L’orrenda museruola bandiera della paura e della mediocrità

Odio questo oggetto (che mi sta procurando vari e significativi problemi) per i seguenti motivi:

  • NON SERVE A UN CAZZO. Come da parere di medici e paramedici italiani e stranieri (per conoscenza personale o per acquisizione di testi, pur riconoscendo la presenza di pareri difformi che però non hanno mai il conforto di riscontri misurabili e verificabili nella realtà) la trasmissione del virus Covid fra soggetti sani, all’aperto, è indimostrata (e lo rimarrà, perché altrimenti saremmo stati tutti contagiati). La teorica utilità della mascherina in spazi chiusi è oscurata dal fatto che la prolungata esposizione ad un soggetto con carica virale (convivenza nella stessa abitazione, nello stesso ufficio, nella stessa struttura medica o ricovero per persone deboli) porterà al contagio a prescindere che vi siate messi l’intero travestimento di Zorro, per la fatale condivisione di contatti con superfici, oggetti, ecc. Nonché dal fatto che le mascherine chirurgiche perdono di effetto dopo poche ore, mentre molti le indossano per settimane, pensando pure convintamente che siano utili a salvarsi o a salvare qualcuno. Tutte le persone che si sono ammalate gravemente hanno contratto il contagio al chiuso. La mascherina (portata in modo irregolare, come fanno tutti, tranne il personale medico avvezzo all’uso) non avrebbe salvato nessuno di loro. Le comunità umane che non l’hanno adottata non hanno avuto conseguenze diverse da chi lo ha fatto. I virologi svedesi hanno esplicitamente parlato di “errata percezione di sicurezza”.
  • E’ DANNOSA PER CHI LA INDOSSA. La maggioranza della gente tiene la mascherina in ambienti con contaminazione batterica (ad esempio nella borsa, nello zaino, sui sedili della macchina) dove si sporca, si riempie di germi che poi mettiamo in bocca. Pensare di imporla ai bambini a scuola è la prima pagina di un film dell’orrore. E’ come mettere in bocca ripetutamente qualcosa che è caduta più volte a terra (lo dico soprattutto per le mamme che, se cade un biscotto, lo buttano via)
  • E’ COSTOSA. La teorica necessità di almeno due mascherine al giorno per ogni componente della famiglia è un costo intollerabile a fronte dell’inconsistenza dei vantaggi
  • E’ DANNOSA PER L’AMBIENTE. Fatta con materiali non riciclabili rimarrà nell’ambiente per secoli. Ma tanto non ve ne frega niente. Bravi. Almeno mettete quella di cotone coi disegnini simpatici sopra. Non conta niente lo stesso, ma almeno non inquina.
  • E’ ILLEGALE PER LA SICUREZZA. Le persone con tratti del volto travisati non sono riconoscibili. La legge italiana impedisce (impediva) giustamente di travisare i propri connotati, ad esempio vietando il burka integrale. Lo dico per quelli che vorrebbero mettere telecamere ovunque per riscontare trasgressori che, con le mascherine, non potrebbero essere identificati.
  • Tutela (dovrebbe tutelare) da una malattia che, in Italia, ha estinto i suoi effetti da tre mesi e, in questo momento, non è fra le prime 50 cause di morte del Paese. Se volete tutelare la vostra vita e quella degli altri SMETTETE DI ANDARE IN AUTO, IN MOTO E IN BICI, SMETTETE DI FUMARE, SMETTETE DI AVERE RAPPORTI SESSUALI, SMETTETE DI LAVORARE AD ALTEZZE PERICOLOSE O CON CARICHE ELETTRICHE O CON MACCHINARI, SMETTETE DI VIAGGIARE IN PAESI A RISCHIO PER VIOLENZA E MALATTIE, SMETTETE DI BERE ALCOLICI, SMETTETE DI STRA-SUPERARE LA SOGLIA CALORICA RACCOMANDATA PER LA VOSTRA ALIMENTAZIONE, SMETTETE DI CONDURRE UNA VITA ULTRA-SEDENTARIA, SMETTETE DI TENERE ANIMALI DOMESTICI IN CASA, SMETTETE DI PRATICARE SPORT ANCHE NON ESTREMI… CHIUDETEVI NEL CESSO. Come dite? Avec e caz (efficace espressione franco-romagnola) che lo farete? Bravi. Allora tenetevi la mascherina così non prenderete la tosse.
  • E’ apparentemente frivola (“cosa vuoi che sia mettere una mascherina?”) ma in realtà nasconde il tremendo messaggio della paura del corpo del prossimo che implica la conseguente paralisi o forte necessità di costosi adeguamenti e ristrutturazione di innumerevoli attività economiche, dei trasporti, del turismo, della scuola; ed è la croce sulla pietra tombale della cultura, dell’arte, dello sport, della musica, ecc. Altro che frivolezza.
  • E’ superstiziosa. Spesso, ad esempio, viene indossata all’ingresso di uffici o ristoranti, ma non all’uscita. Evidentemente, a fine giornata o a fine serata, si ritiene che anche il virus sia stanco e non abbia tutta ‘sta voglia di dar fastidio. Pare anche che il virus colpisca le persone che stanno al bar in piedi (che devono tenere la museruola) ma non quelle che stanno sedute (che la possono togliere); i calciatori in panchina (che la tengono) ma non quelli che giocano (grazie a Dio senza). Mi chiedo come non vi sfiori il senso del ridicolo e del volgare.
  • Per tanti anni non avete messo la museruola pur nella piena consapevolezza della possibilità di contrarre un virus dalle persone che vi stavano vicine e una conseguente malattia respiratoria che poi avreste riportato in casa ai vostri familiari con pericolo anche di vita per i vostri vecchi che era esattamente lo stesso che si corre adesso (e che prima non percepivate per diversa confezione televisiva e perché vi sembrava trascurabile o fatalisticamente da affrontarsi comunque, eppure i morti erano molte migliaia anche gli anni scorsi).
  • In particolare la psicosi di mettere la mascherina anche sul naso è frutto di delirio. La mascherina serve a limitare il droplet. Voi avete droplet dal naso? Ecco, se ce l’avete forse è meglio in effetti che vi fate vedere da qualcuno. Peraltro ho visto molte persone spostare la mascherina proprio quando devono starnutire (ovvero nell’unico momento in cui ci sarebbe una potenziale utilità dell’orrido straccio).

 

Perché allora questo oggetto del cazzo, inutile, sporco e dannoso, ha questo successo? Un successo che porta il popolo a fare pressione su governi, regioni, municipi, leader e partiti politici per mantenerne ed estenderne l’obbligo e che tali istituzioni concedono e incoraggiano, per tutelare il loro consenso?

Ve lo dico io

  • La mascherina significa “io credo”. Come un crocefisso, come il baffo rosso della lotta all’Aids, come la falce e martello all’occhiello, come un simbolo tatuato, come una divisa… Io credo. Io credo che non prendere il corona virus sia la più grande delle mie preoccupazioni, quella che mi porta ad accettare, senza ribellarmi, le più forti limitazioni della libertà personale che mai si siano imposte in Italia dal 1922 ad oggi. Anzi, forse nemmeno a quell’epoca si raggiunse questo livello. Lo dimostra il fatto che è ritenuto sufficiente indossarne una qualsiasi, quel che basta a determinare l’appartenenza al culto. “L’importante è che te la metti, così sei dei ‘nostri’”: non importa se è lo stesso straccio che ti metti da mesi e che serve meno della foto di Padre Pio sul cruscotto.
  • La mascherina mette visibilmente il corona virus al centro delle preoccupazioni di tutti. Ergo: non rileva quanto sia importante la cosa che stiamo facendo: un contratto, un lavoro, un meeting, un congresso, una compravendita, una festa, una cerimonia, una gara, una trasmissione televisiva… tutto sarà subordinato al corretto uso della mascherina, al saluto con i gomiti, all’ostentato non avvicinarsi e non toccarsi. Il resto passerà in secondo piano, foss’anche una missione spaziale o un accordo di pace fra due eserciti. E’ chiaro che per la maggioranza di mediocri che popola questo mondo è un’opportunità insperata. Imparando correttamente (?) i dosaggi dell’amuchina, le regole auree della mascherina, le distanze di sicurezza dei rimi buccali si può irrompere da protagonisti laddove si parla di cultura, politica, scienza, economia, sport, musica e anche medicina (roba che richiede talenti specifici e anni di studio e perfezionamento) e trovare ruoli e rilevanze insperate, a costo zero e con investimento di tempo pari ai 5 minuti che servono per assimilare una paginetta di facebook con le illustrazioni (di solito fake), aggiungendo magari qualche “tocco personale” (tanto “è per prudenza!” “è per la nostra salute!”) che genera ulteriore consenso.
  • La mascherina è la bandiera di un profondo desiderio (fino ad oggi inconscio o sotterraneo) di molte persone di ridiscutere le regole di lavoro e di convivenza sociale. Meno presenza fisica in ufficio, meno spostamenti, meno contatti, meno affettuosità nei convenevoli, meno assembramenti, più distanze, meno traffico, meno ritrovi inutili (quelli utili o piacevoli sono confermati, perché pare che il virus non si trasmetta se ti vedi con persone a cui vuoi veramente bene, o per motivi veramente importanti…)

 

Qualcosina di questa esigenza di sviluppo del percorso umano mi interessa e la trovo condivisibile. Molte cose le trovo pericolose, disumanizzanti orientalizzanti e anche regressive e infantili. Avete notato le terminologie? “ti sei dato l’amuchina? Ti sei messo la mascherina? Ti sei messo i guantini? Non toccare nessuno se no muori!”. Sembrano le pagine di una favola di Grimm, di quelle con le streghe che mangiano i bambini, gli orchi, i lupi squartati, le principesse, le frasi magiche, i cavalieri che salvano tutti… Io ne ho il disgusto.

 

Vogliamo tornare ad essere uomini e donne serie? Dove sono finiti i democratici con il culto della Resistenza o dei giudici antimafia martirizzati per essersi esposti al pericolo di vita insieme alle loro famiglie? Dove sono i fans di Madre Teresa di Calcutta, immersa nei lebbrosari? Dove sono gli ammiratori di impiegati o calciatori che, pur con qualche linea di febbre, rimangono all’altezza dei compiti che gli si chiedono…. Dove siete finiti? Vi si aspetta al di qua dal ponte, nel mondo dove ci si difende, si rischia, si lotta, ma, per Dio, si vive da vivi, con l’anima tra i denti un’avventura mortale, un viaggio che chiamiamo tempo, un tempo che chiamiamo vita, una vita che chiamiamo sogno e che dura un solo straordinario momento: adesso.

 

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