Lo Staiacasismo
Lo STAIACASISMO è la forma di regime assoluto che si è rapidamente, improvvisamente e inaspettatamente instaurata nel nostro Paese e in altre parti del Mondo. Come quasi tutti gli “ismi” è un fenomeno temibile e pericoloso.
Sono convinto che le cose non accadano per caso o per il volere oscuro di pochi manovratori occulti. I popoli determinano sempre i loro destini.
Chi sono, allora, le persone che hanno spinto nelle vele dello Staiacasismo alleando una loro specifica ambizione con le esigenze dell’emergenza medica e favorendo (a mio avviso) l’estremizzazione fanatica dei provvedimenti presi? E che sembrano ora impreparati persino alla prospettiva di un ritorno alla “normalità” post-epidemica, tanto quasi da flirtare con la condizione di emergenza?
Ne ho individuate diverse categorie:
I FASCISTI (non appartengo sicuramente a questa categoria): in Italia e nel mondo ci sono molti nostalgici o fautori di un regime assoluto. Vedono di cattivo occhio i meccanismi democratici, che reputano lenti, corrotti e inefficaci. Tendono a preferire l’azione dell’uomo forte e carismatico che decide per tutti, apparentemente svincolato da forme di controllo (il sistema dura un po’, poi tutti i dittatori finiscono in qualche modo appesi per i piedi, quando il giochino, al popolo, non piace più).
Lo Staiacasismo contiene molti di questi caratteri. E’ una specie di “Fascismo Sanitario”.
La decisione del lock down è stata presa da un presidente del consiglio (per quanto di matrice ideologica tutt’altro che fascista) che si è avocato “pieni poteri” (“l’avocato degli Italiani…”), senza dibattito parlamentare né dibattito nel Paese. E i provvedimenti sono esercitati con mano fortemente autoritaria sul territorio da sindaci e presidenti di Regione. In questa fase la decisione del lock down è condivisa da quasi tutti. L’opposizione è praticamente inesistente e, quando si esprime, lascia la maggioranza in diritto di irriderla. O, se detiene qualche potere, di reprimerla, riscuotendo ampio ed eccitato consenso popolare. Molti addirittura invocano metodi militari: “A chi esce di casa bisognerebbe sparare, come fanno in Cina o in Russia” è una frase che ho sentito dire spesso con appassionato e sincero trasporto. Lo Staiacasismo sembra anche eccitare gli istinti ultra-nazionalisti (tricolore ai balconi, proliferare di mantra sulla grandezza del popolo italiano, ecc).
GLI ECOLOGISTI (appartengo a questa categoria). Lo Staiacasismo ha determinato un formidabile risveglio della natura, per settimane e forse mesi lasciata al suo sviluppo e non ostacolata dall’azione umana. Ripulitura dell’aria, delle acque, della terra. E clamorosa frenata dei consumi: meno petrolio, meno gasolio, meno plastica monouso, meno viaggi, meno smog, ecc. L’allarmato invito alla decrescita, lanciato fra le altre da Greta Thumberg, era stato sostanzialmente glissato o affrontato con qualche provvedimento di facciata; ma qualcosa aveva lasciato nella coscienza della specie umana e di ogni suo individuo: la sensazione spaventata che “così non si potesse andare avanti” era latente in ognuno. Lo Staiacasismo ha permesso di gratificare questa pulsione autolimitante degli uomini che speriamo rimanga come fruttuosa lezione anche nel post-Staiacasismo. Il virus come insperata discesa di un nuovo Messia che ci ammonisce dei nostri comportamenti più nefasti e distruttivi. Attenzione, però: il primo Messia venne tradito, crocifisso e i suoi insegnamenti sostanzialmente rinnegati. Vediamo di non fare lo stesso con questo. PS: sia il Messia di duemila anni fa che questo virus si sono fatti ammantare da una letteratura favolistica necessaria per dare adeguata forza di penetrazione al loro messaggio.
I FALLITI (spero di non farne parte). Vi sono persone che nella vita, per incapacità o sfortuna, non hanno combinato niente di buono. Costoro sono sicuramente fra gli Staiacasisti più convinti, perché lo Staiacasismo passa come una livella sui vincenti e sui perdenti e tende a scaraventare tutti in una nuova realtà dove i rapporti di forza potranno essere tutti da ricostruire. Il fallito potrà dire che il suo “meraviglioso progetto” di vita o di lavoro o di affari o di sentimenti (che si avviava ad un suo naturale ennesimo fallimento) è naufragato per colpa del virus, che diventa alibi e scudo di ogni incapacità. In molti ambienti lavorativi e in molte realtà economiche lo Staiacasismo passerà come una guerra che annulla tutto. Zero a zero. Si torna in campo con regole che potrebbero essere diverse e premiare qualità differenti da quelle che avevano prevalso finora. Per molti falliti lo Staiacasismo è un’insperata possibilità di riscatto.
I BRUTTI (ne faccio sicuramente parte). Un effetto ampiamente sottovalutato dello Staiacasismo è il crollo di un fattore estetico personale che, nel pre-Staiacasimo, era di devastante impatto sociale. Una bella donna e (in misura inferiore) un bell’uomo, avevano accesso a situazioni economiche e sociali di privilegio in forza della loro appetibilità sessuale. Lo Staiacasismo annulla completamente il fattore estetico. Essere una bella donna, durante lo Staiacasismo, non serve a niente. Le prostitute, che avevano fatto una ragione di sostegno e di vita della loro attrattività e disponibilità sessuale, sono in default. Ma anche reginette da discoteca, fighette di piazza, miss quarto piano di uffici pubblici, ragazze immagine per dentifrici o intimo… Con la perdita anche di quella “possibilità su un milione” di poterle conquistare sessualmente cade anche il potere che traevano dal loro aspetto. Essere belli non serve più. I brutti, con lo Staiacasismo, annullano le distanze e possono rovesciare il tavolo. Un uomo con la mascherina chirurgica filtrante è più desiderabile di un palestrato o di uno con la Porsche.
E vale anche per l’eleganza. Una ragazza che durante lo Staiacasismo andasse in giro particolarmente elegante o con vestiti nuovi sprecherebbe sostanzialmente energie, perché il suo glamour avrebbe un centesimo del richiamo che aveva prima. Anzi, ai più risulterebbe patetica. Gli incapaci di vestirsi, gli eterni fuori moda e fuoriposto, gli sciatti, possono diventare competitivi con i nuovi parametri Staiacasisti. Prendi uno che si sia messo in quarantena volontaria prima che fosse obbligatoria… guadagnerebbe lo status che nel pre-Staiacasismo toccava ad un filosofo o ad un saggio professore universitario. Un esperto di sterilizzazione di mascherine o un pusher di guanti e amuchina in questo momento è più ambito di un imprenditore ex rampante di qualche settore, oggi sul lastrico per Staiacasismo.
La appetibilità sessuale annega allo stesso modo – per belli e brutti, per giovani e vecchi – nel mare magno della pornografia. A mio avviso è la prova generale di un mondo che ci aspetta fra non molto (so di studi in fase molto avanzata) che metterà al bando la pericolosa e scomoda pratica del sesso fra due persone, arrivando ad una forma di sesso individuale, virtuale, multimediale, innocuo, salutare, economico, a disponibilità illimitata, privo di qualsiasi controindicazione e forse più gratificante dell’amplesso classico.
I PURITANI (non ne faccio sicuramente parte). Di vita sessuale in modo diretto se ne è parlato poco. Si dà per scontato che un decreto che impedisce di stringersi la mano o di abbracciarsi non debba nemmeno dilungarsi a spiegare che il sesso, con persone non conviventi, è vietato per totale incompatibilità con gli spostamenti e i contatti che implica (con brillantissimo umorismo l’amico Roby suggerisce che possa essere consentito solo a condizione di avere un pene lungo un metro, che consenta di mantenere il distanziamento sociale).
Le libertà sessuali sono state storicamente sempre malviste da una grande maggioranza dell’Umanità che, per tutelarsi in questo senso, ha quasi sempre e ovunque preteso (attraverso leggi e religioni) che vi fossero quanti più ostacoli possibile, di ordine morale o legale, ad una manifestazione libera della propria sessualità.
Lo Staiacasismo li favorisce. Il virus (come il Messia di Duemila anni fa, che su questi temi fu insulsamente rigidissimo) decreta un nuovo obbligo di “purezza” monogamica o di castità che non diventa solo la rispettabilissima scelta che una coppia può fare, ma un obbligo anche per tutti gli altri individui. Come dire: “noi siamo monogami (o anche totalmente casti), ma siccome ci dà molto fastidio che gli altri non lo siano, accogliamo con enorme piacere la notizia che la vivacità sessuale diventi una pratica vietata per legge”.
I CREDENTI (non ne faccio parte). Lo Staiacasismo, collocato forse non a caso nel periodo pasquale, richiama alcuni meccanismi di “sacrificio” tipici della religione cattolica e probabilmente anche di altre. Il concetto che si debba “stare a casa” non solo per il pericolo sanitario, ma anche come forma di espiazione dei peccati, come forma di purificazione dell’anima. Offrire il proprio sacrificio e il proprio disagio ad un dio onnipotente che possa apprezzarlo e ripagarci con la sua benevolenza. Qualcosa di simile alla pratica dei “fioretti pasquali” (piccole rinunce ai dolci o al fumo o simili) o, in grande stile, ai tesori sepolti dagli Egizi vicino ai defunti o a quanto descritto nella Bibbia, con l’assurdo ordine di Dio ad Abramo di sgozzare il figlio Isacco, revocato quando l’esimio patriarca aveva la mannaia in pugno. Non importa quanto inverosimile e inutile sia la privazione, se si ritiene che la stessa possa “fare punteggio” nella valutazione di un’entità soprannaturale.
I TIMIDI (non credo di farne parte). Uscire di casa, conquistare spazi, imporre personalità sul lavoro e nella vita sociale offriva grossi vantaggi. Lo smartworking dilagante e la socialità abbattuta dello Staiacasismo appiattiscono invece questi fattori. Dietro uno schermo siamo tutti simili. Le parole del collega sempre messo all’angolo perché non sapeva esprimersi nelle riunioni e nei contatti di lavoro, sul video hanno oggi la stessa forza di quelle del collega smargiasso che sapeva accompagnarle e avvolgerle nella sua personalità e nella sua forza seduttiva. In tempi di Staiacasismo chi sa organizzare un corso di zumba web o un aperitivo virtuale può essere anche un sordomuto. La sua funzione si rivaluta decisamente.
I PIGRI E GLI ANTISPORTIVI (non ne faccio parte). Lo sport esce massacrato dallo Staiacasismo. Chi ne detestava la strabordante invadenza nella vita sociale esulta. Il campionato, la coppa di questo, la coppa di quello, il gran premio, i commenti, le polemiche… in un mese è stato tutto portato a zero. Solo le guerre mondiali c’erano riuscite. La TV trasmette sconsolate sintesi del giro d’Italia con Pantani. I calciatori, da eroi delle folle, sono all’angolo, costretti a trattare – come metalmeccanici qualsiasi – i dettagli di corresponsione dei loro favolosi stipendi. E – se non sono sportivi di primo piano affermati e ricchissimi – a farsi mille domande su un futuro ancora non limpido.
Ma non solo: avete colto la particolare acidità di certi interventi sui social contro passeggiatori da argine del fiume, ciclocrossisti da strada bianca, jogger da parco pubblico, pattinatori da marciapiedi? “Dove cazzo corrono, che cazzo pedalano? Fanatici! Non sanno rinunciarci” dicono boriosi certi obesi che si beano della loro condizione spoltronata a poltrire in poltrona e dell’inaspettata benedizione regalata loro dallo Staiacasismo…
GLI STUPIDI (spero di non esserlo). In questo periodo niente teatro, niente cinema, niente nuove produzioni tv, niente eventi culturali, niente presentazioni di libri, niente manifestazioni politiche. Quando si comincia una conversazione è quasi obbligatorio parlare di virus e contagi. Questo elimina qualsiasi differenza apparente fra chi è colto e chi è incolto(per parlare di mascherine e di amuchina si può essere anche analfabeti, anzi, forse aiuta, e leggendo una paginetta su internet si riesce ad imbastire concetti non troppo diversi da quelli espressi da un immunologo di fama). L’emergenza Covid rende tutti ugualmente sciocchi e rintronati. E’ l’effetto che realizza anche la musica assordante in discoteca. Bello no? Così uno può valere veramente uno, come qualcuno sognava.
I TECNOLOGICI (non lo sono quasi per niente). Lo Staiacasismo basa buona parte della propria sussistenza sull’informatica. Serve informatica per ordinare la spesa ai nonni, per chiedere all’ Inps i sussidi, per far frequentare le lezioni a bambini e ragazzi, per dialogare con gli amici, per informarsi… per tutto, insomma. Il simpaticone che diceva smargiasso “Ah, io di computer non ci capisco un bel niente!” vede precipitare le proprie azioni, come fosse qualcuno non sapesse leggere o scrivere. Lo “smanettone” che connette il bambino alla chat dei suoi compagni, che sa come si possono vedere i canali televisivi criptati, che conosce gli accessi a contenuti speciali di musica, divertimento, film giochi, news, servizi… è l’eroe silenzioso dello Staiacasismo.
MEDICI E INFERMIERI (io non lo sono, ma in famiglia ce ne sono): Questi, invece, sono indicati a furor di popolo, di stampa e di opinione pubblica come gli eroi (e talvolta i martiri). Lo Staiacasismo individua negli ospedali le prime linee dove si combatte questa guerra e dove si pagano i prezzi più alti. Naturalmente medici e infermieri sono da sempre la nostra prima linea contro il Male e da sempre salvano vite. Lo Staiacasismo però accende su di loro, come non mai, tutti i riflettori possibili. E loro un po’ se la godono: alcune “immuno-star” sono in TV tutti i giorni, un po’ per darci consigli utili, un po’ probabilmente a gigioneggiare e sfruttare al massimo il momento. Sfruttarlo per cosa? Beh, intanto un po’ di vanità personale (“ho studiato tutta la vita cose che salvano l’Umanità e in tv ci vado meno di sgallettate e capre da reality”), poi per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni della sanità (“per stavolta vi abbiamo salvato in qualche modo, ma sappiate che occorrono più posti letto, più terapie intensive, più materiale, più personale, ecc”) e anche per ricordare che un immunologo guadagna meno del terzino sinistro della Pro Vercelli, una dottoressa meno di qualche oscuro funzionarietto pubblico di cui ignoriamo le opere e un’infermiera (spesso determinante in un processo di guarigione) ha un trattamento economico sicuramente mediocre.
GLI IPOCONDRIACI (non ne faccio parte). Ci sono persone che parlerebbero quasi esclusivamente delle loro malattie (vere o presunte) o di malattie in generale. Lo Staiacasismo mette gli argomenti sanitari in prima pagina da più di un mese e chissà ancora per quanto. Per questi soggetti, obiettivamente, il regime Staiacasista è una specie di manna dal cielo. Avete presente quelli che quando voi dite “Mi fa un po’ male lo stomaco…” rispondono prontissimi: “Ah, sì… è in giro!”. Ecco, questi sono settimane che fanno festa. Effettivamente stavolta qualcosa in giro c’è.
Chiudo con i tre mantra a cui uniformo tutti i miei pensieri.
- I popoli (non i “capi”) decidono sempre i loro destini
- La vita è comunque una malattia mortale
- La vita è adesso.