiti dalla accuratezza della sua riproposizione, dal timbro simile, dalla meticolosità (imparata dal “maestro”) nel mettere il massimo impegno su ogni parola, su ogni nota, per dare ad una serata al ristorante la stessa “dignità” di quella che si riserverebbe ad un grande teatro.

Poi ci sono i “clienti per caso”, quelli venuti a cenare senza sapere del programma musicale. Quelli che “Uffa… Baglioni…”, per passare dopo un po’ a “ah, beh… questa però è bella…” e dopo un po’ “ah… anche questa, sì sì… me la ricordo…” e dopo un altro po’ “ah… aspetta che chiamo mia cognata che questa è la sua preferita…”, per arrivare a “però… quante ne ha fatte… che professionista…” e per finire a ballare il “Via” finale in piedi, insieme a tutto il locale.

Giuseppe attacca senza riscaldamento, con il talento della voce che sgorga puro, addestrato solo da un allenamento da autodidatta, capace di trovare il modo di spremerlo così intensamente e per così tante serate consecutive. Si comincia con “Io sono qui” e siamo subito dentro il mondo di note e parole magiche con cui il ragazzo della borgata di Montesacro, figlio di una sartina e di un carabiniere, ha saputo diventare un riferimento per l’arte e la cultura popolare del Paese.

La scaletta è di quelle antologiche. Delle “immancabili” non ne manca effettivamente nessuna. E i super-esperti sono gratificati da qualche “bonbon” come “Niente Più” (canzone di una freschezza sentimentale clamorosa, per quanto scritta da Claudio in età ormai avanzata e penalizzata solo per essere “ultimogenita” di una produzione fantastica e per questo non premiata dalla dovuta attenzione) e addirittura la archeologica “Signori si chiude”, affresco straziante dell’impossibile amore fra un ragazzo e una donna più vecchia di lui.

Su Strada Facendo Giuseppe duetta con l’amico Giovanni, anch’egli dotato di un cannone di voce e di tutta la dedizione e l’attenzione che serve per riportare l’arte del maestro Claudio nei vari ambiti in cui viene convocato. Sta cercando di allestire una band e… spero proprio che ci riesca.

E via via via….” Dicono le parole del travolgente rock dell’autostrada con cui Giuseppe chiude l’esibizione (prima di un medley al piano fuori programma) e si congeda ancora da dominatore di Ca’Bruna, prima di tuffarsi sui meritati cappelletti di mezzanotte con condimento di chiacchiere fra amici. Si parla di Claudio. “Sto aspettando il nuovo album… l’ultimo – Con Voi – mi aveva un po’ deluso…” dice Giuseppe.  Mentre Francesco sembra quasi volerlo consigliare “Un grande come lui non deve sbagliare il momento dell’uscita di scena, che deve essere quando si è ancora al top. Proseguire oltre è rischioso…

Ad un ex-calciatore come Giuseppe chiediamo qual è il “gol” dei suoi spettacoli, il momento in cui sente più forte l’energia della sua interpretazione e della risposta del pubblico… Ci pensa un attimo, ma poi non ha dubbi: “Il crescendo finale di ‘Mille Giorni’ è potentissimo, la gente lo riconosce e si fa trasportare. Però, attenzione: è un passaggio vocalmente molto impegnativo. Può essere considerato il gol che dicevi, ma devi essere perfetto, altrimenti il castello cade e il VAR quel gol te lo annulla di sicuro…

Il percorso musicale di Giuseppe è ormai lungo e intenso: “Propongo questo repertorio da molti anni, la musica di Claudio è gradita ovunque, ci cercano in tanti… Ma penso sia ora di una svolta importante: lavoro ad un nuovo spettacolo dove il repertorio di Claudio sarà solo una piccola parte; poi ci saranno omaggi ad altri grandi artisti e, finalmente, potrò proporre anche le mie canzoni”.

Dopo qualche bicchiere di Sangiovese ci stanno anche le imitazioni di Ferruccio Amendola e di Gigi D’Alessio, poi però basta veramente, perché domani c’è un treno per tornare a correre su un altro palco per far sognare “per sempre e per tutto quanto il tempo” le persone grate al campione che ha insegnato educazione sentimentale e morale a tre generazioni di italiani.

Grazie Giuseppe, Grazie Claudio, ci ritroveremo presto su queste vie dei colori.

 

2 Comments

  • Giovanni milanesi ha detto:

    Che dire, oltre al più che esaustivo articolo di una freschezza unica del nostro Marco Ortolani, strabaglioniano come me …io sono quel Giovanni che ha avuto l’onore di cantare un pezzo di Strada Facendo sul palco di Giuseppe e l’emozione è stata grande.. le vie dei colori delle canzoni di Claudio ti portano sempre lontano … io auguro a Giuseppe Panarelli di perseguire i suoi obiettivi con grande forza e grinta, perché ha numeri, volontà, convinzione e talento immenso..ringrazio sentitamente Marco per aver descritto minuziosamente tutto ciò che è accaduto a Ca’ Bruna , i cui gestori vanno elogiati per il valorecche danno alla musica “live” …sperando vi siano altre numerose occasioni per ascoltare bellissime performance di altissima qualità…. Evviva la musica, sempre….

  • Mariarosaria ha detto:

    Meravigliosamente meravogliosa recensione grazie infinite Marco per avermi menzionata, sei una persona speciale e soprattutto un amico. Spero di incontrarti ancora strada facendo, perchè il sogno continua. Ti abbraccio forte forte. Grazieeeeee e un grazie al nostro amico Giuseppe Panarelli. A presto

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